20 thoughts on “Sesto incontro (25 Gennaio)

  1. Sono strabiliata di essere la prima a postare su questo 6° incontro! (…Anche se ho visto che qualcuno l’ha già fatto alla fine del 5°).
    Oltre a ringraziare Marco per il viaggio interiore che ci sta offrendo, tanto impegnativo e a volte faticoso ma incredibilmente affascinante, volevo chiedere una delucidazione: avendo spesso ricevuto biasimo (implicito o esplicito, e non solo da parte di mio padre ma anche di mio fratello, di soli 3 anni più grande di me) per la mia tendenza a piangere, lì per lì non ho avuto dubbi sull’ingiunzione fondamentale ad esso correlata: “NON ESSERE BAMBINA”. Ma poi mi son ricordata di tante volte in cui, in età più o meno adulta, “il mondo” mi ha praticamente biasimato per lo stesso motivo… Un esempio: quando andai al cinema a vedere “La vita è bella” con i miei amici, le luci in sala si accesero troppo presto, appena iniziati i titoli di coda, cogliendomi in flagrante lacrimazione… Nessun altro piangeva, e fui allegramente derisa. In una situazione del genere l’ingiunzione mi sembrerebbe piuttosto: “NON ESPRIMERE I TUOI SENTIMENTI” ma anche “NON ESSERE TE STESSA”. E’ normale che una stessa “critica” al mio modo di essere io la decodifichi diversamente a seconda del tempo & contesto in cui l’ho ricevuta? Scusate se sembro voler spaccare il capello in quattro…
    Poi, non so che dire ma mi sembra proprio che l’ultima ingiunzione indicata da Marco, “NON STARE BENE” io non l’abbia mai ricevuta. O piuttosto percepita così. E’ possibile? In compenso, ho molto da lavorare sulle altre! Per non dire dei famigerati FALSO AMORE, FALSO POTERE, FALSA SAPIENZA! Sebbene il primo sia di gran lunga quello in cui più mi ci son riconosciuta, devo ammettere di non essere esente dalle sabbie mobili del secondo (certamente anche del terzo, magari meno immediato da “scovare”). Però mi ha rincuorato sapere che si tratta delle stesse qualità di Dio, e quindi dell’uomo creato a Sua immagine, e che c’è “solo” da ripulirle per farle splendere in tutta la loro bellezza e preziosità. Vale proprio la pena lavorarci! Grazie, Ale & Gabri, per la vostra puntualità e competenza nel risponderci, è bello avervi come “tutor”… Siamo proprio in bune mani! Grazie a voi e a tutti i compagni di viaggio! Buon lavoro insieme! myriam

  2. Ave Myriam,
    ascoltiamo meglio quella bimba (piagnona, a Roma si dice così) perchè forse in quelle lacrime si condensano diversi stati interiori, sentimenti, pensieri e anche se poi la manifestazione esterna è la stessa capisci bene che in profondità le cose possono essere ben diverse.
    Tranquilla io penso che di fronte a quella pellicola sono scese talmente tante lacrime da inumidire le poltroncine, piuttosto verrebbe da chiedere a chi non si commuove che film stava guardando…..
    Come vedi anche io mi commuovo e spesso pure ma questo dipende dal fatto che noi entriamo nelle storie, altri no, peggio per loro!
    Un abbraccio Ale

  3. L’esercizio del sesto incontro è difficile, ma non è di questo che voglio parlare, non sono pronta. Voglio dire ancora della pratica.
    Sapevo che sarebbe successo e infatti è da diversi giorni ormai che la mia pratica è vuota, niente emozioni, solo pensieri aggrovigliati, relativi a vicende più o meno quotidiane, nemmeno nuove, sempre le stesse, nessuna capacità di abbandono. E’ diventato solo un esercizio fisico, che i suoi pregi ce li ha, almeno ti impone una piccola pausa, ma niente di più.
    Sapevo che sarebbe successo, è sempre così. Quando mi pare di avere con me qualcosa di prezioso, di aver capito, di avere almeno una percezione, sia pure un barlume, un nanoqualcosa ma comunque ormai mio, ecco che improvvisamente, senza avvisi o clamori, sparisce e mi ritrovo sbattuta nel deserto, senza guida.
    Buona giornata a tutti
    Maria

  4. Grazie Ale, con la tua risposta hai proprio dimostrato che nelle storie ci sai entrare, magnificamente. Ti confesso che a me non è poi così chiaro “che in profondità le cose possono essere ben diverse”, ma ci lavorerò volentieri… Magari chiedendo aiuto…;-). La cosa non mi spaventa, anzi è un bello stimolo. Ciò che invece mi dà pensiero è il quarto passaggio dell’esercizio… Trovo davvero difficile cogliere gli esempi concreti di come le mie false conclusioni hanno avuto impatto nella mia vita, l’hanno influenzata “a loro piacimento”. In questo mi trovo quasi “sbattuta nel deserto” come te, mia cara omonima Maria… Quando la tua kenosi busserà anche alla mia porta, (perché so che lo farà), mi ricorderò che qualcuno l’ha affrontata prima di me così sarà più facile
    superarla… Grazie sorellina! Buona giornata e buon cammino a tutti! myriam

  5. Cara Maria è assolutamente normale avere momenti di scoraggiamento, succede sempre dopo i primi entusiasmi iniziali.
    E’ importante però continuare a custodire la fiducia nella pratica in qualsiasi condizione si trovi la mente: ho pensieri ossessivi, mi distraggo, non serve a niente……..ok ma continuo, questo stato d’animo non mi farà desistere, lo accetto e per ora continuo la pratica con quello che c’è!
    Può essere sufficiente per il momento godere di quella “piccola pausa” come dici tu.
    La meditazione va coltivata piano piano e vedrai che con il tempo senza che neanche te ne accorgi diventa una parte di te e comincerà a permeare il tuo modo di agire, di pensare e di sentire.
    Naturalmente non ti forzare altrimenti crei una inutile tensione prendila con naturalezza senza per questo attendere a tutti i costi emozioni o effetti particolari.
    Ci sono passata anch’io!

  6. Cara Myriam l’esercizio in questione è da “meditare” profondamente ne hai tutto il tempo!
    Provo a chiarire qualcosa in merito ai tuoi dubbi: è possibile che la stessa ingiunzione tu la viva in modo diverso a seconda se ti viene da una persona diversa o in un contesto diverso, proprio perchè non è oggettiva ma è una tua percezione. Cioè nessuno ti ha chiesto probabilmente, nè l’avrà minimamente pensato, di non essere bambina o di non esprimere i tuoi sentimenti, questo è un effetto che di riflesso tu hai sentito emotivamente.
    Altra cosa, le nove ingiunzioni che Marco ha riportato sul testo Darsi Pace ed ha elencato durante l’incontro abbracciano un pò tutte le possibilità, ma non è detto che tu le debba sentire tutte. Ognuno , ponendosi in ascolto, sentirà le proprie.
    Per aiutarti sul quarto punto forse dovresti scrivere meglio quali sono le tue conclusioni errate non mi pare che le hai elencate!
    Ti posso ad esempio dire la mia esperienza di questo esercizio: quando ero piccola avevo continuamente sollecitazioni da parte di mia madre di aiutarla soprattutto nelle faccende domestiche e nel badare al mio fratellino che stava molto male, nella mia percezione l’ingiunzione di NON ESSERE UNA BAMBINA (avevo 10 anni) la percepivo chiaramente e la mia coclusione (errata) era che se mi davo da fare senza capricci o ozi inutili lei mi avrebbe amato e sarebbe stata serena.
    Nel tempo tutto ciò si è tradotto un una strategia difensiva di iperattività con la convinzione (tutt’ora con i capi, le colleghe, in famiglia, etc.) che se mi massacro di lavoro sarò più rispettata e benvoluta.
    E’ proprio vero come dice Marco se ci pensiamo bene le conclusioni errate sono “folli” e condizionano tutta la nostra esistenza!
    Comunque nei prossimi incontri si riparlerà, forse anche con altre testimonianze, dello stesso esercizio e vedrai quanto la condivisione degli altri ti illuminerà.
    Ti abbraccio Gabriella

  7. Anche per me all’inizio è stato difficile fare l’esrcizio sulla genesi familiare , come dice anche Maria.
    Avendo avuto una famiglia buona era proprio faticoso trovare ingiunzioni, conclusioni errate…. poi piano piano i
    ricordi sono ritornati , alcune immagini dell’infanzia si facevano più chiare e così ho iniziato a vedere
    – le richieste di mamma e papà:fai la brava bambina, la brava sorellina che si prende cura del fratellino, fai la
    servizievole con la nonna, fai la brava con tutti , bambina sempre ubbidiente …
    -le ingiunzioni che ho sentito erano:non essere bambina, non esprimere i tuoi bisogni, i tuoi sentimenti
    -le conclusioni errate: se non sarò bambina sarà amata, accolta, lodata , apprezzata da papà e mamma
    -i comportamenti che ho attivato :essere responsabile in ogni situazioni prenderemi le responsabilità(incarichi, compiti ecc,)
    compiacere, adeguarmi , accondiscendere…..fare fare e strafare….spinte che ancor oggi sento , osservo e lavoro per disattivare
    Questo lavoro mi porta via via a conoscermi meglio anche negli aspetti che non mi piacciono. a stupirmi..e più si va avanti più
    il lavoro diventa sì faticoso ma anche illuminante. in qs fatica non siamo soli ma ben guidati da Marco, Alessandro e Gabriella che ringazio di cuore per qs cammino.buou cammino e buon lavoro anche a tutti gli altri e le altre.un abbraccio Irene

  8. Dopo che ho letto l’ultimo commento mi è venuto un brivido ….e ho detto fra me: sta a vedere che ora diventa ” il processo alle famiglie” ” difendo la mia famiglia …. sono stati tanto buoni con me…ecc. “. Allora non si tira fuori niente altro che …la solita espressione: non sarò una bambina…. perchè avevo da badare al fratellino…. cosa fra l’altro, già suggerita da Marco nell’incontro, e che viene ripetuta pari pari. Che a voi non piaccia, questa è la mia impressione, finora. Ora dico il mio pensiero di me: innanzi tutto penso che Marco nel presentarci le ” linee guida “di questo difficile esercizio si sia ispirato alle ” tentazioni di Gesù “nel deserto. Visto l’esercizio con questo sguardo, risulta forse più facile calarci in ” quelle ” ns. situazioni infantili e riconoscere le ns. deduzioni errate che hanno caratterizzato, dopo, ma anche tuttora la nostra esistenza, e che non sono altro che la voce del male, del diavolo, il divisore ( di noi stessi ), il quale approfittando della nostra condizione ingenua o anche spesso indebolita da realtà che vivevamo, negative o anche solo a noi poco gradite, ci ha marchiati col suo potere devastante e ci ha inchiodati….Detto questo vengo a me: premetto che ho vissuto la mia infanzia- fanciullezza come in un pendolo tra stati di libertà e di dipendenza ( un anno dopo è nata mia sorella e 4 anni dopo un’altra, eppoi altri due). Non sono mai stata, nè mi veniva chiesto di fare da custode alla sorellina, tuttavia l’ ingiunzione ” non esistere ” penso di averla colmata con un eccessivo senso di trascendenza ( andavo anche dalle suore…), , dovevo pertanto e devo tuttora fare uno sforzo per scendere sulla terra, essere insomma più realista. Poi ho vissuto tanti piccoli ( ma per me erano grandi) abbandoni, con disagi e paure. Il “consigliere “di quei tempi mi suggeriva : se non stai bene, se non riuscirai , FiNGI, perchè così sarai accettata. Per farla breve, io noto, ma anche voi noterete che tutto ruota intorno alla fondamentale conclusione errata, o codice, o fissazione che è ” non essere me stessa “. Io ho adottato per tanto tempo il codice della finzione, dovevo far vedere che stavo bene a mio agio e senza problemi….con tutta la solitudine che comporta. Ma sappiamo che il principe di questo mondo, il re della menzogna è stato sconfitto da Gesù, spetta a noi il combattimento, duro e impegnativo ma non impossibile. Perdonate se sono poco carezzevole….. Giovanna

  9. ciao a tutti. Mentre oggi ho pensato agli amici fisici che stavano vivendo il settimo incontro, io solo in questi due giorni sono riuscita a ritagliarmi del tempo per ascoltare, appuntare qualche passaggio forte e significativo e vivere l’esercizio dello smascheramento delle ingiunzioni dell’incontro precedente.
    Nel percorso che stiamo facendo mi sento molto confermata. Diversi anni fa avevo cominciato e portato a termine un cammino-studio teorico-pratico che mi ha dato alcune competenze per leggere il mio stato ego centrato (come diremmo noi!) e sostenere, aiutare, accompagnare altri nella ricerca di “uscite” dalle fatiche, paure, situazioni di crisi e blocco.
    E’ come se ritrovassi diversi punti fermi nei gruppi DP, a volte addirittura termini che già conosco, come il sentir parlare di ingiunzioni.
    Ciò che è per me valore aggiunto rispetto a quel percorso e di completamento di competenze importanti per stare bene,per entrare in relazione da adulti, per vivere la preghiera come tempo opportuno, per mettersi in ascolto di me, degli altri, di Dio, è la dimensione spirituale che insieme agli altri due livelli dà senso e “interezza” alla grande avventura della vita umana che stiamo vivendo.
    Grazie per queste provocazioni.
    Per quanto riguarda la pratica meditativa, pensavo di essere avvantaggiata perché abituata al silenzio, alla preghiera, all’ascolto. Beh! Grazie perché questa certezza un po’ presuntuosa si è smontata subito. La mattina presto provo e riprovo … E qualche volta una distrazione tra le altre è il pensare cosa dicono le mie sorelle quando mi vedono ergermi con la colonna, chiudere gli occhi, respirare e sorridere …
    Non è facile questa pratica. Gusto però i benefici, per quanto sia solo all’inizio di una esperienza che vorrei diventasse “abitus”. Una sana abitudine.
    Buon cammino, buona settimana a ciascuno e grazie per i commenti che scrivete e che sono di sostegno, di luce, di consolazione.
    dam

  10. Cara Giovanna e carissimi amici, questo esercizio può sembrare facile, ma non lo è, richiede molta umiltà e pazienza. A volte alcune chiarezze vengono dopo anni, e d’altronde non abbiamo alcuna fretta.
    Vi pregherei solo di seguire le indicazioni, di vivere i 4 passaggi, in particolare le conclusioni errate dobbiamo formarle prendendo una ingiunzione e pensando: se non sarò me stesso, cosa sento di guadagnarvi? sarò apprezzato? starò in pace?
    Solo questa chiarezza ci può poi aiutare a comprendere perché magari continuiamo a forzarci, in quanto crediamo di trarne un beneficio.
    Poi, nel quarto punto, possiamo individuare come concretamente nella nostra vita abbiamo cercato di non esistere o di non esprimere i nostri sentimenti.
    Vedrete che il video del settimo incontro vi chiarirà molte cose.
    Tanti affettuosi auguri di buon lavoro. Marco

  11. Ciao a tutti, vorrei condividere un ulteriore aspetto delle mie meditazioni, spero di non risultare inopportuno inserendomi in una discussione che di base verteva su altro, la mia intenzione è quella di essere utile a qualcuno come altri sono stati utili a me.

    Ci sono 2 fattori che più di tutti sciolgono le contratture mentali:

    1- La ricerca della positività; lo scioglimento e il godimento del benessere avviene quando riesco ad accogliere la parte positiva dei grovigli di emozioni che accompagnano i pensieri specifici nel sorriso abbandono.
    Esempio: litigo con una persona, ho bene a fuoco lo scontro e le paure, le negatività, e penso che questa persona in fondo in fondo non è cattiva, conserva una matrice di bontà ed ha agito in quel modo per difesa, per paura ecc. Quando riesco a provare affetto per questa sua parte vera ma celata partono formicolii e potenti brividi, come una valvola di sfogo di energia rimasta fino ad allora compressa. Reitero questo processo il più possibile e a volte arrivo ad uno stato molto molto bello, rilassato, lucido e sereno.
    Altre volte invece vince l’intenzione di “mantenere il punto” e quindi la persona in questione rimane cattiva, e si passa ad un altro pensiero.

    2- La musica di sottofondo (dei file audio del sito ma non solo); concentrarmi sulla musica mi sprona molto, mi aiuta nel sorriso-accoglienza, sembra entrare in risonanza con il meccanismo di positività-accoglienza specifica descritto sopra.

    un saluto a tutti
    flavio

  12. carissimi,
    a proposito dell’esercizio,come dice bene Marco, l’importante è far chiarezza sulle ns ingiunzioni sbagliate che ci portano ,erroneamente a credere ad un beneficio. Pensare che se non sarò me stessa avrò dei benefici….sarò apprezzata.. per anni ed anni ho continuato a forzarmi , a non essere vera, ad agire per ricevere per elemosinare …una parola di apprezzamento….quanti sforzi inutili!!!!!che non sono serviti a niente…a vivere di relazioni false..solo ora me ne accorgo..
    Cara giovanna “. …la solita espressione: se non sarò una bambina…. perchè avevo da badare al fratellino…. cosa fra l’altro, già suggerita da Marco nell’incontro, e che viene ripetuta pari pari.”per me aveva un significato molto molto profondo ,particolare e molto intimo..con pensieri legati alla morte del mio primo fratellino..e per me ha voluto dire per anni ed anni prendermi cura e sentirmi iperesponsabile del mio secondo fratello .morto quattro anni fa.ringrazio Marco per l’opportunità di qs stupendo cammino che ci porta a far chiarezza, luce .. su ciò che abbiamo vissuto e ad affidarci con fiducia alla trasformazione sulla strada della verità.un fraterno abbraccio irene

  13. Cara Irene sono stata partecipe già in passato delle tue sofferenti condivisioni e ne conoisco la profondità.
    Hai lavorato sodo e già ne stai godendo qualche frutto.
    Sono sicura che Giovanna non voleva mettere in dubbio la tua autenticità. Bisogna dare del tempo ai nuovi praticanti per comprendere che questo è un luogo di dolore vero che tende però ad una rinascita vera.
    Ti abbraccio Gabriella

  14. grazie gabriella per la tua vicinanza e per l’intima conoscenza di qs anni.la condivisioneè senza dubbio il dono delicato che le persone offrono. frutto di tempo ,fatica di scrivere,fatica di guardare dentro..
    il mio commento-risposta a giovanna non voleva rimarcare l’autencitità del mio scritto ma offrire, approfondire la mia testimonianza .offrire in verità ( dopo tante belle illusioni, dopo tante belle mascherine e falsità,….)insieme verso la Verità”la tua Parola Signore è Verità:consacraci nella verità”(così , proprio oggi nelle letture …)
    credo fermamente nelle condivisioni come spazio importante per la ns. crescita, come luogo di confronto.di ricerca personale e comune .ddrsi pace sa offrire anche questo con l’acccompagnamento di chi ha già percorso qs passaggi e sa darti fiducia, conforto, stimolo” Esortatevi a vicenda ogni giorno”: grazie. un abbraccio affettuoso Irene

  15. Questo esercizio mi sta impegnando particolarmente, soprattutto da quando lo sto svolgendo seguendo i passaggi del testo. Noto la fatica, il dolore nel ritornare in certi luoghi e momenti della mia infanzia e vita… Non è per niente facile neanche sostare con voi attraverso queste righe…
    Sono grata a Marco per aver subito messo in chiaro che questo particolare lavoro non è una “caccia al genitore colpevole”. Tale premessa mi ha orientato completamente su Agata, senza possibilità di fuga…e mi ha dato di iniziare ad “assolvere” i miei amati genitori anch’essi figli di relazioni ferite. Sto anche sperimentando la necessità della pratica meditativa. Senza di essa, che apre, conclude e ,come un ruscello sotterraneo, accompagna i vari passaggi di questo esercizio per me sarebbe impossibile andare avanti per la sofferenza che emerge. La pratica mi sostiene e mi aiuta come fosse una madre che mi abbraccia o un balsamo delicato che allevia e sana. Trovo la forza di guardarmi con gentilezza e amore e di scoprire sempre un po’ di più, attraverso un’esperienza concreta, direi incarnata, che non sono gli altri a legittimare il mio esistere….
    Riferendomi allo specifico dell’esercizio: le ingiunzioni che ho sentito in maniera prepotente (ne ho sentite anche altre ma non con la stessa forza): non esistere, non essere te stessa, non pensare, non stare male-non avere bisogni.
    Le conclusioni errare, rispettivamente: sarò libera, sarò considerata, sarò amata, sarò forte-inviolabile. Quando Marco ha elencato le ingiunzioni ho notato che quelle di “non esistere e non pensare” mi hanno scosso particolarmente. Su queste due mi soffermo un pochino per descrivere come le relative conclusioni errate hanno orientato le mie scelte.
    La prima ingiunzione per la “libertà” -per ciò che posso scorgere ora- mi ha portato a vivere le relazioni in maniera molto parziale; ricevevo tanto in confidenza, amore e fiducia dalle amicizie e conoscenze ma non mi lasciavo coinvolgere emotivamente oltre un certo limite; non mi lasciavo amare profondamente. Tutto doveva essere sotto controllo. Non mi fidavo di chi diceva di amarmi o mi apprezzava. Ho abbandonato molte relazioni quando queste si sono fatte troppo pressanti, esigenti. Ho fatto soffrire chi mi ha amato e ho sofferto. Alcune persone tra le più vicine mi dicevano che ero irraggiungibile. Per mia madre ero imprevedibile. Io sapevo che ero diversa da come apparivo e che bastava così poco…Avevo messo una pietra tombale sulla mia persona “troppo” sensibile, incandescente, piena di vita… e perciò “sconveniente”….
    L’ingiunzione “non pensare” si è tradotta in mancanza di libertà su scelte fondamentali della mia vita che ho portato avanti con tanta lentezza. Sfiducia sulle mie capacità e potenzialità. Ogni volta che ho compiuto scelte meravigliose per me se queste incontravo la disapprovazione della famiglia, anziché essere comunque serena e felice, mi affliggevo con sensi di colpa.
    Quando “oggi”, in maniera più o meno esplicita, arriva l’ingiunzione “non pensare” dentro me sento una rivolta e rabbia enorme, mi sento annullata come persona. Quella del “non esistere” suscita delusione, dolore immenso, allontanamento dalla relazione. Mi sembra che tutte le ingiunzioni siano riconducibili al non esistere.
    Un caro abbraccio a tutti.
    Agata

  16. Ciao sono Nicoletta, ho appena finito di vedere e fare gli esercizi del 6° incontro.
    anche io come le altre ho trovato difficolta’ nel 4° passaggio.
    Diciamo anche che il passaggio piu’ difficoltoso per me e’ stato nell’esprimere l’aspetto positivo di ogni nostra negativita’, che si trova invece nel 3° o di cio’ che ci hanno inculcato dall’infanzia i nostri genitori….ma non solo , anche da esperienze o amicizie vissute in passato.
    Nella parte invece delle ingiunzioni, mi sono sorpresa felicemente, di far parte solo di 5 passaggi….anziche’ tutti e nove come invece pensavo, anche se a mio parere sono i piu’ importanti quelli che io ho evidenziato.Ero gia’ pronta a commiserarmi…e invece…ho acquistato cosi’ la consapevolezza di non essere poi cosi’ messa male. E per una che lo e’ stata convinta fin ora….mi viene da dire….niente male. Per me e’ un passo avanti. Per quanto riguarda invece la meditazione…ho fatto dei passi indietro, significa che non la sto’ praticando giornalmente e forse come Maria la trovo piu’ un obbligo . Ascolto sopratutto il mio ego, specialmente quando non riesco a dedicargli tempo. Ma come dice Marco sto’ mancando di umilta’ e perseveranza. Come fare per tornare a quell’ entusiasmo iniziale?
    Vorrei invece rispondere a Miriam, ma con chi andavi al cinema? E da che gente e’ frequentato il mondo se non si e’ piu’ capaci di piangere ad un certo tipo di film? Forse eri l’unica viva in quella sala….te lo dico io!
    Grazie a tutti! Sono contenta se riusciro’ a guarire con il vostro aiuto in questo grande viaggio insieme.
    A presto.

  17. Cara Nicoletta come ha spiegato Marco nell’ultimo incontro (forse lo devi ancora vedere) noi oscilliamo da uno stato all’altro continuamente. E’ normale!
    Per la meditazione non lo devi sentire un’obbligo per carità, ma come può succedere per un esercizio fisico che sicuramente ci fa bene ma per pigrizia non ci va di farlo….ecco direi che qui subentra un po’ di disciplina, nel senso che anche solo 10 minuti al giorno vanno bene.
    Per ciò che riguarda l’esercizio se puoi scrivere quali sono le tue ingiunzioni ti posso aiutare ad andare avanti. Buona giornata Gabriella

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