54 thoughts on “Quinto incontro (11 Gennaio)

  1. Lettera aperta a Marco Guzzi.
    Ma chi sei,chi ti dà l autorità di entrare nella mia anima e di venirmi a dire che devo passare da un io ego centrato a un io in conversione?
    Chi ti dà questa autorità?
    Ma ti rendi conto che stai entrando nella sfera più intima,più personale delle persone,più personale addirittura di un cancro,di una malattia
    invasiva e grave dove solo un medico competente e con rispetto e conoscenza può entrarvi?
    Sei tu un medico? Hai rispetto e conoscenza?
    Scusami ma dopo aver ascoltato il quinto incontro sono entrato in crisi e ho scoperto l’estrema serietà di quello che stiamo facendo e delle indicazioni che tu dai e che seguiti fedelmente veramente modificano l’anima e lo stato mentale!
    La mia anima come l’anima di ciascuno è inviolabile (io penso) e
    chi la viola è un ladro e un brigante.
    Io credo che solo Dio può violare l’anima di ciascuno.
    Sei tu Dio?
    Sto forse bestemmiando?
    Prima di andare avanti con gli esercizi di auto con. devo liberarmi di questi ostacoli!
    Come vedi non ho neppure io ho il sacro rispetto; ma la posta in gioco è troppo alta!

    In parole povere o sei un inviato di Dio o sei un ladro e un brigante non ci sono vie di mezzo.
    Con stima e ….rispetto
    Claudio.
    A tutti i darcipacisti per conoscenza.

  2. Grazie Claudio per la sincerità che mostri sino in fondo.
    Io non sono Marco ( vedrai che ti risponderà presto ) ma devo dirti che chissà in quanti praticanti si è presentato questo pensiero ?!
    Come avrai sicuramente capito il nostro è un cammino d’iniziazione cristiana molto serio e reale.
    Con un pò di pazienza, umiltà e perseveranza potrai sperimentare che questo altro non è che una reale trasformazione, un passaggio di stato consapevole che può essere mantenuto più o meno a lungo e quando sei in relazione con lo Spirito della Vita ne sei Parte anche tu.
    Un abbraccio Ale

  3. Caro Claudio, grazie delle tue parole, e stai sereno, noi non forziamo nessuno e non penetriamo invasivamente nelle anime. Noi cerchiamo solo di aiutare le persone a conoscersi sempre meglio per vivere con crescente consapevolezza e libertà, Deo concedente, come scriveva Jung.
    Proseguiamo perciò con serenità, e a occhi sempre più aperti.
    Ciao. Marco

  4. Se posso dico anche la mia….la provocazione di Claudio è comprensibile e mi stimola. E’ vero, c’è una parte di noi che davvero non sopporta questa intrusione perchè in fondo in fondo nella prigione sta anche bene!
    E’ venire allo scoperto che fa paura, la trasformazione poi…… già il verbo in se terrorizza, quante volte ci ho riflettuto, io mi trasformo, mi apro alla vita, dono agli altri e poi se do sicuramente prima o poi qualcuno ne approfitta e mi schiaccia! Oppure rimane tutta un’illusione!
    Quanto è contorta la nostra mente.
    Però poi ho cominciato ad avere un pò di fiducia, ad ascoltare una persona come Marco che non è assolutamente Dio, ma è qualcuno molto normale che però, proprio perchè normale, ha sofferto in prima persona, ha messo in discussione se stesso, ha vissuto l’abisso della depressione e della “crisi” della propria identità. Quindi si è messo in ricerca sfruttando il suo “sapere” nella ricerca di una via di uscita e davvero per me, seguirlo, è stata la via d’uscita. Si ricade e ci si rialza certo, ma davvero cari amici la consapevolezza del vero senso della vita ora mi accompagna più che mai!
    Vale la pena di tentare e ascoltare anche qualcuno un pò “pazzo” come si definisce Marco appunto.
    Un abbraccio a tutti Gabriella

  5. Cari, amici di questo viaggio, mi presento, mi chiamo Nicoletta.
    Seguo il corso telematico da Roma. La prima impressione che ho avuto seguendo i primi 2 incontri è stata positivissima, mi sono subito detta, finalmente sono nel posto giusto, potrò riuscire a guarire le mie ferite.
    Quindi ho iniziato a fare meditazione seguendo la voce di Marco nel terzo incontro. L’ effetto mi è parso subito benefico e quindi ho cominciato a farla tutti i giorni. Ho avuto la percezione nel praticarla di vedere o sentire delle onde in me piacevoli. Non so’ ora se è stata solo una mia fantasia o un effetto che invece porta la meditazione. Poi ci sono stati anche 2 giorni in cui per mancanza di tempo non sono riuscita a farla, però poi dopo averla ripresa mi è invece capitato di addormentarmi, oppure non riuscire ad avere pensieri, oppure avere dei flash di paura, pensando a cose spiacevoli che mi sono capitate nella vita o che ancora capitano. Oggi per esempio mi sono sforzata di non addormentarmi, però non riuscivo a pensare a nulla se non in piccoli e brevi momenti. Beh, quello che voglio dirvi è se tutto rientra nella norma? Devo comunque pensare a cose negative per poterle eliminare?
    Vi ringrazio di cuore e un abbraccio a tutti!

  6. Bene Nicoletta sono lieta di sentire anche la tua voce.
    Colgo l’occasione per spronare gli amici telematici ad intervenire più spesso, senza timore, questo è un luogo di condivisione, di ascolto. Anche un minimo dubbio o contrarietà o difficoltà è bene esprimerli e non tenere niente dentro! Mi giunge notizia che siete 100 e più, fin ora solo una ventina di voi credo ha scritto su questo sito. Vi chiedo, come va con la meditazione? Riuscite a mantenere una regolarità, avete un rifiuto? Noi siamo qui per darvi un aiuto!

    Ed ora rispondo a Nicoletta che ha ben espresso alcune perplessità. Inizierei col dire che la meditazione non è solo un mezzo per rilassarsi, naturalmente l’attenzione alle sensazioni corporee ed al respiro crea un certo rilassamento e questo è un bene. La meditazione, però, è anche e soprattutto uno strumento per ritornare in contatto con le proprie profondità e con il presente. Si lascia alle spalle il passato si evita di rimpiangere errori commessi, cose non fatte, si evita di ricordare offese ricevute; così come aiuta ad allentare le ansie per il futuro che non sono altro che proiezioni comunque del passato.

    Per questo è importante mantenere una posizione comoda ma tale da renderci vigili protesi all’ascolto delle emozioni e dei pensieri e anche di quelle “onde” o sensazioni piacevoli che arrivano quando ci si lascia andare e si contatta veramente il momento presente. Mi pare strano Nicoletta che ti addormenti, forse mediti in orari prossimi al sonno? Sarebbe meglio farlo al mattino o comunque prima del tramonto.
    La posizione è con la schiena eretta? Con i muscoli addominali leggermente contratti ed il resto rilassato?

    Inoltre non preoccuparti di andare a cercare i pensieri qualora non ti assillano, l’ascolto vuol dire attendere ciò che arriva e se non arriva, meglio, goditi la pace del momento, il vuoto che guarisce.
    E’ proprio questo il problema che noi non siamo abituati a godere del presente, passiamo dai tormenti dei nostri pensieri al sonno.

    Spero di averti dato delle indicazioni, ma mi raccomando, e ora mi rivolgo a tutti, non abbiate l’ansia di dover meditare e doverlo fare bene, lasciatevi andare e godete di questa bella novità nella vostra vita!
    Un caro saluto Gabriella

  7. Carissimi amici, ciao. Sono Maria e sono una consacrata. E’ la prima volta che scrivo. Sono contenta di partecipare con voi al corso di darsi pace. Ringrazio molto Marco, che ascolto volentieri. Le sue riflessioni sono per me molto stimolanti e mi aiutano a chiarire molte cose della mia personalità. Nonostante i miei 86 anni, partecipo molto volentieri e gusto molto ciò che ci viene detto e proposto. La mia età non mi consente d’impegnarmi in grandi studi, né grandi approfondimenti culturali, ma le mie sorelle (con le quali partecipo a questa annualità) mi aiutano ad approfondire insieme i contenuti di ogni appuntamento. Infatti, dopo aver ascoltato insieme ogni incontro, ne riparliamo volentieri tra noi, aiutandoci a capire meglio quello che è stato detto, riflettendo sulla nostra vita. E questo sento che mi fa molto bene. Un abbraccio grande e un caro saluto a tutti. Ciao, Maria

  8. Ciao Maria, piacere di conoscerti, sono Beatrice, anche io sono alla prima annualità e anche io non ho ancora preso l’abitudine di scrivere su questa pagina.
    Leggendo la tua presentazione ed altre, che in certi aspetti richiamavano la tua, mi colpisce proprio la vostra età abbinata al coraggio e la voglia di mettersi profondamente in gioco come chiede questo percorso.
    Siete bellissime in questo vostro modo di fare , ‘fate tanta luce’ vi ringrazio per la vostra testimonianza.
    Con affetto
    Beatrice

  9. Forse, senza le parole incoraggianti di Gabriella questa volta non sarei intervenuta con il commento, non per indolenza ma per i molteplici spunti di riflessione che Marco ci ha donato nell’ultimo incontro e che mi hanno reso silenziosa e meditabonda.
    Il quinto incontro, infatti, per me, è stato molto forte (sto sentendo scricchiolare tante mie presunzioni e incoerenze): prendere maggiore coscienza degli “stati dell’Io”, del fatto che oscillo continuamente da uno stato all’altro, che sono sbriciolata in pensieri, paure, contraddizioni, il passare concretamente dal “come se..” all’ “anche se…” nell’amare, credere e sperare…, il cammino di conformazione a Cristo ….
    In questi contenuti c’è una vita da vivere…
    Il pensiero della morte poi non mi lascia…Non si tratta di un pensiero tetro ma, in questo periodo, muto, attonito. Eppure da molti anni penso alla morte, essa ha fatto ingresso nella mia vita in tutta la sua drammaticità quando avevo 18 anni con la morte di mia sorella. Ma sta accadendo che la pratica meditativa mi sta insegnando a respirare, a conoscere il mio respiro e a morire. Il respiro è vita! e io non gli avevo mai prestato attenzione e cura se non da quando sto facendo questo cammino con voi. Ma l’espiro è anche donare vita, è “lasciare andare” fino all’ultimo espiro….Riflettendo sulla morte mi sto rendendo conto con maggiore e nuda consapevolezza che mi colpirà, che dovrò lasciare andare tutto, tutte le persone e beni creati che amo e trovo meravigliosi, dovrò lasciare andare me stessa (volente o meno) per una realtà misteriosa e sconosciuta. Sto guardando in faccia la morte e ci sono dei momenti nei quali rimango sconvolta e angosciata da questo “passaggio obbligatorio” che mi attende….
    In proposito, però, una luce mi è giunta dalla seconda lettura di S. Paolo, letta domenica scorsa. In essa mi ha profondamente colpito la frase “il Signore è per il corpo”, cui è seguito il riferimento alla risurrezione del nostro corpo. Ho pensato che il corpo ha bisogno di Dio per essere, per vivere e per rivivere! Ho pensato che ogni mio respiro è un Suo dono e che l’ultimo espiro sarà per dare vita allo Spazio nuovo, pieno, di Dio in me… nel mio corpo…
    Ecco alcuni miei pensieri…
    Quanti puntini di sospensione!
    Un forte abbraccio,
    Agata

  10. Io sono rimasta letteralmente di stucco, quando Marco ha nominato il movimento delle onde del mare, parlando dell’andamento del nostro respiro durante la meditazione… Di stucco, perché è proprio l’immagine chiara e pacificante (nonché piacevolissima) che mi si presenta da qualche giorno a questa parte mentre medito (e non sempre, ma solo quando… “vuole lei”). Mi sembra perfino di sentire la risacca, suono che amo immensamente. Ma proprio questo è il bello: una cosa così meravigliosa è anche, stranamente, estremamente rispettosa! Voglio dire che il mio io-egoico si fionderebbe immediatamente su quest’immagine cercando di afferrarla, trattenerla, possederla… per goderla meglio. Invece se ne resta lì, buono buono, a guardare, a goderne, e basta. Abbandonandola, o meglio lasciandola libera di andarsene, ad ogni espiro, e ritrovandola “gratuitamente” quando di nuovo accoglie la vita nell’inspirare. E’ un po’ difficile descriverlo a parole, ma trovo provvidenziale il fatto che abbia sentito Marco parlarne, dopo pochi giorni che la cosa capitava! Poi, per quanto riguarda i pensieri che possono venire durante la meditazione, confesso di essere ancora in… “luna di miele”, nel senso che la meditazione è l’unica oasi in cui i pensieri davvero non hanno di che pascolare. Non mi sembra vero di esserne affrancata, in quei momenti! L’unico “fastidio” è la difficoltà al respiro regolare per motivi di salute, e anche il rifiuto iniziale (sempre più debole) a osservarlo: ho sempre fuggito le pratiche di respirazione perché notavo che, osservando il respiro, inevitabilmente lui si modificava e io lo sentivo forzato, innaturale… Cosa che mi dava estremo disagio. Meglio lasciarlo completamente libero, per conto suo, pensavo! Un grazie di cuore a Vanna, la nostra responsabile regionale, che venendo a visitare la nostra Comunità, mi ha dato delle dritte in merito, e ora non temo più di essere io a controllare il respiro, quando questo si fa, naturalmente, più profondo man mano che “entro”… L’altro firmamento di cose che vorrei dirvi, lo scriverò un’altra volta! Per ora auguro buon cammino (verso il nostro io-vero) a tutti!

  11. Solo oggi ho potuto seguire la lezione del 11/1 per motivi familiari e di salute. Devo dire che è’ stata una lezione molto forte emotivamente , anche seguita da qui telematica mente. Ho notato la particolarità , l’attenzione e l’empatia amorevole e compassionevole, la profonda esperienza reale di Marco nel trattare la materia psicologica e riportarla alla fede. Sono ancora scostante con la pratica meditativa, forse per paura, forse una forma di estrema protezione da parte del mio ego….. Sento che il cammino è’ quello giusto. Più scivolo dentro di me , più riesco a guardare e guardarmi con umiltà e accoglienza . Un saluto a tutti i corsisti del primo anno di Darsi Pace .

  12. Ciao Maria, la tua felicità incrementa quella di tutto il gruppo quindi grazie per la tua presenza e stai con noi più spesso.

    Ciao Bea, le buone abitudini fanno bene quindi…….

    Sai Agata che sei in grande compagnia?
    Le sensazioni che descrivi molto bene sono condivise da tanti, il fatto è che non è facile accorgersene !
    Intanto la consapevolezza cresce e così anche respirare torna ad avere il suo giusto peso, finalmente !

    Ciao Myriam, che bel nome !!!
    Non ti dispiace se veniamo tutti con te in luna di miele sulla riva del mare spero, staremo anche noi in silenzio e faremo delle meditazioni ancora più efficaci.

    Ciao Myrco, grazie della tua partecipazione , la trasformazione che tutti noi cerchiamo si realizza anche nella pazienza e nella perseveranza e noi assieme ce la metteremo tutta.

    Vorrei rafforzare lo stimolo lanciato da Gabriella a tutti gli amici che ancora non conosciamo; condividere un pensiero, un dubbio, una fatica, un esercizio, una gioia o una tristezza è parte fondamentale del nostro laboratorio dove tutti siamo impegnati per dare voce a relazioni vere, profonde.
    Il mezzo forse ci ostacola ma è questa la materia sulla quale lavorare, imparare a superare gli ostacoli che si frappongono tra noi e in noi.

    Buona crescita a tutti Ale

  13. Grazie Gabriella e Alessandro per il rinnovato invito alla condivisione…
    e per la conduzione del quarto incontro. La vostra disponibilità, testimonianza e l’attenzione ad ascoltare le esperienze dei quattro “volontari” – ringrazio anche loro – e di tutti gli altri, mi ha consegnato un’altra bella dimensione di Darsi Pace. Il vostro essere al nostro fianco, un po’ come l’angelo Raffaele nella strada da lui già battuta verso la Media per accompagnare il giovane Tobia…
    Mi sento in cammino, e in modo ancora più consapevole dopo il quinto incontro che mi ha dato più chiarezza sugli stati dell’io.
    Faccio la meditazione al mattino e di sera (sono una consacrata, in comunità con Myriam, Maria, Agata…). Sto cogliendo con pazienza la mia fatica a prestare attenzione al respiro, a lasciare andare pensieri, tensioni, emozioni che, puntuali, sorgono quando mi viene suggerito che “il respiro viene da sé …come la vita”. Sto prendendo consapevolezza che ogni volta arrivo all’appuntamento con le famigerate valigie “piene di sassi”. E poi, che sollievo sapere che lì, proprio in quei minuti immensi, ho la possibilità di abbandonarmi e concedermi il DONO di non aver paura di niente e di gustare e stare libera-mente nel Presente.
    Che consolazione poi poter fare un cammino così urgente escludendo la fretta. Benedetta gradualità che offre la possibilità di fare sosta sulle sorgenti che si incontrano lungo il cammino. Penso alla lettura calma e meditata… una risorsa che ogni volta mi offre passi di rientro nel presente.
    Quando avevo letto il “grido” di Claudio non avevo ancora seguito il quinto incontro. Ero curiosa di sentire cosa poteva aver causato il suo intervento. Dopo ho capito che davvero il viaggio che stiamo facendo è straordinario, da vertigine, urgente, divino e umanissimo… Si tratta di un Ritorno che chiama in causa la consapevolezza della nostra umile grandezza e libertà.
    Son contenta di fare questo rientro a CASA, con tutti voi.
    un abbraccio
    elisabetta

  14. Carissimi, che bel coro di voci, grazie di aver accolto l’invito. Sappiamo benissimo quali resistenze si presentano nel mettersi in gioco, nell’esporre le proprie fragilità, è stata dura anche per noi all’inizio.
    Solo il percorso e la pratica di tutti i giorni sono stati teraupetici; è come se ci fossimo liberati da tante catene che ci impedivano di esprimere il nostro vero essere. E la certezza che tutto l’operato è solo a fin di bene (quello nostro e quindi degli altri) ci ha dato il coraggio di andare avanti, aiutare Marco e anche di condurre qualche incontro. Con tutta l’umiltà e i limiti di un essere umano.

    Cara Elisabetta quanto poco tempo dedichiamo al respiro, a volte mi trovo a pensarci all’improvviso e comincio davvero ad inspirare ed espirare, magari in macchina nel traffico.
    Sono lieta dei piccoli passi in avanti del vostro cammino.
    Vi abbraccio Gabriella

  15. Ciao a tutti!
    Davvero denso questo incontro, e ricco di spunti su cui davvero riflettere.
    Ho trovato particolarmente interessante l’accenno alla “pesantezza” di cui parla la Weil, che effettivamente descrive bene il peso che innesca continuamente la caduta, fisicamente e si direbbe quasi ineluttabilmente. Il lavoro che abbiamo iniziato a fare fornisce allora delle parentesi di “grazia”, o può, potrà, in qualche modo alleggerire del peso strutturale che ci porta ad essere sonnambuli e infelici (o euforici, comunque passionali)? Inseriamo parentesi di respiro o davvero “perdiamo peso”? O entrambe le cose?

    Vorrei poi condividere alcune sensazioni avvertite durante la pratica, e i relativi dubbi, per capire se sono comuni:
    1) forte calore alle mani;
    2) respiri che in fase avanzata di rilassamento diventano cortissimi: l’aria che inspiro ed espiro è pochissima in questa fase “densa” (tanto da farmi pensare di avere polmoni da topo): non dovrei cercare di modificare il respiro e prendere più aria?
    3) la schiena-antenna: un dubbio è sull’attivazione dei muscoli addominali profondi, che però sento un minimo solo se inclino il torso indietro;
    4) l’attitudine interiore di sorriso: è un’immagine mentale o realmente un sorriso fisico può modificare il mio stato interiore?

    Spero di avere qualche vostro parere a riguardo, vi auguro buon pomeriggio e buon lavoro!

    PS: Penso di capire lo stato d’animo che sta dietro la lettera di Claudio M., questa è una vera e propria “manomissione” del sistema, lo dico in senso buono, lavorare per liberarci, almeno un po’, comporta una presa di responsabilità molto forte.

  16. Voglio esprimere la mia gratitudine a Marco per quanto ci ha detto sugli stati dell’io…in particolare vedendo a ritroso le scelte professionali della mia vita noto quanto l’ io egocentrato abbia purtroppo influito…ascoltare e leggere quanto Marco ha detto mi ha dato conferma di quanto sia in realtà molto più benefico dare spazio all’io vero e voglio dedicare il mio tempo ad ESSERE più che sembrare…grazie a tutti voi e buona ricerca interiore a tutti! 🙂

  17. Ciao Giuseppe,
    alla prima parte della tua riflessione darai risposta rapidamente perchè con un po di costanza e applicazione potrai vivere ” parentesi di respiro ” e se ti soffermerai un pochino li ti accorgerai che non sono altro che reali ” perdite di peso ” .
    Certo il lavoro ci accompagnerà oltre e cioè a non ricaricarci di altro peso che è sempre li pronto per ricaderci addosso.
    Le sensazioni che descrivi della tua meditazione sono abbastanza comuni, liberare energie normalmente bloccate in inutili contrazioni può dare diversi effetti di calore concentrato; Il respiro non devi forzarlo ma forse quanto descrivi può dipendere da contrazione involontaria, fermati dipiù sul rilassamento fisico, scendici meglio e verticalizza bene la colonna poichè questo permetterà una migliore apertura dello sterno e tutto sarà più ampio; la posizione del tronco, come il resto, deve essere comoda.
    Non forzare, la pratica è un piacere che ci concediamo e non un dovere!!!
    Se la vivrai così vedrai che il sorriso fiorirà anche fisicamente.

    Ciao Raffaele,
    Grazie a te per la condivisione.

    A tutti buon cammino. Ale

  18. Salve Giuseppe,
    hai chiesto un parere e questo è il mio: il calore alle mani ci sta ( probabilmente lo percepisci solo nelle mani perchè le tieni una sull’altra), è come quando si cerca di rianimare una persona inducendola a respirare…. se poco prima il suo corpo si era raffreddato a causa della crisi, pian piano riprende energia e la temperatura si alza, la persona diviene calda. Poi vengo al problema del tuo respiro: Anche io penso di non avere due polmoni da corridore, tuttavia dopo un pò che pratico, il mio respiro si fa sempre più lungo e più lento. Mi pare di capire poi che tu colleghi la durata del respiro alla quantità di aria che entra ed esce. Secondo me non devi misurare quanta aria entra, non devi respirare “con la testa”, nel senso che non deve essere un atto di volontà, ma solo “ascoltare” il movimento che deve partire dal basso, dalla pancia ( è lì che sentirai una piccola contrazione all’addome) per salire fin dentro le narici, eppoi ridiscendere fino a fermarsi con una piccola sosta, è qui che percepisci quiete e riposo…. Per quanto riguarda la schiena, sì deve essere dritta, ma la postura la devi trovare tu; a me capita es. di tendere ad oscillare un pò in avanti e di piegarmi ma poi mi ergo nuovamente….. Il mio respiro infine non ha ancora raggiunto la dimensione del sorriso interiore; accetto questa forma ma non l’ho ancora interiorizzata; ma forse l’interiorizzo ora così: se io trovo la quiete in me non può essere che sotto forma di un sorriso, ossia di qualcosa che è opposto e contrario a ciò che era in me prima che respirassi consapevolmente, è un grazie a Dio che mi fa essere viva e presente, per questo sorrido. Grazie amico, per avermi dato questa opportunità di riflessione. Spero anche di esserti stata solo un pò di aiuto. Giovanna

    • sperando inserire esattamente queste mie considerazioni) Ben trovati a tutti e grazie delle vostre condivisioni che mi portano a scrivere per la prima volta qualche considerazione. .
      Una domanda che ci è stata posta in questo quinto incontro è perchè noi siamo qui.
      parliamo qui come gruppi darsi Pace o come qui su questa esistenza?
      ho compreso questa domanda come Gruppi Darsi Pace… per me la risposta è siamo qui per stare meglio con noi stessi, per dare un altra opportunità malgrado tutto alla spiritualità e cristianesimo, per poter condividere con altre persone gli eventi della nostra vita, sapendo che ci sono altre persone come noi in ricerca, magari con i nostri dubbi e le stesse difficoltà, magari risolte o comunque facilitate.
      Ancora sulla prima parte di questo quinto incontro, Marco ci parla della cultura su Wikipedia, dispiace ma conosco un giovane di 27 anni laureato l’altro anno in lettere, che è andato questa estate con la sua ragazza a fare un viaggio in grecia…tornato mi ha detto.. sono andato anche nell’isola di itaca… volevamo salire sulla montagna ma poi abbiamo visto che non si poteva, io dico a si bello , ma cosa cè stato a itaca… risposta. Non lo so… comprendo che stai con la ragazza, ma quel che mi ha fatto urtare è il fatto che so bene che lui sta tutto il giorno con l’iphone in mano e non ha questa curiosità e voglia di sapere il motivo per il quale questa isola è famosa…neanche reputa interessante ricercare il motivo su internet! questo per dire, l’importanza di condividere con tutti voi le nostre riflessioni di vita, e per ricordarci che il nostro voler ricercare è una cosa poco comune ai giorni odierni, anche se abbiamo mille mezzi di informazione antichi e moderni, quando non si ha interesse ha sapere qualsiasi mezzo comunicativo ci venga sotto le mani lo scartiamo.come rammentavo prima bello condividere l’esperienza dei gruppi “darsi pace” perchè siamo in ricerca, e ovviamente ricerchiamo qualcosa che manca o un qualcosa in più!
      Grazie, alle prossime.

  19. Grazie Alessandro e grazie Giovanna, sì che siete stati di aiuto, molto! A distanza possono sorgere mille dubbi anche e soprattutto “pratici”. Grazie ancora.

  20. Si Michele hai compreso bene ciò che Marco chiedeva: il motivo della propria partecipazione ai gruppi Darsi Pace. E forse è bene chiedercelo spesso!
    Le tue risposte riflettono davvero l’intento del nostro lavoro.
    Stare meglio (con noi stessi e quindi con il prossimo), credere in una nuova evangelizzazione per comprendere a fondo la rivelazione cristiana e farla propria, condividere la sofferenza (ma anche la gioa) degli altri, sostenerci a vicenda cercando di vivere ogni istante con la giusta equanimità.
    E allora buon lavoro guidati dalla fiducia e dalla speranza! Un caro saluto Gabriella

  21. Ti chiedo scusa Massimo mi sono confusa con il tuo cognome.

    Sai comunque riflettevo che questo percorso spirituale mi ha anche insegnato negli anni a vedere la vita con occhi diversi! Se siamo assidui nella pratica riuscendo pian piano a far crescere la pace dentro di noi, impareremo anche a discernere ciò che è davvero salutare per noi; ad esempio la generosità, la pazienza, la compassione e soprattutto forse riusciremo a liberarci da quelli che possono essere veri attaccamenti (pensiamo ai soldi o alla carriera).

    Le oscillazioni dell’io le vedremo sempre meglio, e questa consapevolezza è davvero curativa. Gabriella

  22. Ciao Giovanna,
    lo stile della tua attiva partecipazione al lavoro del gruppo mi piace molto.
    Si percepisce un tuo personale cammino di ricerca che ti ha fatto sperimentare esperienze che probabilmente si integrano a dP, sarebbe forse anche utile parlarne, che ne pensi ?
    Spesso entriamo in bellissime relazioni con cammini pluriennali di Yoga, Buddismo, attivismo cattolico ( il sottoscritto ), psicoanalisi e altro e tutte le volte cresce la nostra ricchezza generale, quindi . . . . . . .
    Senza forzature, un abbraccio Ale

  23. Ciao a tutti. Anche io mi presento per la prima volta. Sono una studentessa fuori sede e non posso seguire attivamente tutti gli incontri, infatti sono riuscita ad ascoltare il quinto solo oggi.
    Riflettevo su una cosa in particolare. Quando l’io si trova nello stato del dolore causato da un lutto, ma un dolore che supera la barriera della razionalità e del vivere quotidiano, nel quale tutto il mondo appare del tutto trasfigurato e buio.. Ci troviamo ancora all’interno dell’io ego-centrato o al di fuori di esso? Il dolore é un aspetto sincronico, che può “colpire” anche l’io vero o è solo un sotto-stato dell’io ego-centrato?

  24. Cara Claudia
    Mi è venuto in mente subito, leggendo le tue parole, il pianto di Gesù nell’apprendere della morte di Lazzaro.
    Anche la nostra parte vera e pura è viva emotivamente, guai se non lo fosse! Il vero io relazionale ama e gioisce nell’essere amato e come tale è soggetto anche alla sofferenza dovuta ad una lontananza e tanto più ad un distacco definitivo quale può essere un lutto.
    Ciò non vuol dire che si trova nello stato egocentrico assolutamente. In alcuni casi la sofferenza è nella sua natura e solo una fede profonda unitamente alle relazioni con le persone più care possono alleviarla.
    Benvenuta fra noi Claudia è confortante notare l’adesione di tanti giovani al nostro percorso. Mi auguro che possiate trovare anche con il nostro piccolo aiuto risposte alla vostra ricerca e la giusta pace e serenità!
    Un abbraccio Gabriella

  25. Grazie Claudia per la tua domanda ( anch’io l’avevo dentro) e grazie a te, Gabriella per la risposta …!
    Un abbraccio e buona giornata!
    Agata

  26. Ciao a tutti.
    Vorrei descrivere come procedo con la pratica di meditazione adesso che è passato un po’ di tempo e sono riuscita ad inserire, con una costanza ragionevole, l’esercizio in ognuna delle mie giornate, sia per mettervi in condizione di commentare quel che sbaglio, sia per il piacere di condividere quanto mi capita (e ignoro il pensiero che comunque ha attraversato la mia mente: “ma che glielo dici a fare, primo non è importante, secondo a chi vuoi che interessi)
    La ricerca della postura viene ormai facile, la trovo presto e non ho più bisogno di appoggiare la schiena a qualcosa, prima mi risultava molto difficile fare a meno di un sostegno, poi improvvisamente, senza che facessi nulla, l’esigenza non si è più presentata. Dal basso verticalizzo lentamente, seguo le vertebre della spina dorsale, non le sento tutte, questo no, ma avverto chiaro un riallineamento graduale fino alle cervicali (queste si mi sembra di sentirle una ad una, un giorno le conto -scherzo) fino al punto in cui il mento, in seguito allo stiramento, naturalmente si abbassa. Mi sento dritta come un fuso, come se la scoliosi fosse sparita, ovviamente so che non può essere vero ma la sensazione è quella.
    Quindi comincio ad osservare l’atto del respirare (su questo però mi ritrovo ad “applicare” una variante che dirò dopo), inspiro, espiro, l’aria che entra è fresca, le mani si scaldano, ad un certo punto non sento più dove inizia l’una e dove finisce l’altra anche se so esattamente dove e come sono messe, man mano mi rendo conto di inspirare più profondamente e più lentamente. L’espiro si fa più completo, lo seguo, mi ci immergo, e questa sorta di immersione è una sensazione molto piacevole. Anche l’inspiro lo è, ma è come se fosse funzionale all’abbandono dell’espiro. I pensieri inizialmente sono un groviglio, per lo più riguardano cose da fare, poi, a volte, vengono volti di persone o problemi. Le prime volte cercavo di ignorarli, in una certa misura mi “ordinavo” di ignorarli e di riportare la mia attenzione sull’atto di respirare, poi anche qui senza che facessi alcunché di particolare, da qualche tempo, le cose da fare arrivano e se ne vanno da sole, invece i problemi o il volti che si presentano richiedono ancora che io sposti la mia attenzione sul respiro per ottenere che i pensieri cambino. A questo punto dell’esercizio, quando doveri persone e problemi sono andati altrove di solito compaiono altre immagini, rimandano a cose che ho visto nella mia vita, poche ma tutte belle, oppure mi sento come se fossi altrove, anche io ho pensato una volta che era come essere sola all’alba davanti al mare, ma mi sono ritrovata anche in mezzo ad un bosco o sotto le stelle o altro. Siamo così fortunati le cose belle a questo mondo sono tante e tutte diverse.
    Dicevo della variante, provo a spiegare e mi aspetto un rimprovero. Quando espiro quel che capita (anche qui non subito, quasi subito) e che mi ritrovo ad assecondare, è un movimento verso il basso della testa e quindi un incurvamento della schiena, non molto pronunciato credo, comunque un qualcosa che ricorda la posizione di un feto nel grembo materno, è lì che mi fermo un po’ a respirare normalmente seguendo le belle immagini/sensazioni che compaiono, poi ad un certo punto è come se qualcosa mi richiamasse alla vita usuale e quindi verticalizzo simultaneamente inspiro per poi lentamente potermi riabbandonare in questa sorta di grembo magico.
    Se invece faccio come si dovrebbe ossia: mi sistemo, verticalizzo e poi inspiro ed espiro senza sforzo, accogliendo e lasciando andare, non raggiungo quello stato di benessere di cui dicevo sopra, mi fermo ad una forma di tranquillità molto composta.
    Mi fermo qui, avrei altro da dire, non sulla pratica ma sulla lettura delle pagine indicate su “La nuova umanità”, ma lo farò un’altra volta sempre che riesca a ordinare e trascrivere quanto ho in mente.
    Un caro saluto a tutti
    Maria

  27. Ciao Maria,
    mi sembra che tu stia lavorando molto bene, vedrai come arriveranno piacevoli risultati a confermare il tuo impegno positivo.
    La descrizione che fai della tua meditazione mi fa pensare però ad una grande voglia di sperimentare effetti speciali; attenzione, noi non abbiamo bisogno di questi bensì di una reale possibilità di spegnere proprio i pensieri che si ammassano alla mente non appena il silenzio si fa reale.
    Uno ad uno, li accogliamo con un sorriso, li osserviamo bene, li identifichiamo e li spegniamo; possiamo farlo, siamo liberi, nulla ce lo impedisce e ad ogni pensiero spento torna a noi maggiore energia mentale ed un piccolo incremento di autostima per la buona riuscita.
    Piccoli passi in un grande sentiero.
    La costanza, la pazienza e l’umiltà ti premieranno.
    Un abbraccio Ale

    • Grazie Alessandro. Non mi pare però di “avere una gran voglia di sperimentare effetti speciali”, non so perché ho dato questa impressione, forse ho colorito troppo la descrizione nel tentativo di avvicinare chi legge a ciò che sperimento, o forse sbaglio e hai ragione tu, ci penserò.
      Buona giornata
      Maria

  28. Ciao a tutti sono Flavio, partecipo agli incontri fisici del primo anno, è il mio primo commento.

    La mia esperienza:

    – trovo ancora grosse difficoltà a fare meditazione in maniera regolare, capita 1 o 2 volte la settimana. Non mi va, sono stanco, faccio altro ecc ecc. Però poi quando la faccio c’è quasi sempre un beneficio più che tangibile, in particolare mi aumenta chiarezza, profondità e autenticità dei pensieri, e anche quando non va benissimo è comunque un’allenamento alla disciplina, che male non fa. Conto di trovare la forza e la motivazione per farlo più spesso;

    – Nel meccanismo sorriso-abbandono mi ci trovo un pò male, infatti, sotto consiglio di Marco, sostituisco queste due attitudini mentali con altre, simili, ma che sento più mie (tipo mi concedo, mi rilasso, contemplo);

    – Fondamentale la postura, gli ischi in particolare, parte tutto dal percepire il contatto duro degli ischi con la sedia;

    – Quando riesco finalmente a connettere respiro e attitudine mentale arrivano i formicolii, dei potenti brividi, piccole esplosioni che partono dalla parte posteriore centrale della schiena e arrivano fino alla punta dei piedi, e mi fanno capire che sono sulla strada giusta. Insieme ai brividi si aprono negli inspiri le parti superiori dei polmoni, sembra quasi che l’aria le raggiunga per la prima volta.

    Colgo l’occasione per porre una domanda: come si fa, in questo processo di conversione, a vivere con gli altri in maniera serena? non è automatico l’isolamento? a me sembra di capire che più si va a fondo in questo percorso e più si è portati a cambiare radicalmente, e intendo lavoro, futuro e relazioni. Un terremoto che fa paura solo ad immaginarlo.
    Un saluto a tutti

  29. ciao a tutti sono Rosanna, una veterana. é bello e confortante ascoltare i vostri commenti e le risposte, Volevo ringraziare tutti e a Flavio volevo dire che no, non è automatico l’isolamento, perchè andando avanti nel cammino entri sempre più in empatia con le persone, capisci i loro problemi e non ti feriscono più. A me sta succedendo questo , un caro saluto Rosanna

  30. Rispondo a Flavio che non ho presente di viso ma che avrò modo di salutare al prossimo incontro. Allora per ciò che riguarda la meditazione è chiaro che soprattutto all’inizio della propria esperienza si devono vincere non poche resistenze perché diventi quasi normale e ordinario qualcosa che al momento non lo è affatto. Se posso consolarti/vi i primi anni ricordo che dopo 10 minuti di meditazione guidata da Marco spesso mi alzavo ed uscivo, sentivo quasi un insofferenza un ansia, non so. Quindi va bene se il tempo dedicato non è molto, va bene se al momento non si pratica proprio tutti i giorni, si deve capire che non è un imposizione, ma solo un attitudine a farsi del bene a curarsi.

    Infatti Flavio dopo che la fai stai meglio, forse capiterà anche a te ma io a volte per pigrizia rinuncio a fare esercizi fisici o una bella camminata ma quei momenti che poi mi concedo queste belle cose ne godo i benefici.
    Piano piano si arriverà ad apprezzare la bella medicina della meditazione! Con qualche consiglio da parte nostra ma senza perfezionismi e anche con qualche variante……….. e con questo mi rivolgo a Maria che nell’espiro si piega raccogliendosi su di se (credo che intendeva questo Alessandro scherzosamente come effetto speciale!), se ottieni beneficio è buono anche se una corretta postura con la schiena eretta anche nell’espiro per esperienza dovrebbe portare ad una maggiore percezione del presente. Ci vuole tempo!

    Concludo dicendoti Flavio che indubbiamente il rischio di ogni lavoro spirituale è, specie all’inizio, quello di trovarsi un po’ distante da chi si frequenta ordinariamente, succede anche a volte con i propri cari. Ma poi con il tempo sentendosi meglio, uscendo dalla propria gabbia, si guarderà l’altro con occhi diversi, si comprenderà meglio la sua fragilità e forse l’altro a sua volta si rapporterà diversamente non sentendosi più attaccato o giudicato!

    Bene proprio ora che mi accingevo a postare questo commento mi sono accorta dell’intervento di Rosanna, frequentatrice dei gruppi da diverso tempo (direi che si trova al primo anno perché ripetente!) e che abbraccio affettuosamente; e le sue parole guarda caso sono in sintonia con le mie.
    Giuro che non le avevo lette!

    Anch’io rivolgo l’invito a Giovanna di condividere le proprie sensazioni ed emozioni, è bello l’ascolto degli altri ma dedichiamoci anche alla nostra cura abbandonandoci ad esprimere ciò che è nel profondo!

    Cari saluti a tutti Gabriella

  31. Grazie Gabriella, mi ci voleva proprio il tuo commento, questa faccenda degli effetti speciali non mi ha più lasciato, nel senso che ho continuato a pensarci senza venirne in qualche modo a capo. Allora, per ora assecondo il “ripiegamento” anche se, come sempre, provo a rimanere eretta anche nell’espiro. Il ripiegarsi su me stessa sicuramente mi aiuta all’abbandono, per ora almeno. Vorrei però un chiarimento sulla tua espressione “una maggiore percezione del presente”. Cerco di spiegare. Abbandonarsi a quel che si avverte per me significa sentirsi, in qualche modo, parte dell’universo, essere in sintonia con qualcosa che è intrinsecamente in armonia, un insieme armonico composto però da elementi diversi che presi singolarmente e separati potrebbero apparire, anzi sono, in contrapposizione, mentre se appunto ti abbandoni e segui il respiro, anch’esso tra l’altro composto di due fasi contrapposte (inspiro-espiro), allora scopri di essere anche tu un elemento di questo insieme, un elemento che non ha bisogno di lottare per esistere quanto piuttosto solo di lasciarsi accogliere, di “essere” nel presente, e tutto ciò viene espresso con immagini che ciascuno di noi recupera inconsapevolmente (riemergono chissà da dove assolutamente da sole) dalla sua esperienza di vita (come dicevo le mie sono state l’alba sul mare e così via). Ecco in questo senso mi sembra di poter dire che abbandono e percezione del presente sono la stessa cosa. Penso sciocchezze? Ho travisato qualcosa?
    Ciao
    Maria

  32. Scusami Maria, la mia battuta voleva alleggerire ed invece……

    Nel nostro lavoro c’è bisogno anche di gioco, di allegria, di gioia ma la comunicazione a volte può fare brutti scherzi quindi direi a tutti:
    se sentite delle strane sensazioni derivanti dalle nostre risposte, per favore dateci l’opportunità di spiegare meglio il pensiero originario, replicate aiutandoci a chiarire.
    GRAZIE

    Certo Maria che la tua bella esperienza è essere nel presente, nell’armonia cosmica che tiene assieme tutto facendolo vibrare in modo distinto nel rispetto delle proprie caratteristiche.
    A proposito ma quale mare è quello che all’alba ti ha conquistata???
    Un abbraccio Ale

  33. Ciao Marco. Ho partecipato per la prima volta all’incontro il 25 gennaio. Raccolgo il tuo invito ad aggiungere eventuali ingiunzioni.
    Domenica me ne mancavano due, poi oggi mentre lavoravo mi sono accorta che ne mancava un’altra.
    – NON SENTIRE quello che senti” che ha a che fare con il non riconoscimento delle emozioni (e non è assimilabile al “non essere intimo” di cui parlavi domenica)
    – “NON essere del tuo sesso”
    – Non godere

    Entrambi hanno effetti molto deleteri sulla persona perché portano ad una distorsione del proprio vissuto…
    Sperando di aver fatto cosa gradita, vi saluto caramente

  34. Buongiorno Elita ti rispondo io anche se ti sei rivolta a Marco che comunque segue il sito e legge ogni intervento. Le ingiunzioni proposte da Marco sul testo Darsi Pace possono anche essere ampliate da alcune più specifiche in base a ciò che si sente dentro. Però se ci pensi quelle che hai espresse (non sentire, non essere del tuo sesso, non godere) potrebbero appartenere tutte a “non essere te stessa” o addirittura “non esistere”!

    Cara Maria come ha ben detto Alessandro quell’armonia, quelle percezioni che provi sono il presente. L’importante è, anche se per pochi istanti, non logorarsi con i pensieri del passato e le ansie per il futuro. Ciò non significa che l’abbandono al “qui e ora” non riporti belle immagini del passato che fortunatamente non è tutto da dimenticare! A presto Gabriella
    Gabriella

  35. Rispondo ad Alessandro.
    Non devi scusarti, va bene così, alla fine ho solo pensato un po’ di più, il che non guasta. Ad ogni modo sì, se qualcosa “non mi dovesse tornare” in futuro chiedo prima.
    Il mare era lo Ionio, Ero sulla parte di costa lucana, molti anni fa, quando non c’era nulla di nulla (non è un modo di dire), niente stabilimenti balneari e brutture correlate. Ho un’altra alba nella mia vita ancora più preziosa, davvero per me questa è stata un dono di Dio (adesso lo so), sul Po, ero in viaggio in treno con mia nonna e avevo solo tre anni. E adesso nessuno dica che è impossibile conservare ricordi che risalgono a quell’età, o che me lo ricordo solo perché me l’hanno raccontato gli adulti negli anni successivi. Non è vero, e non si tratta solo di ricordi e sensazioni, di quell’evento ho proprio le prove.
    🙂
    Maria

  36. Grande Mery, hai ricordi di quella età ?!
    Io purtroppo fatico moltissimo nel ricordare situazioni che risalgono alla prima infanzia, forse perchè è molto lontana!
    Anche per me il mare evoca momenti importanti, gran parte dei miei momenti di relax li ho vissuti sulle sue rive e mi ha sempre affascinato poterlo vivere in immersione in modo naturale, potrei dire di sentirmi un pesce fuor d’acqua…..
    Un abbraccio Ale

  37. Questi esercizi, anche se ancora prendo la costanza per farli, quando li faccio mi sento bene, rilassata, serena. Vorrei un chiarimento, come ho visto nei video, è indifferente mantenere la bocca chiusa o semiaperta e alla fine, si aprono gli occhi
    subito, o si sofferma piano piano come per risvegliare ogni parte del corpo e poi si apre gli occhi? Grazie….

  38. Mi sento sulla buona strada per capire tante cose che prima mi sembravano contraddittorie su di me, sapere che ci sono delle motivazioni e che possiamo riconoscerle per prendere consapevolezza e modificarle….
    Voglio e mi impegno a uscire dal Io egocentrato verso l’io vero……..
    Guardarmi in profondità, riconoscere e modificare, per trovare maggior benessere per me stessa, per stare in relazione con gli altri e con Dio in maniera più autentica………….

  39. Voglio solo ringraziare Gabriella e Alessandro … e scusatemi se ogni tanto mi sfugge qualche risposta o non mi faccio viva subito.
    Buona giornata
    Maria

  40. Salve,
    vorrei comunicarvi le mia impressioni relative al 6° incontro. Quando Marco ci ha introdotti nell’esercizio, devo dire che sono rimasta subito un pò perplessa. Infatti nell’ascolto di come Marco ha impostato l’esercizio, mi sono vista calata nella realtà – oggi molto in voga – in cui vige il linguaggio dei test-quiz (prove di esami, concorsi ecc.), e con tutta la difficoltà di trovare in più e varie opzioni, la risposta più idonea alla domanda fondamentale. La percezione poi si è modificata e cioè: attraverso la lettura dell’esercizio riportato nel testo, con una concentrazione maggiore sui vari punti tanto da ripeterli e serbarli nella memoria in più giornate, ho sperimentato l’apertura della mente con la stessa freschezza di quando, Giovanna studentessa, nel corso di un esame, doveva cercare di entrare, più in profondità possibile, di un testo poetico di un autore ” ermetico “, per comprenderne nel contenuto lo spirito nelle sue varie sfaccettature. Nel nostro caso però l’oggetto ermetico coincide con l’analista …. la situazione è completamente nuova e differente. L’analisi che opero non è per ottenere 1 merito e la promozione attraverso un voto brillante che mi gratifica soprattutto grazie alle mie capacità intellettive, ma è : ” Conosci te stessa “, per una gratificazione più grande, di tutta la persona, per riuscire ad essere un pò più vera, permettere al mio spirito di entrare in comunione con lo Spirito…che prima ” aleggiava sulle acque “….poi…ha creato, ha dato cioè un ordine, ha riempito gli spazi in cui dominava il vuoto e l’abisso…… Un augurio a me e anche a voi.
    Giovanna

  41. Cara Mercedes rispondo qui a tutti i tuoi commenti; il primo postato all’incontro del 14 dicembre riguarda immagino il primo esercizio in cui, in seguito ad un invito ricevuto all’ultimo momento e mal motivato, hai provato una rabbia ed una frustrazione!
    Hai descritto bene le tue emozioni del momento sopraggiunte dopo la rabbia iniziale, tristezza e delusione ed il tuo comportamento immediato: rifiuto senza far intravedere la tua disapprovazione (almeno così mi è parso).
    Cioè soffri senza darlo a vedere anzi simulando indifferenza ma comunque isolandoti.
    E’ così?
    Bene puoi serenamente e con tutto il tempo che vuoi riflettere su questo:
    ordinariamente quando ti senti offesa o ferita reagisci nello stesso modo?

    Per ciò che riguarda la meditazione normalmente si inspira ed espira con il naso, è chiaro che in un atteggiamento distensivo in cui la mandibola si rilassa (io ad esempio ho l’abitudine di poggiare la lingua sul palato) la bocca può rimanere semi-aperta.
    Alla fine della seduta ognuno si comporta come meglio crede, è bene comunque riprendere i movimenti lentamente, stirarsi, abbandonare il capo a penzoloni fra le ginocchia. L’importante è non perdere subito il giovamento della meditazione, il senso di leggerezza e di rilassamento acquisito, con movimenti di scatto, repentini……..come siamo soliti fare, continuamente!
    Buon proseguimento Gabriella

    • Grazie per la tua risposta, a volte soprattutto con membri della famiglia, ad esempio una sorella, reagisco in modo aggressivo ,magari evito di offendere ma rispondo alzando la voce……….

      • Si Mercedes può capitare che in contesti diversi il nostro modo di reagire è diverso; ma in entrambi i modi possiamo essere aggressivi. Spesso il rifiuto o l’indifferenza può colpire l’altro anche peggio di un urlo.
        Comunque soffriamo anche noi.
        Bene così! Ora puoi procedere all’esercizio del sesto incontro dopo averlo ascoltato e meditato. Un saluto Gabriella

  42. Cara Maria che non sia motivo d’ansia anche il collegamento con il sito, per carità! Questo è un luogo di condivisione e di ascolto, ciò non toglie che ogni tanto si può avere voglia di stare un pò con se stessi, ed è giusto così senza sentirsi in colpa. Ognuno è libero di fare ciò che sente.
    Comunque devo dire che i vostri ringraziamenti per i nostri consigli e suggerimenti ci riempiono il cuore e ci danno la forza dovuta.
    Maria ti auguro una dolcissima buonanotte! Gabriella

  43. Cara Giovanna bene tu parli dell’esercizio condotto da Marco nel sesto incontro, molto forte indubbiamente! Ma è innegabile che tutta la nostra vita o almeno una buona parte di essa è stata condizionata da una genesi familiare di ingiunzioni e di conseguenti conclusioni errate che hanno forzato e distorto molte nostre scelte ed atteggiamenti.

    Riuscire a decodificare tutto questo con un linguaggio semplice non è stato facile per Marco che comunque, grazie alla sua esperienza e a quella di altri prima di lui, è riuscito a guidarci in questo lavoro di introspezione quanto mai arduo.
    Condivido il tuo augurio e ti ringrazio.
    A tale proposito volevo dire a tutti che, data la delicatezza dell’esercizio (quello su mamma e papà intendo), potete anche non scrivere sul sito l’elenco di ingiunzioni percepite dalla madre o dal padre. L’importante è condividerne il risultato nella vostra vita anche solo esprimendo la conclusione errata che avete fatto vostra.
    Un abbraccio Gabriella

  44. Cari amici, come dice bene Giovanna, questo esercizio possiede caratteri “ermetici”, che richiedono ciioè pazienza e costanza per rivelare il loro contenuto.
    E noi d’altronde non abbiamo fretta, sappiamo per esperienza che certe illuminazioni interiori vengono solo quando devono e possono venire, noi però rimaniamo aperti e in sereno ascolto.
    Hermes infatti, da cui deriva l’aggettivo ermetico, è il dio dei messaggi e anche della loro interpretazione (ermeneutica…), ed è particolarmente sfuggente con le sue ali ai piedi.
    Un abbraccio. Marco

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