19 thoughts on “Nono incontro (3 Aprile)

  1. Ho INIZIATO vera- mente bene questa bella domenica di primavera, facendo la pratica introduttiva e quella finale di questo nuovo incontro.
    Il saluto finale di Marco ai telematici e il suo invito a partecipare fisicamente mi sta riempiendo di gioia, poiché lo ritengo rivolto anche a me ( pur non essendo il mio ego di questo parere, ma per una volta vorrei infischiarmene del suo giudizio!!!). Parole dunque che mi hanno rincuorata e consolata e per questo sto scrivendo, per guarire. Per guarire dall’egoicità e autoreferenzialità di questo ormai a me noto agglomerato di paure, che mi assalgono ogni volta che mi accingo a fare una condivisione sul blog. Avevo confessato questa paura e la sintetica risposta di Marco era stata: “FLUIDIFICARE”. Dopo più di una anno incomincio ora a sperimentare cosa significa incarnare questa parola. Per esempio, nel caso della condivisione, liberarmi delle paure di non saper scrivere bene e di essere giudicata da come e cosa scrivo, che mi conducono spesso alla rinuncia ad utilizzare il blog.
    Quindi si tratta di riconoscere il perfezionismo che mi raggela e non solo nel caso della scrittura.
    Non mi sento abbastanza intelligente? Mi vergogno del fatto che ho una cultura insufficiente e approssimativa? Mi accetto così, adesso, e lascio andare queste parole scritte da me nel vortice della rete, le lascio scorrere via e non mi irrigidisco nella paura del giudizio o, ancor più, dell’indifferenza di chi le leggerà.
    Tutti questi miei AGGHIACCIANTI pregiudizi sono un bell’ osso duro. È il mio stato ordinario, distorto, così come si è forgiato attraverso le esperienze, di terra direi, che ho vissuto.
    Forse questo ha a che fare con i piedi che devono essere lavati? I piedi potrebbero essere simbolo del nostro legame con la terra, del nostro orizzonte biologico, governato dagli istinti di sopravvivenza e riproduzione: la religione dell’aldiquà.
    Come dice Marco la religione dell’ego si realizza nel camuffamento degli istinti primordiali, nell’attuazione di strategie di difesa per conservare i nostri geni e mandarli avanti a scapito di quelli degli altri. Allora nel momento in cui mi spoglio delle mie paure e difese, oltrepasso la soglia dell’orizzonte biologico e raggiungo il punto di partenza della via che Dio ha tracciato per me alla quale si può accedere appunto dopo la lavanda dei piedi.
    Grazie di nuovo a Marco, Gabriella, Ale.
    Un caro saluto a tutti,
    Lidia

  2. Lidia……eccoti finalmente !

    Certo che scrivi proprio male……..

    Non si capisce niente della bellezza del tuo Spirito che brilla luminoso tra le lettere delle parole che hai scelto.

    “Non mi sento abbastanza intelligente? Mi vergogno del fatto che ho una cultura insufficiente e approssimativa?”

    A si? E allora stai dimenticando che io sono un artigiano con un diplomino conquistato senza grandi sforzi e con enormi lacune culturali.
    Questo però non toglie che quando si offre quello che si ha, con generosità, ciò che arriva è di grande aiuto; proprio come hai fatto tu.
    Infondo io mi consolo pensando che ho meno da faticare nel lasciar andare tutto quello che so.

    Coraggio , ci piace sentirti quindi lasciati andare in profondità e la sorgente ti offrirà sempre le parole che servono.

    Un abbraccio Ale

  3. Grazie Lidia della tua condivisione sia sul blog sia dal vivo la scorsa domenica in cui ci siamo trovati da Iside ed abbiamo vissuto un momento per me veramente autentico

    Come ti abbiamo detto tutti domenica sei tu che ti butti giù, perchè ti assicuro che noi presenti abbiamo potuto ammirare la tua profondità e tutta la strada che stai facendo e che hai largamente condiviso con noi dando il tuo prezioso contributo

    Anch’io a volte mi sento inadeguata, piccola, altre volte oscillo e mi ritrovo a pensarmi di più di quello che sono, ma penso e spero che grazie a Darsi Pace scopriremo sempre più la nostra forma e la nostra vera sostanza e quella Luce che è in noi potrà vivere sempre di più e potremo finalemente guardare a noi stessi con quella ammirazione e quello stupore di fronte alla bellezze e la ricchezza che lo Spirito creatore ha messo in noi

    Buon cammino e un forte abbraccio!

  4. Veramente mi spiazza ogni volta, questo percorso. Parto un po’ teso e un po’ concentrato sulle mie faccende, e piano piano mi apro, vengo ancora acchiappato di sorpresa. E’ proprio un cammino che piano piano scava, rivela nuove possibilità, anche di vivere la fede.

    Così quando Marco Guzzi avverte che “mancano dei posti dove condividere le paure”, registro inizialmente la frase come una cosa così, appena una cosa giusta tra le tante, e passo avanti. Senza pensare profondamente a quanto possa essere esatta. E sopratutto senza minimamente sapere che di lì a poco lo avrei toccato con mano, l’avrei sperimentato con tutto me stesso, anzi.

    Ma il Mistero si diverte, ti fa i trucchi. Ti spiazza.

    Difatti è appena dopo l’intervallo, che ci si divide per gruppetti, per affrontare insieme l’esercizio a nove punti, quello introdotto nel corso dell’incontro precedente. Ed ecco che il mio gruppetto, con Lula che conduce, si raduna nella panchetta all’aperto, vicino alla macchinetta del caffè.

    Ed è proprio allora, in modalità imprevista, che un semplice esercizio si trasforma in qualcosa che tocca la coscienza e la smuove.

    Vorrei specificare. Non è una cosa tra le tante, è diverso. E’ una cosa che non accade mai, nella vita ordinaria. Cioè, ritrovarsi accanto una persona che conosci in maniera superficiale, che in maniera – possiamo dire – totalmente inaspettata, si apre a parlare delle sue vere paure, del suo timore di scomparire, di essere presa per pazza, di non incidere, di scivolare via… con tranquilla onestà snocciola tutto questo, lì di fianco a te.

    E no, non è che tu appena prendi nota e dici, asetticamente, “ah, ok, questa persona è così…” come se fossi un registratore passivo ed inerte di eventi esterni.

    Tutt’altro.

    E’ che avviene una cosa sorprendente: avviene che ogni paura che viene elencata, tu la senti risuonare dentro di te. E pensi (e vorresti gridare), “sì io ho questa paura, anche io ho questa paura! Questa è la mia paura!!!”, questa paura che pensavi di avere soltanto tu. Certo, in teoria, lo sai già che le paure riguardano tutti, non è mica che sei nato ieri. E’ che comunque quelle paure, in quella forma esatta, pensavi di averle solo te.

    E allora una persona che espone con sobrietà e onesta precisione le sue paure più intime, non c’è niente da fare, tu l’abbracceresti, le vuoi bene. Non è più lontana/opposta/nemica a te, alla tua espressività: è quasi parte di te, estensione di te. Tu e lei siete parte di qualcosa di più grande e non c’è più conflitto, frizione, opposizione, distinzione.

    Tra parentesi, cosa completamente estranea perfino alla terapia psicanalitica, almeno nella forma tradizionale, che conosco io. In quel caso, lì sei davanti ad un terapeuta e – certo – ti apri, ti puoi anche riuscire ad aprire in modo veramente profondo, puoi sentire che le tue paure sono accolte benevolmente, puoi cullarti e rinfrancarti nella assenza di giudizio.

    Siamo d’accordo, tutte cose che fanno bene. Eppure non senti così prossima l’interiorità di un’altra persona. Delle paure del terapeuta, del resto, non sai praticamente un piffero, è uno specchio opaco.

    E quindi qui accade un’altra cosa. Che d’un tratto ti scopri profondamente fratello di quella persona. Quella persona lì accanto improvvisamente la vedi “dall’interno”, d’un tratto sei sbalzato fuori da tutte le convenzioni sociali e i movimenti di superficie, quelli guardinghi e cauti nei quali sovente ti intrattiene, e sei di colpo a contatto completo con l’interiorità di una persona. Allora ne sei, appunto, fratello perché scopri quanto tu e quella persona vi assomigliate dentro, quanto la vostra anima è simile nel profondo. Al di là delle differenze di età, di sesso, di opinioni, di atteggiamenti spirituali, al di là del vissuto che può essere diverso che più diverso non si può.

    Mi capita di pensare a certi aspetti della fisica, per cui certe forze sembrano diverse solo “a bassa energia” mentre quando l’energia sale, la vibrazione si fa più limpida, le forze di unificano, e quello che è diverso scopri che è solo apparenza: le cose sono uno. E questa non è interpretazione, è scienza.

    E mi capita di pensare ogni tanto alla frase di Gesù che compare nella Lettera ai Galati, “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”

    E mi capita di prenderla più “sul serio” di quanto facevo tempo fa. Il “tutti siete uno” è un accenno misterioso ma profondo, perché davvero mi sembra che la distanza tra i corpi diminuisca, se mi apro a certi stati di coscienza. Che la separazione in qualche modo – ripeto, a me misterioso – si attenui, venga perlomeno ad ammorbidirsi, ad iniziare a stemperarsi. Che vi sia una Luce così forte che se riconosciuta, accolta (anche tentativamente accolta), ebbene questa inizia ad ammorbidire le apparenti separazioni, risanare le “rotture di simmetria” che ci appaiono così spesso drammaticamente reali.

    Così la dolorosa distanza uomo/donna si attraversa in modo naturale e più efficace, mentre tutto il mondo intorno a me sembra dirmi che si annulli solo nell’atto sessuale. Drammatica bugia – ora lo vedo – perché si appoggia su una fragilità naturale della persona, per cui sembra sempre vera, e poi passandoci attraverso ti accorgi che non lo è.

    Non è quello, o perlomeno non è solo quello.

    Non è nel possesso della carne che annulli la distanza, anzi a volte la distanza può anche aumentare. Può aumentare, quando ti accorgi che il nucleo pulsante di una persona, fosse pure sotto il tuo completo controllo, fosse pure – al limite – assoggettata al tuo dominio, ti sfugge, è qualcosa di impalpabile che ti sfugge tra le mani, passa via e il possesso della carne non serve, non giova a trattenerlo.

    Sì questa del sesso è una sorta di grande bugia, ma non te ne accorgi riflettendo teoricamente (o applicandoti praticamente… comunque attività probabilmente più divertente di quella speculativa), te ne accorgi quando scopri che c’è un modo di conoscenza diverso, non invasivo, che può essere più intimo dell’atto sessuale.

    Ma questa – che ci può essere qualcosa di più intimo del sesso – è quasi una “bestemmia” per il modo di pensare del nostro tempo. E la falsità della cosa non la scopri che quando sei posto davanti ad uno stato diverso di coscienza, ad un modo nuovo (ma probabilmente anche molto antico) di vedere le cose, di annullare le distanze. Di vivere.

    Ecco. Io sono rimasto stupito di aver “conosciuto” una persona casualmente seduta vicino a me in maniera delicata e non invasiva, ma profonda. Sono rimasto stupito del fatto di come le parole possano aver trasportato alla luce degli strati di paura così intimi, così vicini al nucleo vitale della persona.

    Nucleo vitale che – ripeto – non arriveresti mai a cogliere, con nessun traffico carnale. Ed ecco, anche per queste sorprese è bello, questo cammino. E’ significativo. E’ mio.

  5. Grazie Ale per le tue battute, mi hai fatto ridere!
    Anch’io non la sopporto più questa bambina timorosa e complessata, tutta gattini e fiorellini che, per darsi consistenza, ha bisogno dei “brava” dalla mamma e dalla maestra e dell’approvazione del mondo.
    Colgo l’occasione per dirti che il tuo esempio è molto significativo per me.
    L’anno scorso mi chiedevo come tu fossi riuscito a conciliare l’impegno nei gruppi DP con la famiglia e un lavoro in proprio – che da solo assorbe tutte le energie di un artigiano normale perché non si stacca mai tra scadenze clienti bilancio ecc.- cioè come facessi a pareggiare il conto con il prezzo da pagare in termini di energie fisiche e concentrazione mentale.
    Ora mi rendo conto che in questo cammino si sperimenta una Pentecoste continua, dove si concede spazio allo Spirito le energie si moltiplicano.
    Vorrei ancora dire qualcosa riguardo alle condivisioni. Per chi segue da casa sono parte integrante del lavoro, per questo le prendo così sul serio, si tratta di trasmettere esperienze vissute nella propra carne, la realtà che abbiamo sperimentato lasciandoci o non lasciandoci trasformare via via. Come dice Iside “mi arrovello”, ma per produrre che cosa? Un testo di parole che in relazione tra loro producano senso. Non mi viene di getto, quasi mai. Di solito prima della stesura finale c’è un travaglio o meglio una gravidanza prima ancora, in cui ciò che voglio esprimere incomincia a prendere forma nelle numerose brutte. In poche parole impiego tanto tempo!!!

    Grazie anche te Laura per l’incoraggiamento che mi dai. Sono d’accordo con te, Darsi Pace ha fatto fiorire delle relazioni sorprendentemente profonde nel nostro piccolo gruppo, in cui ognuno ha dato il suo contributo.

    Un affettuoso abbraccio

  6. Grazie Marco Castellani per le tue parole, leggerti mi riempie sempre il cuore di tanta poesia e tanta scienza nello stesso tempo. Finalmente i mondi della spiritualità e della concretezza si uniscono.

    Quanta verità nelle tue parole, le condivisioni di Darsi Pace sono profonde, è mettersi a nudo e donare questo vissuto agli altri.

    Viviamo in un mondo in cui il sesso è ostentato in ogni sua forma, ma quando parli con le persone, con tante coppie amiche, come a volte mi succede, quanta difficoltà, l’universo femminile e maschile che non si incontrano con i loro tempi così diversi, quanti problemi, quante coppie che già dopo pochi anni di convivenza non hanno più rapporti, quanto si parla di sessualità e quanto si vivono in realtà dal di dentro ancora tanti tabù, quanto stato egoico entra in quella sfera e non porta di certo alla conoscenza o alla gioia vera

    Mi permetto di segnalarti un libro che ha scritto un mio amico
    sull’incontro tra la Matematica ed il Cristianesimo

    https://editrice.effata.it/libro/9788869290718/dio-e-lipercubo/

    E’ un po tecnico, nel senso che presenta aspetti abbastanza avanzati di matematica ma per chi è nel settore secondo me può essere interessante.
    In realtà lo presento a scatola chiusa perchè non l’ho ancora letto, ma conoscendo l’autore, penso possa essere interessante.

    Un saluto a tutti

    • Grazie Laura per le tue parole,

      la realtà è proprio incredibile… l’ultima cosa che avrei pensato partecipando all’incontro DP, se me lo avessero chiesto, era sperimentare questa condivisione così intima (tanto da farmi toccare con mano un diversa e bella relazionalità), tanto da farmi ragionare sui modi assai convenzionali in cui io spesso penso intimità legato a sessualità… credo sia un tema enorme, che io ho appena indegnamente accennato!

      Grazie anche per la segnalazione del libro, mi sembra davvero molto interessante. Preso nota!

      Un abbraccio,

  7. Caro Marco Castellani anch’io ti ringrazio per la generosità con la quale comunichi in questo spazio.
    Leggo sempre con cura le tue condivisioni e ogni volta sono stupita di più dalla tue capacità di approfondimento e di dar voce all’interiorità, dalla quale è scaturita una rinascita senza fine. C’è un’immensità, un universo dentro di te, in cui empatia, poesia, scienza, consapevolezza e complessità creano relazioni sorprendenti.
    Un abbraccio

    • Cara Lidia,

      grazie infinite per le tue gentili parole. L’avventura dentro Darsi Pace (e questo era per me imprevedibile) è per me presto diventata un’avventura anche e soprattutto dentro il mistero della creatività e dell’espressività. Certe cose volevano uscire ma hanno trovato solo qui una modalità compiuta e sopratutto un ascolto condiviso e vibrante.

      Ma del resto, nessun merito: mai come in questi casi mi sento come uno “strumento” e semmai l’unica cosa veramente “mia” è questa, la decisione di fermare il flusso o lasciarlo risuonare. La speranza ed insieme la fonte di gioia più grande, per me, è che questo possa essere messo “a servizio” di qualcosa ben più grande e profondo di me. Qualcosa a cui poter guardare, qualcosa da poter seguire.

      Ogni dono è un compito (Käthe Kollwitz)

      Un abbraccio

  8. Che bello !!!
    Queste condivisioni danno continuità agli incontri e confermano la possibilità di una comunicazione vera anche con mezzi telematici…..

    Certo avere Marco C. nel gruppo è una fortuna, coglie aspetti che spesso possono passare inosservati o comunque poco approfonditi come anche questa volta con la grande, fondamentale importanza delle condivisioni.

    Pensare che l’ego spessissimo se ne impossessa e scattano dei meccanismi di giudizio o consiglio o chiacchiera o distrazione e la bontà offerta si spreca in attesa della prossima occasione ( se ci sarà ) .

    Grazie Marco per aver evidenziato quanto credo proprio tutti noi viviamo in una vera condivisione e grazie anche per aver introdotto il tema della distorsione sessuale che sta minando pericolosamente le relazioni umane.

    Sento appartenermi una chiara sensazione: una relazione intima non necessita dell’incontro sessuale e una relazione sessuale può non essere intima, mettere le due cose in sintonia è una grande e complicatissima opera che presuppone l’attiva e faticosa opera di partecipazione degli interessati …….. e noi siamo pigri !

    Imparare a lavorare in profondità ci renderà si, simili ai palombari ma è l’unico modo per favorire la crescita del Nuovo.

    Un sorriso Ale

    • Grazie Alessandro,

      gli aspetti che colgo sono tutti lì pronti, che “mi chiamano”, è una bel cammino questo ed è sempre più urgente. Sarà una mia impressione soggettiva, sarà il mio personale percorso di vita, epperò ogni giorno che passa mi sembra sempre più indispensabile questo lavoro, e sopratutto questa riconiugazione della fede con tutti i fermenti più vivi di quanto accade nel mondo e nelle diverse tradizioni spirituali. In questo viaggio finalmente siamo aperti a parlare con chiunque.

      Ho appena iniziato un percorso di Joga Kundalini, e posso dire che capisco sempre di più l’importanza del respiro e degli esercizi che Marco ci fa compiere ogni volta che ci vediamo. Capisco anche che se si cerca veramente di star meglio, è stupido e controproducente guardare con diffidenza o paura ogni esperienza apparentemente “esterna” a come NOI stessi immaginiamo “debba essere” il nostro cammino spirituale (in realtà noi spesso non sappiamo assolutamente niente, ci facciamo solo tante proiezioni). C’è molta gente che ancora lo fa, ma io comincio ad essere francamente stufo di dimorare in posizione di “difesa”: stare in Darsi Pace mi fa anzi venire voglia di essere libero…

      Libero, sì, proprio per cominciare a rimodulare le parole e i concetti. Rimodulare intanto il senso di “sessualità”, “intimità”, come ben dicevi tu Alessandro! E’ faticoso, per me anche molto: ma mi dico, è possibile. E poi mi piace ricordarmi che non siamo da soli, siamo guidati.

      Un sorriso a tutti!!!

  9. Cari amici da quando è iniziata l opzione di fede non riesco piu’a condividere nulla, anzi c’e’ l’aridità più totale in me. Il lavoro lo faccio certo ma c’e’ come il nulla.
    Cioè c’è solo l emozione fortissima che mi accompagna giorno e notte ma che non mi da parole da dire. Solo emozione.
    È solo conforto per me leggervi e così altra emozione.
    Ho condiviso questo!
    Un sorriso
    Claudio.

  10. Ciao Claudio, amico mio,
    le emozioni sono vita, prova a descriverle così come le senti e se vuoi ne possiamo parlare.
    La scelta di fede è un grande salto che presuppone un grande cambiamento, qualcosa muore per fare spazio ad Altro ma le abitudini e gli ambienti non mollano la presa.
    Fatichiamo assieme se vuoi.
    Un abbraccio Ale

  11. L’ assoluta straordinarieta’ della mia vita in questo momento di scelta di fede. Stupore e meraviglia per le cose straordinarie che accadono dentro e fuori di me.
    Stupore e meraviglia per la mia vita passata che ora è vista e riletta in una luce nuova. Ma una luce fatta di carne però.
    Stupore e meraviglia per una calda Presenza che si sta rigenerando in me e che è luce di
    tutto questo. Ma una luce calda, carnale.
    Infine non dimentico che c’è un altra emozione che è la paura della morte che c’è sempre, un angoscia che è presente nelle relazioni e in meditazione ma per la prima volta in vita mia mi pare almeno a volte di riuscire a guardarla in faccia e così fa meno paura anzi mi viene da sorridere e le relazioni quindi sono un po’ più belle.
    Incredibile ma vero.

    Sono stupefatto.
    In sintesi secondo me ci sono due vere emozioni
    L emozione della vita e l emozipne della morte ma per la prima volta in vita mia queste due energie non si contrastano vicendevolmente ma cercano di conoscersi!! Ma, ovviamente è una mia considerazione ‘ emotiva’ non sono competente in materia.
    Comunque ragazzi per me è straordinario!!

    Grazie Alessandro.
    Un sorriso a tutti
    Claudio.

  12. Caro Claudio la paura della morte è comune a tutti, anzi direi è la paura primordiale quella che, tra i vari strati di paure di cui siamo “impastati”, è posta nella parte più profonda perchè viene sentita come l’annientamento del proprio essere.

    Il lavoro consiste proprio nel liberarci da questa convinzione e credere invece che la morte non è la fine di tutto ma anzi è l’inizio….e l’unico modo forse è proprio come hai detto tu nel guardare in faccia questa paura che ci paralizza e ci impedisce di vivere pienamente.

    Ed è davvero bello quando dici che queste emozioni (vita morte) cominciano a conoscersi, vuol dire che si stanno integrando e l’una accetta l’altra; a questo ci può aiutare l’imparare a morire ogni giorno un po’ di più, con la pratica e farne esperienza.

    Non sei solo Claudio a vivere questo sballottamento quotidiano tra tali emozioni, in fondo siamo tutti come “pecorelle smarrite” e non ci resta che affidarci e a proposito di pecorelle ti saluto con questa frase della bellissima lettura di oggi (Vangelo di Giovanni 10,27-30) che davvero mi ha colpito:

    “Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”!
    Crediamoci. Ti abbraccio con affetto Gabriella

  13. ciao amici cari … ricompaio dopo molto tempo in cui ho camminato in silenzio, accettando, non sempre nella pace, di non arrivare a tutto, di dover cambiare i programmi, di dare ascolto a chi mi sta vicino e mi abita accanto e di rimandare di conseguenza quel tempo che è per me, che aspetto con sete, che non è condiviso in casa o per ora non è il momento di condividere, e dunque, che non può prendere spazi che sono degli altri.
    Gli appuntamenti degli incontri, infatti, sono un tempo per me (che pur va a beneficio degli altri!!) e li aspetto con tanto desiderio. In genere è il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio successivi agli incontri che mi dedico all’ascolto degli incontri DP. Durante la settimana, poi, non mancano le occasioni in cui collegare le verità ascoltate e condivise con il quotidiano da affrontare. E scrivo, penso, rifletto, prego, …
    Sono rimasta molto indietro per una serie di cose e solo ora mi sono messa in pari, pronta per il prossimo incontro.
    Vi dico grazie per le condivisioni profonde, per il mettervi a nudo e dare voce a quanto vi si muove dentro.
    In qs tempo di silenzio “telematico” ho lavorato sul cammino proposto e l’esercizio a 9 punti è uno strumento che più volte sto prendendo in mano. Mi ha colpito Marco qnd nel presentarlo ha detto che può diventare anche uno strumento quotidiano, quando serve, come può essere cadenzato più raramente altre volte. Beh! Subito ho detto tra me e me: “accidenti! Tutti i giorni è esagerato!!!”. Ora apprezzo e riconosco i benefici, pur nella fatica di viverlo, perché apre porte sconosciute di me, dà nomi a reazioni automatiche, mi fa crescere …
    Mi sono resa conto da poco, e lo avevo sempre negato, che quando sto zitta e non intervengo nei conflitti o nelle condivisioni in casa (sto vivendo una situazione complessa e di sofferenza in cui il contesto in casa non permette un confronto ed uno scambio maturi, ma al contrario, intervenire significa inevitabilmente creare conflitto e viene letta come porsi da avversari ad un pensiero, una visione, un modo di fare che può essere diverso, o per lo meno confrontato perchè nasca qualcosa di nuovo). Per non creare conflitto ulteriore taccio o se non comporta problemi annuisco. Lo faccio sì per un retroterra mio infantile per cui dal conflitto qnd ero bambina sono sempre fuggita, ma scopro ora, anche con l’esercizio a 9 punti e grazie alla riflessione ilteriore su di esso che agisco così anche per paura della mia reazione di rabbia che penso di non saper controllare. Una paura, come le altre guardate in qs cammino di DP, che è infantile e che può essere guarita da Cristo se lo lascio entrare, se gli lascio attraversare quelle paure.
    Ho scelto il silenzio piuttosto che il conflitto ulteriore, e può essere una strategia matura, ma solo se quel silenzio è pacificato, e non pieno di rabbia (come spesso è) che non si può esprimere o di dialoghi interiori di accusa, di non sopportazione, di giudizio nei confronti dell’altra che in questo momento non è pronta.
    Altrimenti il mio silenzio è aggressività passiva e peggiora la mia gastrite…
    Non so se si capisce quello che ho scritto, è una condivisione così, scritta perchè ho voglia di essere parte, perchè mi fa un gran bene leggervi, sentirvi presenti e scrivere del mio.
    Vi abbraccio tutti.
    grazie
    dam

  14. Grazie Dam, la tua partecipazione si sente anche quando non riesci a scrivere, sappiamo che sei li impegnata in qualcosa che richiede attenzione e che non appena potrai ti farai sentire .
    La scelta del silenzio può essere matura ma…….. lavoriamo su quella rabbia che denuncia invece qualcosa che non va.
    Quando manca la possibilità di un confronto non possiamo imporlo bisogna saper attendere il momento opportuno ( che di certo non mancherà ) ma ancor dipiù prepararci per sfruttarlo al meglio, utilizzando il linguaggio più gentile per descrivere in modo chiaro e deciso le nostre idee.
    Mentre lo dico penso a quando difficile sia tutto questo, solo una vera integrità lo rende possibile e questa è il frutto di un lungo cammino di autoconoscimento e accoglienza della propria interiorità.
    Noi non abbiamo fretta, facciamo i nostri piccoli passi e cerchiamo di restare concentrati sulla considerazioni che non siamo soli.
    Un abbraccio Ale

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