44 thoughts on “Nono incontro (19 Marzo)

  1. Grazie per i saluti che ricambio con gratitudine e auguro a tutte una Buona, serena Pasqua nella gioia del Cristo Risorto
    Carla Umbria

  2. Mi pare che questa fine di triennio sta come imprimendo una accelerazione a tante cose, tanti temi, che sono rimasti quasi sospesi per molti anni, dentro di me. E adesso è come se a tutto venisse impressa una velocità nuova, tanto che a volte sono sbalzato fuori dai miei equilibri, dalle mie strategie di sopravvivenza. E’ come se il nuovo, il Vero, volesse entrare più decisamente nella mia vita. E quindi è ancora più doloroso resistere, e più pacificante aderire.

    E’ vero, siamo ad una resa dei conti. La mia paura è più profonda, più accanita e incattivita, quando sono appunto nello stato di paura (egoico, o come lo vogliamo chiamare). E al contempo, il mio sollievo è più radicato, quando sono nell’altro stato. E’ proprio la forza che hanno (ancora?) le mie paure e le mie strategie di compensazione, che mi confondono. Dove sono io veramente, cosa è giusto che faccia, adesso? Andare all’approfondimento? Considerare magari “perfino” il corso di formatore? A volte mi sembra il mio desiderio, altre volte mi sembra una totale pazzia.

    Non mi capisco: sono indietro ed avanti nello stesso tempo.

    E’ vero, tante cose sono cambiate, in questi tre anni ho assistito ad autentiche meraviglie, mi sono stati donati incontri e momenti profondissimi e veri: mi viene in mente la lettura di ieri l’altro, “Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita” (Deuteronomio, Cap. 4) E ora, in questa fine di triennio, la capisco in tutta la sua carnalità concreta.

    Accipicchia. In effetti Dio è sempre concreto (la mi mente prova a ridurre a discorso quello che è carne viva, ma si imbatte in qualcosa di irriducibile). In fondo se non fosse concreto, non sarebbe interessante.

    L’esercizio della seconda parte ha perfezionato il colpo, e l’ha messo interamente a segno. Mi ha sbalzato proprio fuori da una serie di sottili compromessi mentali, che girano in continuo nella mia testa. Ha smosso qualcosa. Mi ha messo davanti, di netto e senza avvisarmi, a quello che veramente vorrei essere. E al nucleo di questo percorso, che per me, misteriosamente (ora lo vedo), è stato sempre e soprattutto un invito alla creatività. A superare la paura ed essere creativo. E questo, fin dall’inizio, declinato in una serie di occasioni (i post sul blog DP, il gruppo facebook, l’attività nel gruppo cultura…) che mi hanno fatto molto crescere, da questo punto di vista.

    Il Mistero usa questo movimento, usa tutto, per quel che vuole Lui, non c’è discorso che tenga. Per me, mi pare, lo sta usando per farmi tornare a cosa vuole da me, a cosa sono io.

    E questo a volte brucia, spaventa.

    Risana e brucia allo stesso tempo, è veramente strano. E’ come se del materiale sedimentato da tempo (e con perpetuo e sordo dolore), fosse pazientemente smosso, zolla per zolla, e prendendo aria, facendolo respirare, tornano su paure ed aspirazioni, desideri e timori. Come una ferita che si riespone perché possa essere curata. Accolta, e curata.

    Marco dice, nell’inizio del manuale, “ripartire dalle emozioni”. Io sono sempre scappato dalle emozioni. Ho cercato un riparo sicuro, e forse la scienza poteva esserlo. Mi sono detto, qui c’è una oggettività, c’è modo di stare tranquilli. Una formula, dopotutto, è una formula. Sia che stai bene sia che stai male. C’è qualcosa cui aggrapparsi. L’emotività fa paura, non la controllo, non la capisco. Sarò forte se non sarò emotivo, mi salverò se sarò un essere razionale. Le emozioni, le passioni, sono quelle alla base dei dissidi in casa, della forza distruttrice dei litigi da cui il mio io bambino vorrebbe scappare disperatamente, e ancora vuole. Alla larga: meglio essere razionali e freddi. Ecco, così quel bambino si potrà salvare. Farà così: si farà una bella corazza di ragionevolezza, di buon senso, e così potrà vivere. O sopravvivere, almeno. Ma non sarà dilaniato, distrutto, spezzettato.

    Per un po’ è anche andata.

    Ma quel bambino non aveva fatto bene i conti con se stesso. Pensava di poter decidere una strategia di vita, per sempre. O meglio, non conosceva una parte di lui che voleva assolutamente venire fuori. E che avrebbe scatenato di tutto, ma proprio di tutto – qualsiasi disagio se necessario – per essere ascoltata. Era una voce che non poteva ammettere di non compiere il suo destino. E’ realmente drammatico. Perché se ignorata fino in fondo, avrebbe scatenato la mia autodistruzione, lo sento. Tutto, ma non poteva ammettere di rimanere sepolta.

    Così sta venendo fuori. Ancora non so bene come gestirla, come capire il cammino della mia vita. Avrei voluto fare scelte diverse, senza paura? Probabilmente sì. Fino dall’università. O anche prima. Ma non mi fidavo, appunto.

    Volevo scrivere, fin dall’inizio, fin da quando mi ricordo. Voglio scrivere. E’ la cosa che mi fa star meglio, è la cosa che mi fa sentire vivo. Vivo, e grato per la vita.

    Forse ho fatto scelte dettate dalla paura. Eppure vedo che quello che ho seguito, se appena un po’ “liberato”, interagisce e parla con la mia parte più “creativa”, ed è anche una meravigliosa occasione. Una occasione per intendere la scienza in modo più morbido e creativo, e per riconciliare le due parti di me stesso. Ambedue, autentiche, in fondo. E vedo che in qualche misura alla gente interessa, questo modo di capire l’umanità della scienza. E’ come se mi venisse data una prospettiva nuova, adesso, che salva TUTTO di quello che ho fatto, di quello che ho deciso.

    Ma sono appena intuizioni. Lampi nella penombra.

    Sta cambiando tutto così velocemente dentro di me che sono spiazzato. Anche nel mio lavoro. Sento questa esigenza di cambiamento potente, a volte mi fa sentire tutto piccolo, inutile. Fino a che non scatta qualcosa e lo posso mettere in relazione con quella parte palpitante di me stesso, creativa, e allora respiro, di nuovo.

    Ma è tutto nuovissimo. Sembra buffo, ma a cinquant’anni passati, devo capire il mio destino, capire cosa fare, capire a cosa sono davvero chiamato.

    Tu, che vuoi da me, perché io lo faccia?

    • Carissimo Marco come sempre le tue parole mi colpiscono  nel profondo.
      In fondo il tuo travaglio è anche il mio, forse è quello di tutti noi che partecipiamo a questi gruppi.  Io ho avuto il privilegio di iniziare a cambiare lo sguardo tanto tempo fa.
      Ma so che anche tu sei in ricerca da molto, il fatto è che, comunque la mettiamo, è davvero una lotta infinita.
      L’importante è non mollare e soprattutto gustare lo stupore del cambiamento se pur con i nostri piccolissimi passi.
      Stiamo cambiando visione, stiamo modificando il linguaggio, e acquisendo una sensibilità inaudita: anche a me sono piaciute tantissimo le parole del Deuterotomio.
      Si non dobbiamo dimenticare quanto di prezioso abbiamo visto e ascoltato. E si è sempre in tempo per poter trasformare la propria esistenza, senza stravolgerla ma aggiungendo quel pizzico di “sale” che le dà un senso e ci rende liberi e creativi.
      E saremo così strumenti di guarigione!
      Non preoccuparti di cosa è bene fare dopo il triennio. Qualunque decisione tu prenda sarà quella giusta perché il cammino è iniziato e non può più tornare indietro……il tuo vero io non te lo permetterà!
      Un abbraccio carissimo
      Gabriella

      • Cara Gabriella,

        grazie di cuore! Nelle tue parole, che leggo e rileggo, trovo dei “semi” operativi e delle guide, come luci nel cammino, che sono quelle che servono, proprio per continuare il cammino, nel modo che capisco è il più ragionevole.

        Un grande abbraccio,
        Marco

  3. Nel giorno dell’Annunciazione del Signore, tanti affettuosi auguri di buon compleanno a Marco Guzzi.
    “E la parola di Gabriele parla a me e Maria Insieme:
    Rallegrati, sii felice, tu sei piena, ricolma della potenza di Dio. Il Signore per sempre è con te.”

  4. Buona solennità dell’Annunciazione a tutti …
    E’ tradizione, nella nostra famiglia religiosa, in questo giorno riconfermare il sì della consacrazione: nel Sì di Dio il nostro sì insieme a quello di maria; nella Sua fedeltà, la nostra certezza.

    Non ho ancora ascoltato il nono incontro, sto riascoltando per la seconda volta l’ottavo, denso di contenuto e di una ricchezza grande. E leggendo questo testo, mi sono tornate in mente le parole di Marco Guzzi …
    Il carattere dell’incarnazione, come carattere dell’io-Cristo, è un cammino che richiede tempo, pazienza, slanci e ritorni, … i nove mesi della gestazione …
    Vi copio uno stralcio tratto da: A. CASATI, I giorni dello Stupore, Ed. Romena 2016.
    Un abbraccio a tutti.
    dam

    “E ora a introdurci al mistero di un Dio che si veste di umanità, si veste di umanità in tutti i sensi, è la donna di Nazaret: la donna di Nazaret, giovane ragazza e i suoi nove mesi. Che dicono tempo di gestazione.
    L’ingresso del Figlio di Dio non è senza i nove mesi. Neppure per lui ci furono sconti di mesi e di giorni. Occorre un tempo per far posto, nel pensiero e nella carne, a Dio. Nel pensiero e nella carne della donna di Nazaret, come nel pensiero e nella carne di ognuno di noi”. (Angelo Casati)

  5. Grazie carissima Damiana per il testo che hai riportato molto bello ed in sintonia con il nostro lavoro di questo momento. E’ proprio vero e’ una lunga gestazione quella che precede la nascita dell’uomo nuovo e richiede un’infinità pazienza e umiltà. Fai bene a ritornare sugli incontri sostando il tempo dovuto. Questo lavoro non va fatto di fretta bensì incarnando ogni piccolo passo e traguardo……..eh sì “occorre un tempo per far posto, nel pensiero e nella carne, a Dio”.
    Un caro saluto Gabriella

  6. Sinceramente da quando ho cominciato questo percorso tre anni fa una gran parte di me ha pensato: quando sarò nell’io in Cristo proverò emozioni, sensazioni nuove, sarò più bravo, più forte, più illuminato, si vedrà la differenza. Fino ad adesso credo di aver sempre creduto questo e ho fatto in modo che tutto il mio percorso interiore potesse svilupparsi così!
    Fino ad una serie infinita di disillusioni profondamente cocenti a cui però ho “prestato attenzione” io credo con una certa consapevolezza e onestà!
    Fino a rendermi conto che è in realtà :
    Un piccolissimo seme, forse il più piccolo di tutti, che non fa rumore e non si fa notare assolutamente, assolutamente umile e silenzioso, che non vuole neanche essere osservato perché se no si trasforma (nel mio caso) in ego che vuole lavorare nell’anima nella libertà sovrana che lo contraddistingue, imperturbabile nonostante i potentissimi condizionenti ambientali e del corpo stesso, anzi forse proprio per questo deve agire così.
    Richiede solo questo sì.. un capovolgimento continuo di mentalità da parte dell’io in modo consapevole e poi.. vedremo!!

    Ciao a tutti
    Claudio.

  7. Caro Claudio, ottimo lavoro!
    Stai solcando il percorso con coraggio e tanta determinazione, con tutto il tuo cuore stai perseverando in un lavoro paziente e con umiltà ogni giorno ti rimetti al lavoro per sgombrare il terreno da tutto ciò che ostacola la crescita del “ piccolo seme”. Il seme della Parola che sta germinando la nuova umanità di Claudio in Cristo.
    Un preziosissimo seme da custodire e proteggere dalle intemperie della fretta e della diffidenza.
    Buona continuazione caro Claudio, sii davvero felice e fiducioso per la tua esperienza spirituale concreta e consapevolmente guadagnata.

    “Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un’unica lunga passeggiata” ( Etty Hillesum)

    Ti abbraccio. Vanna

  8. Cerco di favorire questo piccolo seme avvicinandomi a ciò che è bene senza giudicarmi e allontanandomi da ciò che è male senza giudicare e lasciando andare.
    Almeno cerco…
    Grazie Vanna per l’incoraggiamento e grazie a tutti
    Claudio

    • un saluto affettuoso a tutti i compagni di viaggio del triennio. sono Massimo da Bergamo ed ormai prossimi alla conclusione di questo percorso di base mi faccio sentire per condividere qualche impressione sul nostro lavoro.
      innanzitutto grazie a Marco per aver architettato questa analisi del nostro Io egoico e Vero, grazie al quale ho potuto disseppellire dalle esperienze del passato le emozioni bloccanti per la mia crescita di uomo consapevole. ho imparato, a fatica certo, a guardarmi dentro, ad entrare in contatto col bambino ferito, ed ora devo dire che riesco a sorridergli con sguardo benevolo e misericordioso, e facendolo a lui posso farlo alla creazione tutta, non senza ricadute certo, ma mi rialzo, accogliendo l’invito a reiterare sempre la dinamica battesimale.
      devo dire che all’inizio ero solo all’ingresso della conversione alla fede della nostra cultura, dato che appartenevo alla vasta platea degli umani in cerca di spiritualità non più stancamente rappresentata ed equivoca, ma orientato ad un percorso “orientale” più affascinante (così pensavo pochi anni fa).
      poi mi sono imbattuto (chissà come mai: un caso?) in questi nostri gruppi e c’è stata una svolta “benedetta”.
      sono molto contento del mio sguardo sull’ iniziazione cristiana, sollecitato in svariati approfondimenti dalle nostre frequentazioni, sempre fresche ed accattivanti.
      conversione relazione scoperta, in questi tre anni, per il mio- nostro Io sottoposto a mille travagli per le energie avverse che vogliono la tenebra. ora è il momento dell’approfondimento dell’Io in Cristo, chi sono Io se assorbo lo Spirito del Signore.
      questo ciò che sento: un salvato, già guarito,già perdonato e, quindi, a mia volta salvatore, guaritore, benedicente.
      venuto sulla terra per contemplare celebrare custodire: cosa? la Vita, seppur nel travaglio di un’esistenza sempre insidiata dallo spirito della menzogna che cambia sempre abito (è un ottimo trasformista, come il virus dell’AIDS), ma, in Cristo siamo più forti, stavo leggendo poco fa proprio il passo del vangelo di Giovanni “se rimanete in me conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. bene! in sintonia con questa indicazione vi auguro a tutti un buon proseguimento.

      • Carissimo Massimo le tue riflessioni rispecchiano le difficoltà che attraversano un po tutte le persone in ricerca.
        Il lavoro spirituale richiede innanzitutto una scelta, e su questo non vi è dubbio, ma richiede anche un metodo che però nessuno ci insegna. Purtroppo proprio lì dove pensiamo di trovare un supporto, cioè nell’ambito della Chiesa, delle parrocchie, si trovano spesso spiritualità astratte e rappresentate.
        Per noi invece è fondamentale che ogni esperienza, ogni concetto di cui parliamo siano realizzati. Il praticante va iniziato ma egli deve essere dotato dell’umiltà di non sapere niente (ecco l’importanza della meditazione) e l’attitudine del principiante che ricomincia ogni giorno e per lui è sempre una scoperta!
        E così si può procedere per la “svolta benedetta”…..hai ragione lo è stata anche per me e credo per molti di noi.
        È molto bello Massimo ciò che dici in merito al tuo cambiamento ” un salvato, già guarito,già perdonato e, quindi, a mia volta salvatore, guaritore, benedicente.”
        Non pensi che siano questi i miracoli?
        Senza la pretesa di non inciampare ogni tanto in uno stato di confusione, ma con la certezza di aver intrapreso un giusto cammino dal quale è davvero difficile tornare indietro.
        Un caro abbraccio Gabriella

  9. Ringrazio di cuore Gabriella per avermi nominato, così mi sono fatta coraggio per esprimere, anche se in ritardo, il dono che è stata per me la condivisione di Isabella, in cui mi ritrovo , mi calza perfettamente, una vera sorella di percorso! La risposta precisa di Marco mette bene a fuoco quelli che sono anche i miei punti nodali.
    Grazie a tutti per il contributo della condivisione!
    Nel fermo desiderio di partecipare anch’io senza più rinvii,
    un caro saluto
    Feliciana

    • Ciao cara Feliciana (il nome è già un preludio..)
      scusa se ti rispondo solo ora, ma non bazzico molto da queste parti.. sorry..
      E’ bello quello che dici, da francescana sentirmi chiamare sorella di percorso mi fa l’effetto di un balsamo coccolatorio, quindi ringrazio io te : )
      Forse allora potrebbe valere la pena continuare sulla linea di questa condivisione..
      Il cammino è bello in sé, ma condividere aiuta a farsi forza e coraggio a vicenda, o, qualche volta, anche a stringersi in qualche passaggio.. “spinoso”, come questo davvero “pasquale”! Rimanendoti vicina ti mando un sorriso
      Isabella

  10. Benvenuta e grazie a te cara Feliciana! Compagna, sorella in cammino in consonanza con tutti noi cercatori della vera Vita.
    Quando vorrai noi siamo qui, ti aspettiamo, pronti ad accogliere il dono della tua condivisione e procedere accanto a te in questa meravigliosa avventura che ci coinvolge pienamente.
    Un abbraccio. Vanna

  11. Colgo l’occasione dell’intervento e dell’affettuoso ringraziamento di Feliciana (già dolcemente accolta da Vanna) per chiedere scusa se non abbiamo nominato tutti i laziali.
    Ad esempio mi sono ricordata di Maria Grazia Lombardi abitante ai Castelli Romani che non vedo da un po’ e la saluto con affetto.
    Abbraccio anche Federica che non può più partecipare in quanto una seria malattia non le permette di frequentare posti affollati. Sei nelle mie preghiere carissima!
    Una Buona Pasqua a tutti di cuore Gabriella

  12. Buongiorno a tutti!
    Solo ieri, comunitariamente, ho seguito questo incontro.
    Le riflessioni sugli argomenti affrontati (non solo nell’appuntamento del 19) mi stanno spingendo alla concretezza e al realismo, cioè a non limitarmi solo ad esprimere i miei pensieri su come vorrei che andassero le cose in ambito relazionale nell’incontro con me stessa, con Dio e con l’altro, … ma a provare ed essere ciò che dico a parole. Davvero sono convinta che il cammino dell’uomo si svolga dentro un processo di “incarnazione”, di verità. Penso che ogni uomo sia pieno -traboccante!- di qualità spirituali. Anche i limiti che sperimentiamo nascondono delle potenzialità creative enormi. Ora (a questo punto del cammino) anch’io sono convinta che l’ombra ci dica delle verità e che dall’ombra possiamo “estrarre” la luce che porta alla reale conversione e trasformazione del nostro io in Cristo.
    Ho dovuto ripercorrere l’ultimo esercizio da sola, perché non sono riuscita mentre lo facevo con voi ad andare avanti su un punto: mi sono bloccata sulla “vergogna”…
    Quando è stato chiesto come “mi sento e vedo se mi immagino realizzata in queste qualità”, la risposta è stata: me stessa. E in questa condizione continuerei a fare ciò che faccio ma con più libertà, slancio, felicità, pienezza, bellezza e anche godimento interiore, beatitudine. Sono già molto felice della mia vita ma dei lacci mi tengono avvinta e vivo con tensione molte situazioni che potrei affrontare con serenità. Credo anche che, in questa condizione, scriverei di più. Mi piacerebbe scrivere… magari un “libro vivente” …!
    Forse mi manca ancora il coraggio di fidarmi ciecamente di Dio. Di gettarmi nel nulla, nell’ignoto. Anche se poi, ora mentre scrivo, mi pare di essere già nel mio centro, in questo baratro che percepisco buio, incomprensibile (che a volte vivo con disperazione e angoscia mortale) e che sento anche come via per la Luce piena, per la felicità.

    Nell’esercizio, come dicevo, mi sono boccata sulla qualità della quale mi vergogno. Non ne ho individuato una con un nome preciso, ma a volte mi vergogno di manifestare la verità e ne ho paura (penso di avere capacità discernimento, spesso intuisco la verità e ciò che la nasconde con molta chiarezza, non solo in riferimento a me ma anche negli altri). Mi vergogno di manifestarla perché questo mi renderebbe esposta, trasparente: tutti vedrebbero come sono potrebbero approfittare di me per l’amorevolezza, sensibilità e compassione che sento di avere per le persone. E ho paura perché dire la verità è un grande rischio: di non essere capiti, di essere “uccisi” socialmente, comunitariamente, di essere odiati soprattutto dalle persone più amate.
    Credo di essere stata poco chiara nell’esprimermi ma sto scrivendo così come i pensieri vengono… Non so se l’intelligenza sia una qualità spirituale (ma credo di sì visto che è un attributo della Sapienza divina!) ma ciò che più mi entusiasma e diverte di me è proprio una certa vivacità intellettiva che mi dona di essere molto semplice, analitica nelle valutazioni…, schietta e anche simpatica nel dire la verità. Questo ovviamente quando non sono dentro il c.d. “francobollo”…; dipende, per dirla con i termini che usiamo in questo percorso, dallo stato dell’io in cui mi trovo.

    Formula: Io come essere spirituale sono: compassionevole, empatica, dolce ma il mio maggiore ostacolo alla piena realizzazione del mio io spirituale consiste nella mia paura di esprimere fino in fondo la verità.
    Tutto qui!
    Vi saluto con tanta gratitudine.
    A presto! Agata

    • Cara Agata si vede che hai svolto l’esercizio lavorando con estrema serietà e sincerità su te stessa, come già dal primo anno.
      Esprimi i passi in modo molto chiaro e ti ringrazio per la viva partecipazione in questo sito perché ogni condivisione è un dono prezioso e utile a tutti.
      Anch’io ricordo che rimasi davvero senza parole nel comprendere che….. è vero spesso ci vergogniamo proprio di ciò che di bello e spirituale è in noi, e sempre per il terrore del giudizio altrui e ancora peggio per la paura di essere derisi.
      Ma non solo mi sento a te molto vicina quando dici che la tua paura di mostrare disponibilità, compassione e sensibilità dipende anche dal fatto che esprimere tali qualità potrebbe renderti più vulnerabile ed alla mercè degli altri.
      Quante volte ho detto “Ho paura che gli altri ne approfittino di me”.
      Anche l’intelligenza è una qualità spirituale e non è infrequente sentire che le persone si vergognano di tale dote per il timore di apparire presuntuosi, ma vedi come ben hai compreso, sempre dipende dallo stato in cui esprimiamo queste qualità, se ci troviamo nello stato di piena relazione con la Fonte di vita (e non nel francobollo…) allora ogni cosa è posta al servizio degli altri!
      Scendere negli inferi, integrare l’ombra, accogliere la sofferenza che abbiamo rimosso e tenuto all’oscuro dentro di noi per anni, non potrà che portarci a rinascere ad esprimere liberamente noi stessi, pensa che bello essere anche simpatici e spiritosi, suscitare il sorriso sui volti sofferenti. Che grande dono!
      Colgo l’occasione per dire a te e alle care sorelle di Arezzo che mi sto gustando quel prezioso libricino che mi avete donato, sugli Orti di Redi e spero che un giorno possa venire ad ammirare da vicino le bellissime Icone descritte ed a conoscervi.
      Con grande affetto una Serena Pasqua a tutte voi. Gabriella

  13. Ciao a tutti.
    Ho terminato ora, in questa giornata per me di preghiera e di ritiro spirituale, l’ascolto del nono incontro di DP e desidero subito fermare ciò che si è mosso in me e condividerlo con voi:
    * perché credo che la mia ricchezza, se condivisa, sia patrimonio prezioso per tanti, per altri;
    * perché scrivendo comprendo meglio anch’io cosa mi sta capitando;
    * perché vi sento vicini e compagni di strada, e dunque più sostenuta nella decisione a cambiare, a disattivare le paure ed attivare il coraggio.

    Intanto, grazie, grazie, grazie Gabriella e Giovanna per la conduzione dell’incontro, in cui ho percepito la decisione ferma di disattivare le paure che fanno capolino quando ci si mette in gioco ed attivare il coraggio di portare avanti la vostra missione di formatrici.
    Grazie per questo ultimo esercizio che è stato potentissimo in me e arriva proprio in un momento che chiamerei “favorevole”, perché preparato da tempo nel percorso di DP e nella storia degli eventi che si sono susseguiti e ancora accadono in un quotidiano che sa di Storia della Salvezza.

    Vi condivido il mio esercizio:
    3) Che cosa farei così pienamente realizzata?
    Sto vivendo un passaggio che intuisco importante per me e per la mia famiglia religiosa, che mi sta chiedendo un più di coraggio e di affidamento …
    Cosa farei? direi sì, quel sì che ora mi costa lacrime e paura.

    6) Io, come essere spirituale, sono affettiva, empatica e capace di ascolto profondo, ma il mio maggior ostacolo alla piena realizzazione del mio io-spirituale consiste nella mia paura di esprimere fino in fondo la mia maternità, la mia affettività.

    Mi si sono stampate nel cuore le parole conclusive di Giovanna, che parafraso un po’ come sono capace: questa parte di noi che ci provoca vergogna, che ci blocca, scoperta e incoraggiata è la nostra MISSIONE nel mondo, quel posto che posso occupare soltanto io.

    Con un gruppo di giovani, stiamo portando avanti un cammino di formazione missionaria aperto ad un’esperienza di servizio missionario all’estero, ma non necessariamente finalizzato solo a questo. Concluderemo a fine mese l’ultima tappa del percorso di quest’anno regalando a ciascun giovane un braccialetto in cui c’è scritto: “io sono una missione” e la spiegazione della consegna di questo segno di mandato va proprio nella linea di quanto ci siamo detti.
    Faccio sempre più l’esperienza che ogni passo di apertura, di adesione, di liberazione è preparato da quelli precedenti e nulla, nulla capita per puro caso. C’è un filo d’oro che lega tutto e, riletto, ne fa cogliere il senso profondo.
    Grazie per questo lavoro prezioso che fate, grazie per le condivisioni durante l’incontro fisico che aiutano noi telematici tantissimo.
    Grazie per il saluto ricevuto personalmente in diretta….
    Saluto Giuseppe, mio conterraneo, che finalmente “vedo” in volto. Buona Santa Pasqua a ciascuno, a Marco e alla sua famiglia, a Gabriella, Giovanna e Vanna, ad Alessandro con cui abbiamo avuto la gioia di condividere due anni, agli amici fisici e telematici: sia questa una Pasqua, un passaggio da morte a vita, da io-egocentrato all’io-in-Cristo in un piccolo o grande passo che il Signore in questo momento ci sta indicando per avere la vita in pienezza.
    Auguri di cuore!
    dam

  14. Carissima Damiana, grazie della tua condivisione. Proprio così : la condivisione è dono per sé, dono per gli altri, crea comunità, sostiene lungo il cammino. Per questo è parte integrante del nostro lavoro che procede in maniera organica.
    Gli esercizi seguono un preciso percorso iniziatico e arrivano quando l’anima è già ammorbidita nelle sue difese, preparata a lasciarsi trasformare. Allora si verifica anche una straordinaria coincidenza tra situazioni interne ed esterne: non c’è alcuna separazione, tutto è interconnesso e il processo guidato dall’alto.

    Nella formula del tuo Io spirituale riconosci già attive in te le qualità della affettività, dell’empatia e dell’ascolto profondo, ma senti che il maggior ostacolo alla piena realizzazione del tuo Io spirituale è la paura di esprimere fino in fondo la tua maternità, affettività.

    La paura e la vergogna sono legate alla nostra ferita e si manifestano nelle conclusioni errate su cui abbiamo costruito le nostre difese/maschere. Può essere utile approfondire l’esercizio riprendendo il lavoro sulle Ingiunzioni ricevute dai genitori e le conclusioni errate tratte da bambini.
    Per esempio tu potresti indagare meglio la tua paura. Di cosa ho realmente paura/vergogna manifestando la mia maternità, affettività? Cosa può succedermi? Cosa temo di perdere?
    Scendendo nel baratro delle paure incontriamo la paura più profonda: la paura di essere annientati. Il mistero della Pasqua che ci accingiamo a celebrare ci sottrae al terrore dell’annientamento.

    Ora, in comunione con lo Spirito di Cristo presente in te, in un’esperienza di abbandono più profondo, puoi vincere la paura di manifestare la tua affettuosità, la tua maternità dolce e amorevole e far risplendere in pienezza le qualità spirituali già attive (empatia, ascolto profondo, affettività) che risultano depotenziate, indebolite, a causa della paura.

    Nella ferita c’è il carisma, la missione. La qualità di cui ti vergogni è il tuo dono: una maternità amorevole capace di dare vita, di risvegliare alla vita, di formare giovani capaci di annuncio incarnato, di ‘essere missione’. Dono di maternità richiesto forse anche per la tua Comunità religiosa nel passaggio che sta vivendo.

    Grazie, cara Damiana, ti accompagniamo con la preghiera in questa ultima tappa del cammino di formazione dei giovani alla missione. Insieme continuiamo a camminare verso la pienezza della nostra vita in Cristo.
    Buona Pasqua di resurrezione. Ti abbraccio con affetto. Giovanna

  15. Grazie, carissima Gabriella!
    Sarebbe meraviglioso conoscerci di persona!
    Le Icone della nostra Cappella attirano, richiamano alla confidenza con Dio! Io trovo bellissimi: nella Trinità, il Volto del Figlio e in quella della S. Fam. quello di Maria; e che dire di quelle braccia spalancate come in un abbraccio infinito, di Gesù in Croce! Tutte trasmettono un messaggio…

    Un desiderio che invece ho io è poter frequentare almeno una volta gli intensivi… Credo che mi farebbe bene e che sarebbe un’esperienza arricchente. Ma anche questo non dipende da me, ma da come sta la comunità…

    In quest’anno non ho scritto come negli altri: dentro me c’era tanto silenzio. Tanti accadimenti mi avevano gettato realmente nei miei inferi, nella mia ferita. Quello stato per me era incomunicabile. Non che ora riesca a dire di più (abito costantemente in quelle zone, che comunque le sento cariche di promesse e anche luce, le sento più familiari…). Ma il talento della missione mi sta interpellando in vari modi: il modo di essere e vivere, prima di tutto, in comunità e nella relazione con le sorelle; il modo di rapportarmi con amici e conoscenti e anche i poveri, che dall’esterno chiedono accoglienza, aiuto, un consiglio, una parola… Questo chiede impegno e anche serietà: ritornare sempre al respiro e mi abbandono, farsi vuoti, farsi spazio… E questo costa sempre la vita, la vecchia vita che non si vuole lasciare. Mi sento come Giacobbe che vive mille e mille volte al giorno la sua lotta con Dio (Misericordioso).
    Ma come mi scrivi questo è il processo necessario per rinascere ed esprimere liberamente noi stessi… Ed effettivamente ci sono anche riscontri positivi. No, non si può tornare indietro (grazie a Dio!).
    Sono contenta di questo cammino.
    Un abbraccio forte (anche di auguri) a te, Giovanna, Vanna, Marco… insomma tutti noi che ci incontriamo in questo cammino.

  16. Trovo in me un’ingiunzione errata a cui non so rispondere. Ed è:
    è 30 anni che lavoro con impegno in un processo di trasformazione serio, di approfondimento biblico, di meditazione, di eucarestia in cui come mantra ho ripetuto al signore della Vita: trasformami.
    Ma dopo 30 anni io questa trasformazione non la vedo.

    L’abisso del “nessuno mi vuol bene, nessuno si prende cura di me” è sempre lì che con le sue catene mi tiene imprigionata e con le sue conseguenze: “neanche D-o mi ama e mi ha abbandonata anche Lui nel momento del bisogno” dilaga nel mio corpo e fa dolere ogni giuntura.
    Da questo luogo di abbandono, invoco “Signore della Vita aiutami” e scelgo la fiducia, scelgo di spostare il mio baricentro e abbandonarmi e coltivare la fiducia.
    “Non sei sola” risuona in me. E sto ma soffro.

    Per favore, aiutatemi a trovare una benedizione seria, non una facile consolazione, con cui rispondere al mio ego che ha ragione… io rimango fondamentalmente quella bambina lì, sola e spaurita

    • Cara Elisabetta,
      Ho appena letto il tuo commento, che mi ha colpito. Lasciami dire che molto raramente leggo i commenti degli altri.. ma non so perche sono “capitata” sul tuo. Visto che chiedi “Per favore, aiutatemi a trovare una benedizione seria, non una facile consolazione, con cui rispondere al mio ego che ha ragione” mi permetto di provare a dare un consiglio.
      Marco ha piu volte ripetuto (e non e’ l’unico.. troverai simili consigli se ascolti altri “maestri”, per esempio Gregg Braden) che quando preghi devi credere che cio’ che stai chiedendo sia’ GIA’ avvenuto. E’ cruciale. Non fra un po’. Non domani. ORA. Noi ci rigeneriamo ad ogni istante.. Ad ogni istante siamo persone nuove! Se tu “parli” al futuro, la tua trasformazione verra’ sempre positcipata nel futuro. Quindi, se posso permettermi, prova a non usare il mantra “trasformami” ma piuttosto “io sono transformata”, “Gesu’ mi ha gia trasformata” , “Gesu grazie per avermi trasformata” e prova a riprodurre nel tuo cuore questa sensazione di trasformazione e di gratitudine. Ovviamente ci devi credere che e’ cosi. Inoltre, prova ad essere il piu’ concreta possibile. Quale particolare trasformazione stai cercando? Ti do un esempio: io volevo davvero liberarmi dalle mie ansie lavorative, dal riconoscimento professionale. E quindi durante la meditazione, dopo esseremi svuotata ho ripetuto dentro di me “sono libera” e ho provato a riprodurre questa sensazione di liberta sul tutto il corpo, a partire dal CUORE. Parte tutto dal cuore. E ho immaginato “che delle corde che mi legavano all’ambizione, a lavoro, si scioglieressero”, ho immaginato che si sciogliesse qualcosa dentro di me”. Visualizzo questo e provo a sentirlo fisicamente. Faccio questo esercizio ogni giorno e devo dire che funziona. Almeno per me.
      Quindi se nella tua trasformazione vuoi sentirti amata e presa cura, prova durante la meditazione (dopo esserti svuotata) a riprodurre questa sensazione di essere amata e presa in cura, sentilo dentro di te e CREDI che sia gia’ avvenuto. Che tu sia gia’ amate a presa in cura da qualcuno. Perche e’ cosi. A partire dal nostro cuore e attraverso la nostra mente noi possiamo influenzare gli eventi e il mondo.. anche la scienza iniza a dricelo! Poi la manifestazione esteriore della tua trasformazione potrebbe arrivare nel futuro, ma tu devi pregare nell’ORA e credere fermamente che cio che chiedi ti sia gia’ stato concesso.
      Gesu dice infatti: “Percio vi dico : tutto quello che chiedete nella preghiera, CREDETE DI AVERLO GIA’ OTTENUTO E VI SARA’ CONCESSO.” (Marco 11,24)
      Cosi io interpreto le Sue Parole e questo e’ diventato il mio nuovo modo di pregare.
      Un caro abbraccio.
      Lea

  17. Carissima Elisabetta, comprendo molto bene il dolore lancinante della ferita del non sentirsi amate, conosco l’esperienza dell’oscillazione tra la disperazione e la ricerca vitale di una condizione che ci permetta di sentirci amate, un anelito di vita piena, un desiderio di vera libertà, una possibilità di essere profondamente, veramente noi stesse.

    Ti posso rassicurare che ciò che stai attraversando è un momento davvero evolutivo per la tua vita spirituale tutto ti sta accompagnando ad una concreta esperienza di abbandono per realizzare un ulteriore passo per una nuova esperienza di unità con la fonte di Vera Vita.
    Un altro giro nella spirale che ti sta conducendo ad una nuova esperienza di stato dell’io in relazione per realizzare la tua nuova umanità in Cristo. Nessuna rappresentazione semplicemente una concreta esperienza di reale abbandono fiducioso .

    Tranquilla Elisabetta, quando la voce del nostro ego si fa sentire è quando si sente messo alle strette dal grande lavoro trasformativo che stiamo conducendo con tenacia e coraggio. All’ego non piace proprio vivere il tempo terminale e le studia proprio tutte per distrarci, per dirci che stiamo sbagliando tutto, che non serve a niente, che tutto il nostro impegno è vano, che non valiamo niente , che niente cambierà, che non è importante il nostro lavoro interiore perché in realtà nessuno ci considera , nessuno ci apprezza , e via, via .. giù finché ci conduce fino al baratro… ma sappiamo che i momenti in cui l’ego ci vuole affossare sono i momenti più propizi!!

    Sono i momenti della tentazione, della grande prova, sono la nostra concreta passione da vivere con l’aiuto dello Spirito di Amore.

    E’ proprio lì dove ci ha condotti l’ego che possiamo affinare l’arte della sana battaglia per rilanciare la nostra decisione, la nostra libera e profondissima scelta di fede!

    Decidere a chi credere se all’ego che ci vuole fuori dal gioco o alla Vita che mi sta chiamando ad una esperienza di vita piena è una grande prova!
    Decidere di morire, di silenziare ogni voce prodotta dai pensieri distorti è un grande lavoro di purificazione per attraversare il buio delle nostra caverna e rilanciare nuovamente la decisione di girare lo sguardo verso la Luce per lasciarci assorbire dal Mistero che ci chiama a vita nuova..

    Giovanni della Croce nella notte oscura al capitolo IX “ Come tale notte pur ottenebrando lo spirito lo illumina” dice:
    “ Resta ancora da dire che questa felice notte ottenebra lo spirito solo per illuminarlo. Se lo umilia e mette in evidenza il suo stato deplorevole è per esaltarlo ed elevarlo. Se lo impoverisce e lo spoglia di ogni possesso e affetto naturale è perché possa espandersi divinamente e pervenire al godimento delle cose celesti e di quelle terrene, nella libertà che è propria dello spirito universale” .

    Giovanni della Croce la chiama “ felice” notte! Non è sorprendente?

    Carissima Elisabetta, stai serena sei sulla strada giusta e noi accanto a te ti siamo vicini, insieme corriamo gioiosi incontro alla Vita che ci vuole davvero liberi e felici!
    Ti porto nel cuore della mia preghiera, nel silenzio mi affido e ti affido nelle mani dello Spirito.
    Se vuoi, quando vuoi, dacci tue notizie.
    Buona, gioiosa, Santa Pasqua per una esperienza piena – mente luminosa. Vanna

  18. Oggi sulla terra c’è grande silenzio; la terra è rimasta sbigottita perché Il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il mondo degli inferi.

    “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti. Io sono il tuo Dio che per te sono diventato tuo figlio. Ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano morti: Risorgete! Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
    Sorgi, allontaniamoci da qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio si che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio. Il trono celeste è pronto, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”
    (liberamente tratto da un’antica Omelia sul sabato santo)

    Buona Pasqua di Resurrezione! Giovanna

  19. Cari tutti è da un po’ che non posso e non so più scrivere, il disordine è grande fuori e dentro di me, ma il lume è acceso e occorre tenerlo al riparo dai venti.
    Desidero solo farvi i miei auguri.
    Buona Pasqua di Resurrezione
    Maria

  20. Buona Pasqua a Maria e a tutti voi cari amici. Io vi riporto una semplice preghiera di Padre Bruno Moriconi (Odc) che le Sorelle Carmelitane di Arezzo conoscono bene.
    Leggendola l’ho sentita vibrare dentro di me.
    “Io non so come cercarti,
    Signore,
    e per sentieri
    che non portano
    a Te,
    m’indugio e mi perdo
    ogni volta.
    Ma tu,
    dove io non so arrivare
    m’hai già portato,
    quella volta
    che sei morto,
    anche per me
    è mi hai perdonato”.

  21. Cara Giovanna, l’antica omelia sul sabato Santo che hai condiviso è bellissima e piena di speranza!
    Desidero ringraziare tutti gli amici di d.p. che hanno pregato per me ( so che sono tanti!) e che hanno partecipato direttamente o indirettamente al più importante avvenimento della mia vita: il battesimo.
    Rito di passaggio ad una nuova vita, simbolo di una rinascita che parte dall’interno e si rivolge all’esterno, che vede l’io in relazione guidato dall’amore di Cristo finalmente all’opera!
    Tante le emozioni, tanti i pensieri che prenderanno forma in una testimonianza più ampia a cui lavorerò nei prossimi giorni…
    Per ora vi saluto e vi ringrazio dell’affetto che in questi giorni si è propagato in forma concentrica: come i tanti anelli che si formano nell’acqua quando buttiamo un sasso.
    Un abbraccio speciale a te Giovanna e a Chiara, vi ringrazio del bellissimo libro!
    Buona rinascita a tutti
    Eliana

    • Cara Eliana sono felice del tuo intervento e colgo l’occasione per farti i miei auguri più cari. Ti avevo inviato una mail ma non credo che l’hai ricevuta. Spero di vederti presto ai nostri incontri Gabriella

    • Carissima Eliana, partecipare alla veglia pasquale durante la quale hai ricevuto il Battesimo è stata una grande gioia e un grande dono per me, la naturale conclusione del triennio Darsi Pace in cui l’atto sacramentale realizza quanto significa: la rinascita in Cristo, l’Uomo Nuovo chiamato ad operare per la trasformazione del mondo. Quanto è avvenuto sabato sera nella notte di tutte le notti, nella chiesa madre di tutte le chiese, lo sento un grande segno per una più reale iniziazione cristiana.
      Ti abbraccio con tanto tanto affetto. Restiamo unite nella preghiera. Giovanna

    • Carissima Eliana ,come ti avranno detto Giovanna e Giuliana ero fuori ed era difficile per me connettermi . Che grande gioia aver potuto partecipare al tuo battesimo , al tuo cammino battesimale .
      E’ questo veramente il senso di essere Sorelle .
      Nulla è piu’ bello di uno sguardo umano un po’ piu’ libero e riconquistato alla sua vera identità in Cristo .
      Ti abbraccio ancora forte
      Chiara

  22. Carissima Eliana, unita con tutto il mio cuore, partecipe con il mio pensiero, mi sono sentita accanto a te durante tutta la liturgia della veglia pasquale, nel rinnovare le promesse battesimali ho seguito il rito con molta commozione sentendomi in comunione con te.
    Non ero fisicamente a Roma ma la gioia che ho provato è stata profonda.

    I miei auguri per una vita colma di gioia nella realtà della rinascita in Cristo.
    Con un abbraccio. Vanna

  23. Ciao a tutti,

    Ho appena finito questo bellissimo esercizio.. rivelatore.

    E’ “capitato” proprio a pennello in questo momento cosi importante e di direi di svolta nella mia vita. Eh gia’, perche proprio qualche settimana fa, dopo essere andata in maternita (ma il piccolo ancora non e’ arrivato) qualcosa di molto profondo si e’ finalmente sbloccato in me. Diciamo che la mia ombra e’ finalmente esplosa… era da piu’ di 15 anni che borbottava, qualche volta magari gridava, ma poi la mia maschera era molto brava a frenarla e rimetterla al suo posto. A darle tutti gli argomenti razionali necessari “Ma dai, fai quest’ultimo esame, prenditi questa laurea in economia, che poi ti restera’ per sempre, hai sempre tempo per mollare tutto e fare San Francesco…” E’ andata avanti cosi.. per ben 15 anni.. con qualche boccata d’aria qua e la’, magari scrivendo un libro, delle poesie, andando in Africa a fare volontariato.. e nel frattempo mi sono presa 2 master, un dottorato e ora sono professoressa di economia all’universita’ di Colonia. Ma non e’ cambiato nulla: fino a qualche settimana fa’ mi dicevo: “ma dai tieni duro, prenditi tenure (che sarebbe quando la tua posizione diventa permanente) e poi fai come ti pare”. Rimandare, rimandare… Durante questi 2 anni di percorso con DP si era gia’ chiarito che la mia principale difesa era il falso potere, e la principale conclusione errata: “se avro’ successo nella vita verro’ apprezzata ed amata. “ Ma questa consapevolezza non era bastata finora a farmi fare il passo. Ci voleva la prospettiva di diventare mamma. Quando mi sono resa conto che mi stavo rovinando dei momenti indimenticabili nella mia vita perche il mio stato mentale non riusciva a staccarsi dal pensiero lavoro, lavoro, pubblicazione, pubblicazione… e l’ansia cresceva e cresceva per voler finire tutto prima dell’arrivo del piccolo, ad un certo punto ho mollato. O crepavo io, o crepava la maschera. Davvero. Proprio fisicamente ho sentito questa lotta interna tra la mia maschera che cercava di organizzare e razionalizzare il lavoro e la mia ombra che urlava a squarcia gola, mixata ad un senso tremendo di colpa perche in fondo sentivo che non stavo facendo la cosa giusta… La lotta e’ durata circa una settimana, passata quasi insonne e piena di stress e di paure. Finche un mattino, proprio all’apice della lotta, qualcosa dentro di me si e’ sciolto. Veramente si e’ sciolto. E ho lasciato andare. All’improvviso non m’importatava piu’ del lavoro e delle pubblicazioni. E ho sentito una profondissima sensazione di pace. Da quel mattino ho smesso di lavorare e finalmente mi sono goduta la maternita’. Ormai sono passate ben 3 settimane. E come mi sento bene… ho tolto un peso enorme dallle mie spalle. Non credo di aver mai preso una decisione migliore. E ora sono pronta e rilassata per la nascita del mio piccolo miracolo.

    Il percorso pero’ non e’ certamente finito. Ormai mi e’ chiaro che non tornero’ piu’ indietro. Fra 9 mesi quando finisce la maternita‘ non posso tornare in prigione. Non ci voglio piu’ stare. Non mi interessa piu’. Ma quanto ci ho provato ad arredarla bene questa prigione! Quanto mi sono sforzata per cercare una signifcato e una realizzazione nel mio lavoro. E qualche volta l’ ho trovato (quelle poche volte per esempio che sono riuscita ad introddure una meditazione nelle mie lezioni universitarie o all’inizio della carriera quando pensavo che con l’economia potessi risolvere il problema della poverta’). Ma nell‘insieme, l’ accademia mi ha portato piu’ male che bene. Tira fuori il peggio di me: l’ambizione, la competizione, l’invidia, la falsita’… Sento di essermi prostituita per questo lavoro, di aver violentato la mia anima.. E l’idea di poter cambiare il mondo con la ricerca in Economia e’ palesemente un’ illusione. Quindi, per riassumere: non credo piu’ in quello che faccio. E ho resistito finora cercando di nascondere a me stessa la realta’, ovvero che facevo solo per ambizione e riconoscimento, cercando di dirmi che in realta’ potevo cambiare le cose da dentro. Ma a che prezzo. Al prezzo della mia anima?? Ormai non posso piu’ mentire a me stessa.

    Cosi adesso ho 9 mesi di maternita’ durante la quale mi dovro’ “riinventare”… non solo diventero’ mamma, ma so che ci dovra’ essere un cambiamento lavorativo. E questo esercizio e’ stato molto utile ad indicare la strada… che cosa farei?
    Non scriverei piu’ articoli di economia, non mi affretterei piu’, lascerei l’accademia. Mi immagino condividere la mia Fede, la mia Forza e il mio amore con gli altri. Mi immagino cercare di trasmettere quello che ho imparato. Mi vedo scrivere libri, dare seminari alle universita’ , nelle prigioni, nelle scuole (quanto sono importanti le scuole!!), mi vedo avere un mio gruppo d’allievi, mi vedo dare amore a chiunque si avvicina, mi vedo essere una mamma molto presente e piena di amore, mi vedo dedicarmi alla famiglia. Ma prima, prima di tutto: mi vedo dedicarmi totalmente a questa mia trasformazione e alla mia guarigione. Prima di dedicarmi ad aiutare gli altri a guarire, prima di poter mettermi dalla parte dell’insegnamento devo “completare” (non si completa mai fino in fondo, quindi diciamo approfondire) il percorso.. e c’e’ tanto da scavare, da studiare, da purificare ancora. Ma ammetto senza falsa umilta’ che i progressi che ho fatto in questi 2 anni sono giganti. Li considero piccoli miracoli.

    Ma l’esercizio e’ stato anche difficile. Difficile ammettere che la qualita’ sprirituale che io credo piu’ mi rispecchi (ovvvero la capacita’ di CREDERE) e’ anche quella di qui piu’ mi vergogno. Ma e’ proprio cosi… Mi vergogno di CREDERE ( ed in particolare di credere negli insegnamenti di Gesu’ Cristo) perche ho paura di essere vista come una credulona, un’ingenua, una stupida, e di conseguenza di perdere il riconoscimento e l’approvazione.
    Cosi.. Il cerchio cosi si chiude e i conti tornano.

    Credo che quelli che mi aspettano saranno 9 mesi bellissimi. Il mio piccolo bimbo ancora non e’ nato ma mi ha gia’ fatto un regalo meraviglioso.

    Un caloroso abbraccio a tutti,
    Lea

  24. Ps: rileggendo il mio commento, mi sono resa conta che puo’ essere frainteso. Non ho ancora lasciato il lavoro ufficialmente… l’ho mollato dentro di me.. e di conseguenza ho smesso di lavorare da casa durante la maternita’ come invece stavo facendo e ho raggiunto la ferma consapevolezza che passati i 9 mesi di maternita’ non voglio tornare al lavoro di prima. Quindi ora ho nove mesi per pianificare la mia uscita dall’accademia e per “riinventarmi” in qualcosa di nuovo.

  25. Carissima Lea la tua condivisione mi ha profondamente colpito perché rivedo molto della mia esperienza. Innanzitutto devo riconoscere che hai seguito questo itinerario se pur da lontano in modo serio senza tralasciare alcun passaggio e, riferendomi ai tuoi interventi precedenti, senza dare nulla per scontato.
    Hai piano piano imparato a conoscere te stessa, ma essere consapevoli purtroppo non basta per liberarsi di tanti macigni di cui ci carichiamo in modo ineccepibile.
    E così con sforzi sovrumani raggiungiamo alte vette, diventiamo ciò che desideravamo  ardentemente o che comunque pensavamo fosse il raggiungimento di una vita piena e gratificante.
    Anch’io a un certo punto non ne potevo più dei riconoscimenti e delle continue richieste che mi toglievano il fiato. 
    Con le unghie e con i denti ho cercato di ricavarmi lo spazio per questo meraviglioso dono di Darsi Pace, accettando anche il ruolo di formatrice (cosa che dà un ulteriore senso alla mia esistenza) e naturalmente più volevo avere un po di tempo per questo e più guarda caso al lavoro mi sovraccaricavano di responsabilità, che non potevo rifiutare perché da me dipende anche la posizione di molti giovani. Insomma scusa se parlo di me ma è proprio perché comprendo il tuo sfogo perché ho vissuto anch’io quella soffocante prigione che ci creiamo spesso inconsapevolmente (e forse questo è il destino di molti di noi).
    A un certo punto, come per te la maternità, a me ha preso uno stato di depressione che, condita anche da sindromi vertiginose, mi impediva di uscire da casa, costringendomi a mollare un po’ ridimensionando il mio ruolo.
    Come hai detto bene si rischia di “crepare” e non possiamo permettere alla nostra anima di soccombere!
    Ho pregato tanto e le cose si sono messe credo nella misura giusta. Perciò cara goditi questo momento di maternità, stai accanto al  tuo bimbo almeno nei primi momenti della sua vita.
    Non è necessario cancellare i propri sforzi fatti in passato, la tua professionalità e competenza rimangono, si puo riprendere la vita ma guidata dall’ io missionario. Pensa ad un’economista di Darsi Pace!!!!
    Hai ben espresso le buone intenzioni per il futuro e vedrai che si potranno concretizzare.
    Io ad esempio seguo ora i miei clienti trasmettendo loro fiducia preoccupandomi non tanto di brillare ma di risolvere i loro problemi. Sto trasferendo la mia esperienza  con il cuore ai giovani e sento viva tanta gratitudine nei miei confronti.

    Vedi la consapevolezza del nostro percorso la realizzazione del nostro io cambia la prospettiva pur rimanendo sulla terra nella propria quotidianità.
    Ti auguro tutto il bene possibile ma soprattutto di continuare ad essere come sei credulona, ingenua ……ma io direi soprattutto vera!

    Un carissimo abbraccio Gabriella

    • Cara Gabriella,
      Grazie mille di cuore per la tua risposta e per aver condiviso con me (e con noi) la tua esperienza, cosi simile alla mia. Le tue parole mi hanno risuonato nella mente per tutta la mattinata.
      Intanto, mi fa piacere che in qualche modo traspaia la serieta’ con la quale ho intrapreso questo percorso. E’ infatti davvero cosi.. dedico praticamente quasi tutto il mio tempo libero (che ho anche ampliato) a questa ricerca sprituale. E piu’ vado avanti, e piu’, come hai detto anche tu, sento il bisogno di dedicarci piu’ tempo, di approfondire. Come si e’ gia’ detto varie volte, piu’ si va avanti piu’ si scopre di non sapere, e quindi ho una grande SETE di studiare, di fare esperienza, di scendere nei profondi abissi del mio essere. Cosi, in parallelo ai gruppi DP, sto cercando di approfondire per quanto possibile anche gli studi di altri religioni, in particolare la filosfia yogica, e da sicenziata (sebbene “sociale”) , non posso non cercare connessioni tra i risultati scientifici e il messaggio di Cristo. Chiaramente questi studi paralleli creano qualche volta domande e dubbi ulteriori, perche’ magari mostrano un diverso punto di vista. E questo qualche volta crea una sorta di ribellione o di rifiuto o di “provocazioni” dentro di me (e spero non sia un problema condividerle sul sito, ma se cosi fosse per favore non esitate a dirmelo, forse ci sono sedi migliori per questo), ma questo credo sia sano e naturale. Alla fine questi dubbi si risolvono da soli.. e invece di indebolire, finiscono per rafforzare la mia Fede. Almeno finora. In ogni caso, non potrei fare altrimenti… per poter credere con il cuore devo fare questo percorso “mio”.. devo attraversare di prima persona tutti gli stadi, devo fare la “mia” ricerca. Insomma, devo arrivare alle stesse conclusioni, ma ci devo arrivare da sola.
      Per quanto riguarda il lavoro, hai assolutamente ragione, non c’e’ bisogno di buttare a mare gli sforzi passati, andrebbe buttato a mare solo l’ attacamento ai risultati di tali sforzi. Inoltre, se mi guardo bene dentro, sento che rinnegare il passato e’ anche un po’ iporcita.. in fin dei conti, chi lo sa se sarei qui in questo momento se non avessi raggiunto il riconosciumento da me tanto desiderato. Forse ne sarei ancora piu’ schiava e piu’ accecata, forse qualche volta bisogna ottenere le cose per poi riuscire a lasciarle andare. Non si puo’ sapere dove sarei ora se avessi agito diversamente. Ed ho imparato tanto, davvero tanto. Questi 15 anni sono stati duri ma anche intensi. Mi hanno aperto gli occhi su tante cose, oltre ad avermi dato una preparazione scientifica che mi sta tornando utile anche per il mio percorso personale. Quindi nessun rimpianto per cio’ che e’ stato. Pero, so ormai con certezza che e’ passato. In prigione non ci torno. Cosa significhi in termini pratici e’ da capire.. La scelta di lasciare il lavoro e’ sicuramente la piu’ drastica, ma a volte inevitable (penso a Marco che ha finito per lasciare la RAI). Quante volte mi sono detta che bastava il distacco mentale e che potevo cambiare le cose dentro la mia professione. Ma purtroppo la pressioni dell’ ambiente accademico allo stadio iniziale della carriera sono davvero molto, molto forti. Sarebe diverso se fossi verso la fine della mia carriera.. allora si, da professore affermato, potrei permettermi di “ricercare” in grande.. anche un sistema economico piu Cristico (quante volte ho sognato di dedicarmi a cio’ un giorno!). Ma quando sei ancora giovane, purtroppo, devi sottostare alle regole del sistema altrimenti sei fuori. Ed io ora so che non ho l’energia ne’ la voglia di aspettare di diventare un professore affermato per dedicarmi totalmente a quello in cui credo. La “chiamata” e’ sempre piu forte.. non resisto.. sto troppo male se continuo a rimandarla e a frenarla.
      Detto cio’, pero’, ho molto bene in mente le parole di Gesu: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque PRUDENTI COME I SERPENTI e semplici come le colombe”. Quindi, non faro’ scelte impulsive.. saro’ prudente, aspettero’ con calma che il “come” , ovvero la specifica via del mio cambiamento professionale si delineii da sola dentro di me… e ho fiducia che i prossimi mesi, con l’arrivo del bimbo e accompagnati da una preghiera sincera e costante, mi aiuteranno a trovare una risposta. Se alla fine dovesse venir fuori un modo per rimanere dentro al sistema senza violentare la mia anima ma potendo realizzare la mia chiamata, di certo non mi tirero’ indietro.
      Grazie per l’incoraggiamento, anch’io credo che le mie intenzioni per il futuro si concretizzeranno. Il primo passo e’ riuscire ad immaginarle.. e queste immagini sono molto vivide e forti dentro di me. Staremo a vedere!
      Infine un grazie ancora piu’ profondo per i tuoi auguri e per le tue dolci parole. Credo che non potevi farmi un complimento che riempiesse di piu’il mio cuore… essere VERA e’ infatti una delle sue (del mio cuore) aspirazioni piu grandi.
      Un abbraccio enorme,
      Lea

  26. Carissme Gabriella e Giovanna,

    scusate il ritardo, se giungo solo ora qui nel 9° incontro.
    Spero mi perdoniate se qui vi porto a rimedio, un mio piccolo frutto spirituale.

    ll cattivo sonoro della meditazione iniziale, mi aveva dato occasione per diffidare dalla ripresa degli incontri telematici , trovando che mi stavano procurando una certo disgusto, e una voglia , percepita come insana, di abbandonare o di abbandonarmi…che fa lo stesso.

    Solo dopo aver superato questo fastidio, sono risorto e ho ripreso ad aprire i video per procedere nel lavoro interiore in pieno svolgimento. Ma sono partito dal 10° incontro, per arrivare qui ora, al 9°, dopo aver ascoltato la prima parte di Marco, sulla necessità di uscire dalle supponenze dell’EGO per entrare nella NON-CONOSCENZA ,

    Così sono tornato sui mie passi ,e ora scopro qui , al n.9 come i mesi della gestazione, la sorpresa di essere ancora un nascente , di ritrovarmi cioè perfettamente ancora in linea con il percorso che credevo di aver smarrito.
    Rilego in questo senso il mio stato diffidente, un po’ rancoroso, e rinunciatario che mi sono ritrovato addosso senza alcun motivo apparente e che mi ha tenuto distante dalla ripresa del lavoro .

    Scopro qui, la verità del morire, poichè anche il seme delle parole inaudite che ho incontrato in questi miei quattro anni di Darsipace, hanno bisogno di restare sepolte nella terra oscura della nostra NON -CONOSCENZA prima di risorgere e di darmi nuovi frutti. Cosa ho imparato giunto al quarto anno, ripetente del terzo di base, dal nostro lavoro ? Credo questa fiducia spirituale: anche se muoio a tanti miei desideri che mi figuro nella mente, tanto poi, rinasco meglio dopo essere rimasto sepolto ( senza più la rabbia di un tempo) nella nuova realtà del mio presente.

    E fin che dura è gioia, poi si ricomincia da capo e sarà ancora gioia. E se poi muoio davvero ? UN BEL MISTERO , affrontabile però ….se ci arrivo dopo aver fatto il pieno di tante belle esperienze di vita, come Darsi PACE mi sta regalando, nonostante, quelle mie OSSESSIVE RESISTENZE di cui credo dirò qualcosa anche nei commenti al 10 ° incontro dove subito torno , dopo il vostro.
    E se ancora mi succede di passare all’opposizione di me stesso, svilendomi nel lavoro che sto facendo , ora so che bisogna sempre mettere in conto LA RESA DEI CONTI quando c’è da fare o rifare il passaggio dall’ordine dell’ego magmatico e supponente, a quello dell’ordine della riconciliazione con se, con Dio, col mondo.

    Lo star male è solo quello dell’Ego che resiste e si fa più forte, quando in noi l’evidenza della luce si fa tanto più evidente e necessaria. .
    La citazione che Gabriella ha letto dal Manuale di DP , l’ho subito trovata a pag. 195, anche senza sua indicazione …..perchè erano queste stesse parole chiarificatrici che venivano da me, a portarmi la luce che si era spenta.

    Ancora una volta è un divertimento scoprire la SINCRONICITA’ Junghiana , perfettamente cristica.
    Grazie a voi care tutor , bel lavoro …a parte il sonoro, anche voi brave come me con i microfoni !
    Un carissimo abbraccio ,,, in attesa di Trevi.
    Ivano

  27. Carissimo Ivano, grazie di questa tua condivisione. Nel cammino spirituale tutto è occasione di lavoro e tutto è grazia: ciò che infastidisce e irrita diventa occasione favorevole di autoconoscenza e di rinascita.
    Grazie anche del dono delle tue trascrizioni. Ho notato proprio ora che Matteo non ha ancora pubblicato le tue ultime trascrizioni. Gli ho inviato una mail di sollecito.
    Un grande abbraccio e arrivederci a Trevi. Giovanna

  28. Carissimi per chi non abbia letto la mail di Paola annuncio con grande gioia la nascita di Lorentz, figlio di Lea praticante della terza annualità.
    Lea ha scritto dalla Germania dove risiede, queste le sue parole:
    “Vorrei presentare al gruppo DP, il mio piccolo Lorenz Engl, nato Sabato 6 Maggio  a Colonia (50 cm, 2.740 kg). Lorenz e’ in ottima salute e nei suoi
    primi 10 giorni ha già riempito la nostra vita di significato e di felicità! E’ una sensazione fantastica quella di essere mamma!!”

    Tantissimi auguri Lea! Goditi questo momento bellissimo, la maternità è una delle gioie più belle che la vita può dare. Un caro abbraccio Gabriella

  29. Grazie mille Gabriella e Mari per gli auguri a! E’davvero bello poter condividere questa gioia con voi! Spero ci sara’ presto l’occasione di presentarvi il piccolo Lorenz di persona.
    Lea

    • Benvenuto neo-nato Lorenz, germoglio di Nuova Umanità che ci porti lo stupore e la gioia del Nascente!
      Auguri ai tuoi genitori e in particolare alla tua meravigliosa mamma della quale stai già rivoluzionando la vita portandola a pienezza.
      Un grande abbraccio Lea. Giovanna

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