32 thoughts on “Dodicesimo incontro (5 Giugno)

  1. Premesso che l’esercizio sull ombra è difficoltoso ho comunque pensato di farlo insieme all’esercizio a 9 punti di cui mi sembra il naturale proseguimento (maschera-ombra) alla fine l’ombra di me stesso mi pare mi dica questo:
    …voglio farti vivere meglio, darti sicurezza, toglierti (isolandoti) dalle situazioni pericolose, ti creo una maschera perché tu soffra meno.

    Si ma che fai veramente?
    Che vuoi veramente?

    Isolare la tua parte viva, benefica, positiva, la tua parte migliore, primigenia, divina difendendola dal male, dalla cattiveria, dalla sporcizia del mondo mantenendola pura!!
    non contaminata!!

    Bé mica male mi vien da dire se è così ma a me pare sia così.
    Ci devo lavorare.

    Vorrei ringraziare AngelaMaria per la bellissima poesia, ogni tanto la rileggo e mi fa bene.
    Ciao a tutti
    Claudio.

  2. Caro Claudio se puoi con calma riascolta l’esercizio in ogni passaggio per capire bene il suo intento senza mescolarlo ad altri.
    L’ ombra è una reazione esplosiva alla maschera perché la contesta, vuole a tutti i costi sgretolarla in quanto comprende che è proprio lei la causa della sofferenza, perciò non può essere l’ombra a creare una maschera caso mai è il contrario.
    In sostanza l’esercizio è questo:
    1 passaggio
    Contattare la rabbia e cercare di configurarla.
    Come è fisicamente? Che età ha?
    Puoi parlarle?
    Cosa risponde nell’immediato alla domanda “Cosa vuoi di molto importante per me arrabbiandoti?”
    2 passaggio
    Nel proseguire della salita si nota se le fattezze dell’ombra sono cambiate e si ripete la domanda:
    ” cosa vuoi veramente DI MOLTO PIU IMPORTANTE per me arrabbiandoti?
    3 passaggio
    Arrivati in cima dove si gode un bellissimo panorama forse si è creata un pò di relazione con la propria ombra lei si è distesa, la si accoglie e si consola  ripetendo la domanda:
    “Cosa vuoi dal profondo del tuo cuore per me?”
    Alla fine abbiamo capito che l’ombra ha le sue ragioni è un modo di essere sicuramente piu sincero e vero, per cui la ascoltiamo ma dato che l’ombra è violenta e vorrebbe distruggere ogni cosa dobbiamo integrarla, abbracciarla, calmarla.
    Per ciò che comunque hai condiviso credo di aver capito che la tua parte oscura chiede per te un pò di pace e la possibilità di poterti esprimere liberamente.
    Ti abbraccio Gabriella

  3. Cari tutti,

    mi dispiace di essere mancata all’intensivo di Santa Marinella, mi sarebbe piaciuto rivedere molti di voi ed avere l’occasione di conoscere altri partecipanti.

    Ho difficoltà a fare l’esercizio sull’ombra. Forse perché credo che l’ombra stia dominando la mia vita attuale ed io non sono in grado di riconoscerla. Vorrei fare tante premesse per spiegare la situazione di blocco totale che sto vivendo ormai da anni, con la speranza di far capire a voi e soprattutto a me stessa le cause di questo stallo. Ma più mi sforzo di capire, più resto bloccata.

    Come al solito, Marco ha colpito nel segno, durante l’incontro del 22 Maggio a Santa Marinella, dicendo che attraverso la terapia/autoanalisi stiamo privando noi stessi del potere. Io sono ferma nella mia ferita, trascorro il tempo ad autoanalizzarmi, e per questo sono tanto arrabbiata con me stessa. Mi accorgo che dentro di me convivono contemporaneamente la rabbia, che si manifesta nei confronti dei miei familiari e di me stessa, e l’apatia.

    Riporto l’esercizio.

    1) Episodio in cui mi sono sentita offesa e arrabbiata: provo rabbia per la situazione di stallo in cui vivo. Vivo a casa con i miei, senza lavorare, dovrei studiare ma non riesco, non mi va più di fare nulla, se non cercare di capirmi. Provo rabbia perché ormai mi accorgo che la mia vita non ha una forma,né un senso. A casa dei mie genitori non ho più spazio dove stare sola, c’è sempre mia nipote che, essendo molto legata a me, mi cerca di continuo ed io sacrifico tutto il mio tempo per lei. La vita di tutti va avanti, tranne la mia. Mi sento privata di uno spazio tutto mio, della mia libertà. Sono arrabbiata con tutti e (ripeto) soprattutto con me stessa per non essere capace di uscire da questa situazione.

    2) Mi identifico con questa emozione, scendo infondo ad essa, me la immagino: la immagino come una gabbia, una stanza con muri di gomma, che non riesco a buttar giù. Più credo di far progressi ed avere consapevolezza della mia zona d’ombra, più invece i muri di gomma si infittiscono e mi imprigionano nella sensazione di rabbia, di apatia ed inerzia totale.

    3) Rimanendo in contatto con questa emozione/figura, le chiedo: tu cosa vuoi per me arrabbiandoti? Provo ad identificarmi con la rabbia, l’apatia e l’inerzia che mi pervadono: avverto un desiderio di liberazione, di riscatto, di autodeterminazione.

    4) Su un percorso di montagna me la porto con me, guardo il panorama e le chiedo: “Tu cosa vuoi per me di molto più importante arrabbiandoti?” Avverto il peso di questa gabbia, il senso di soffocamento, lo smarrimento nel non intravedere una via di uscita. La gabbia dai muri di gomma mi dice: “voglio farti capire chi sei davvero per poter perseguire la strada libera da ogni tuo malesere.”

    Non lo so se sono sulla buona strada o se anche questo fa parte di un autoinganno.

    Grazie di questo anno trascorso insieme. Vi auguro buone vacanze!

    Daniela

    5)Riprendo a salire lentamente, arrivo fino in cima dove c’è il panorama, c’è quiete e silenzio. Le chiedo “Cosa vuoi per me dal profondo del tuo cuore?” Voglio la tua liberazione, lo sviluppo della tua personalità e delle tue potenzialità.

  4. Ciao Dani,
    certo la condizione che descrivi è molto pesante, le sbarre della gabbia sono rinforzate e mi sembra di capire che la prima difficoltà da superare sia una costante pratica meditativa.
    Con la pratica e nella pratica possiamo imparare, sperimentare e favorire la capacità di abbandonare i pensieri che normalmente ci si presentano puntuali e potenti, siamo noi stessi ad alimentarli donandogli energia mentale, pensandoli.
    Possiamo imparare a lasciarli andare con l’espiro così come lasciamo andare l’aria consumata dal nostro metabolismo.
    So che è difficile trovare lo spazio e la voglia per una pratica meditativa costante ma è necessario per poter uscire in uno spazio nuovo, più ampio e più interessante; prova a concedertelo come uno spazio tutto tuo cioè dove puoi prenderti cura di te stessa in modo nuovo e cioè sperimentando un pochino di silenzio mentale, niente pensieri automatici, li accogliamo, li riconosciamo e con un sorriso ma con decisione li spegniamo togliendogli energia mentale cioè decidiamo ADESSO di non pensarli più.
    Tornano . . . . altro espiro altro abbandono.
    Questo lavoro libera spazio creativo e migliora la nostra capacità di concentrazione rendendo possibile ciò che altrimenti continua a bloccarci.
    L’ombra è una conseguenza delle nostre antiche e recenti ferite che vogliamo conoscere meglio per meglio liberacene ma il primo passo è imparare a lascir andare i pensieri.
    Con l’estate avremo più tempo per lavorarci su.
    A presto Ale

    • Grazie mille, Alessandro. Credo proprio che fino ad ora sia mancata la profonda convinzione di abbandonare e lasciare andare definitivamente questi pensieri. Invece di abbandonarli, non ho fatto altro che rafforzarli. Invece di percepirmi vuota, nuova, io continuo a percepire le solite emozioni.
      Devo realizzare l’abbandono vero.

      Buone vacanze a tutti, a presto!
      Daniela

  5. Caro Marco,

    una domanda riguardo la prima parte del 12o incontro. Ad un certo punto hai detto che noi siamo pieni di sessualità repressa, mi sembrava di capire che tu percepisci una possibilità che le cose vadano diversamente. Ma io mi chiedo: non è inevitabile? Non è il prezzo, il “disagio della civiltà”? O tu vedi una possibilità alternativa?

    La mia domanda è molto concreta: è bene vivere la sessualità prima del matrimonio? La Chiesa ci dice di no. Io per mia parte ho vissuto la cosa in modo molto doloroso, perché già intorno ai 9 anni la natura si è fatta sentire, ed è stato molto pesante cercare ogni giorno la castità fino al matrimonio (ho preso moglie a 24 anni). Non che poi nel matrimonio questi combattimenti non ci siano, a seconda delle fasi della convivenza (per esempio durante le fasi post parto ecc.), però la situazione pre-matrimonio mi sembra indubbiamente molto (più) pesante.

    Da una parte, guardando indietro, io vedo indubbiamente i frutti positivi della castità pre-matrimoniale (la sessualità dovrebbe favorire la connunxio, come tu dici in un tuo video, però cercare l’espressione più alta della conniunxio con una persona con la quale non si è ancora non si è deciso di coniugarsi – di sposarsi – può essere molto alienante (e doloroso quando poi la relazione finisce), e queste esperienze possono poi segnare in modo negativo anche le prossime esperienze che si avranno nel matrimonio, ecc.), però ne vedo anche gli aspetti negativi e molto pesanti, che tarpano le ali degli aneliti dello Spirito.

    La questione è molto importante per me: avendo quattro figli, bisognerà dare loro un’educazione in questo senso, e mi chiedo quale sia la via giusta. In questo senso avrei bisogno di un confronto a riguardo.

    LE DUE DOMANDE SONO ALLORA:

    1) “sessualità prima del matrimonio”, si o no, dal tuo punto di vista?
    2) una volta che abbiamo capito di essere abitati da una sessualità repressa (ed è il mio caso, almeno fino al matrimonio), cosa fare per liberarsene (magari anche se non si è sposati)?

    Grazie Emanuele

    PS: nel prossimo commento vi mando l’esercizio sull’ombra

  6. Secondo esercizio sull’ombra:

    1) Sono partito da una situazione attuale. Premessa: io vivo in Germania in un condominio famigliare, nel quale vi abitano molti membri della famiglia di mia moglie. La cosa è molto bella, ma ha anche i suoi aspetti negativi.

    La persona con la quale ho problemi è un parente, che qui non voglio nominare, diciamo A. (può essere mio suocero, mio cognato, un cugino o una cugina di mia moglie… tanto per intenderci… che però vive in questa stessa palazzina).

    Seconda premessa. A. ha avuto una storia pesantissima. Dopo 10 anni di matrimonio, la moglie l’ha lasciato, andando con un altro. La cosa più terribile è che lei gli ha detto “tu sei l’uomo perfetto, non hai sbagliato nulla, nonostante tutto mi sono innamorata di un altro, ciao”. Da quel giorno A. è diventato durissimo, con tutti. Secondo il motto: “non devo più rispetto a nessuno, sgomitando ed azzannando mi farò strada nella vita e nelle relazioni, non rinuncerò mai più neanche alla più piccola voglia per non ferire un altro”.

    Io e mia moglie, quando avvenne la separazione, invitammo A. a passare le vacanze estive con noi in Italia. Lo abbiamo sostenuto come abbiamo potuto, abbiamo cercato di parlargli. Ma lui, dopo un po’, quando si è reso conto che il suo matrimonio era davvero finito, è diventato molto duro, come dicevo sopra, ed ha iniziato chiaramente a mostrare disgusto per me. Una volta, in una discussione (troppo lunga per riportarla qui), ha detto a mia moglie (non stava parlando con me, ma io ero presente nella stanza e non potevo non ascoltare): “tuo marito mi fa schifo, se solo penso che potrei diventare come lui (caratterialmente), tutto in me si ribella.” Si faceva riferimento anche al fatto che noi cerchiamo di vivere nella Fede, che lui non ha e disprezza.

    A volte, quando passa a casa nostra, fa delle domande. Se io apro bocca per rispondere, lui subito mi toglie la parola iniziando a parlare vigorosamente con un altro, ingnorando completamente il fatto che io stessi parlando con lui.

    Bene, finite le premesse, passo all’esercizio. A. mi “maltratta” sempre, non appena i miei interessi confliggono con i suoi, non parla, ma agisce. L’ultima è stata che ha tolto la cassetta della posta attaccata alla porta d’ingresso della palazzina (che raccoglie la posta che il postino vi butta da fuori), perché esteticamente non gli piaceva (l’avevo montata io, dopo 3 anni che non si trovava una soluzione, infatti quando il postino butta la posta attraverso la porta, la porta non si può aprire più, perche le lettere si incastrano sotto la porta. A volte stai 5 minuti a lottare con la porta, poi, quando riesci ad aprirla, ti accorgi di aver fatto a brandelli la posta). Ho tentato di dirgli che se non gli andava bene, doveva trovare lui una soluzione, e lui “si si, ci penso io”. Ben sapendo che non avrebbe fatto nulla, e tanto è stato.

    Questo evento è ovviamente la punta dell’iceberg. Potrei citare altre situazioni del caso, dove invece di parlare, o dopo che si è parlato,

    2) Dapprima ho disegnato un’esplosione. Poi, al secondo ascolto, ho sognato lui, fatto a pezzi (un braccio di quà, una gamba di là, sangue dappertutto). Fatto a pezzi da me, ma fatto a pezzi anche dalla sua storia.

    3) Cosa vuole l’ombra per me: rispetto, non essere trattato con disgusto, che inizi a difendermi e a rispondere con violenza
    Cosa vuole veramente 1: essere libero verso di lui, smetterla di trattarlo con i guanti
    Cosa vuole veramente 2: che sia in grado di amarlo, senza farmi schiacciare dai suoi atteggiamenti, e questo è possibile solo se sono in stato di grazia. Che io mi trovi più spesso in uno stato integro.

    Ascoltando la condivisione di Marco, sono giunto a questa conclusione: se l’ombra parla del bisogno ferito, io manco per certi aspetti di autostima. E mi spiego, perché questo ha radici nella mia storia. Io ho vissuto dai 10 ai 16 anni in Africa, in Camerun. Quando sono tornato in italia, ho dovuto recuperare molto a scuola. Ho sempre avuto l’impressione di non essere abbastanza, di non aver recuperato abbastanza, fino a che, quanche anno dopo, non mi sono reso conto, grazie al mio insegnante di flauto, che era esagerato. Laureato in filosofia e diplomato in flauto traverso, parlo correntemente tre lingue (italiano, tedesco e francese), ho buoni motivi per affermare che “ho recuperato”. Però questo tarlo del “non abbastanza” torna ricorrentemente nella mia quotidianità (certo, so suonare bene il flauto, ma si può fare di meglio, sopratutto se avessi piu tempo per studiare… per non parlare poi di tutti i libri di filosofia e letteratura che vorrei leggere, e non ho tempo…il fatto di lavorare in tedesco, non essendo un madre lingua, mi porta ad un continuo controllo della correttezza grammaticale delle mie frasi, anche quando parlo, per cui sono sempre “sotto controllo, sotto esame”, ed l’esaminatore è terribile, spietato: sono io!).

    Ho capito che questa situazione la potrò (almeno in parte) superare solo se accoglierò il perdono di non essere perfetto, di non sapere tutto, magari anche di fare qualche errore parlando e/o scrivendo, cosa che, mi accorgo anche, dà a me molto fastidio, ma non a chi mi sta intorno, che sembra quasi che non se ne accorgano.

    Ovviamente mi sento anche chiamato, sinceramente, nello spirito, ad amare A. E devo anche dire che il fatto che noi, ormai da tempo, cerchiamo sempre di rispondere con amore ai suoi atteggiamenti, nonostante tutto di invitarlo da noi a mangiare, magari anche quando poco prima mi ha maltrattato, ecc., lo abbia avvicinato molto a noi (a S. Marinella si parlava di miracoli… ECCOME SE ACCADONO!! A PACCHI!).

    Ok, ho scritto troppo. Un abbraccio a tutti. Emanuele

  7. Per molto tempo ho creduto che la parola rivelata fosse solo la Parola di Dio cioè la Scrittura e certamente ancora credo.
    Ma ormai da quasi 2 anni io come molti di noi abbiamo scitto diari e li ci sono parole a cui sto cominciando a dare credito.
    Parole nuove o con significati nuovi che mi fanno bene e che non solo aiutano ma indirizzano il cammino.
    Io uso questo metodo per considerarle veritiere: se mi portano ad uno stato di pacificazione, mi aiutano ad una migliore relazione con… se non contraddicono la Rivelazione(cristiana) do loro credito.
    Vorrei però una piccola conferma per evitare un cammino interiore individualista e magari solo egoico.
    Non so se mi spiego!
    Ciao a tutti,
    Intanto saluto e ringrazio di cuore Marco, Gabriella e Alessandro pet il grande accompagnamento

    Claudio.

  8. Grazie Claudio della tua osservazione. Hai ragione, è ora di tornare a chiederci se veramente quello che ci dicono siano “parole di vita eterna” o “catene per la messa a morte nel presente”. Purtroppo mi verrebbe da dire che la maggior parte delle tradizioni vedono la sessualità e/o la donna in modo sospetto. Anzi, forse la Bibbia non è neanche il testo più sessuofobo. Ma, da che so io, meno che mai è permesso vivere al di fuori del matrimonio, e questo vale per ogni tradizione. Ma oggi non ci si sposa più a 12 anni (per le ragazze) e non si muore più a trena ( Io ho avuto la fortuna di incontrare la donna della mia vita e sposarmi abbastanza presto, rispetto alla media). … Forse anche in questo senso si può parlare di disagio della civiltà…

  9. Caro Emanuele al tuo primo intervento Marco risponderà al più presto.
    Io provo a condividere il tuo esercizio.
    La rabbia repressa all’inizio la descrivi molto bene: un’ esplosione in un primo momento, un’aggressione violenta ( fai a pezzi A.) in un secondo tempo. Sicuramente da come scrivi si intende che sei una persona mite, ma spesso questa dote reprime aree davvero oscure. Ciò non significa che le tue qualità spirituali non siano davvero la dolcezza e l’accoglienza anche di chi ti tormenta, e infatti è molto bello quando dici ” mi sento anche chiamato, sinceramente, nello spirito, ad amare A”
    Ma è importante lavorare per liberare tali qualità ed esprimerle appunto nello spirito in piena integrità.
    La tua ombra ti chiede di essere “te stesso” chiede rispetto ma forse grida anche desiderio di libertà, di vivere serenamente la tua vita con la tua splendida famiglia.
    È vero che la nostra missione è accogliere e amare, ma ciò non vuol dire che se una relazione difficile diventa insopportabile non  si possa mantenere ad una certa distanza, senza sensi di colpa operando magari in modo da fare comunque del bene a quella persona!
    Spero di averti aiutato un pò il lavoro è lungo.
    Apprezzo i ringraziamenti tuoi e di Claudio ma credetemi per noi è davvero un arricchimento dialogare, se pur a distanza, con persone come voi.
    Un caro abbraccio Gabriella

  10. Non sono certo di fare la cosa giusta, ed ho anche un po’ paura di allontanarmi dal tema di questa lezione. Però è accaduto che ripercorrendo il primo esercizio del testo Darsi Pace, ho provato una forte emozione, abbastanza imprevista, e subito dopo un desiderio di condividere questa in un ambiente protetto e non-giudicante. Il primo impulso è stato di scrivere a Marco, poi mi sono detto che la cosa più ragionevole ed opportuna, era di intervenire nell’area riservata.

    Mi riferisco all’esercizio a pag. 19, “La mia anima non è unificata”. Passando attraverso gli stadi dell’esercizio (semplice se paragonato a quelli seguenti, come sappiamo), ho individuato proprio nella mattinata di oggi un momento in cui avevo agito – in un contesto familiare – celando le mie emozioni più intime, “mascherando” uno stato di rabbia ed insofferenza e simulando pace ed equilibrio.

    Lo stato di rabbia ed insofferenza infatti non lo comprendevo né lo comprendo ora, essendo in completo contrasto con quanto di bello mi pare stia ricevendo in questi giorni di vacanza con parte della famiglia. In particolare stamattina, quando pensavo dovessi solo essere grato per quanto ricevuto e goduto nella giornata di ieri, questi sentimenti “cupi” sono emersi molto forti dentro di me.

    Di solito reagisco a questo stato “arrabbiandomi con me”, rimproverandomi (“ma che voglio ancora? cosa cerco se ho tutto? perché sono così ingrato? etc..”) ma ora ho tentato una via meno improduttiva e mi sono messo all’opera con la pratica.

    L’esercizio ha svelato alla mia coscienza la scelta “automatica” di nascondere e mascherarsi. Ma alla domanda “perché?” mi sono scese le lacrime, da quanto era forte – e finalmente poteva esprimersi – la paura di non essere amato, accolto, accettato: “Se sono così, se all’interno sono davvero così, così arruffato e così ‘ingrato’, nessuno mi vorrà bene davvero”. Ed è arrivata subito dopo una “provocazione”, una voce “altra”… “e se chi ti vuol bene non fosse legato ad una tua ‘prestazione’ emotiva, ma ti volesse bene comunque, perché sei tu?”. Questo mi ha fatto proprio venire le lacrime, al pensiero “ma si può davvero voler bene così? Posso essere davvero amato così?”

    Il lavoro è lungo e non mi allarmo troppo, eppure registro che questo strato di insofferenza, di rabbia, è ancora molto forte in me. La cosa bella è che lo posso vedere, lo posso contattare, non è nascosto come prima. La sua origine profonda è ancora in parte “mistero” per me, ma capisco che ci posso finalmente lavorare.

    In questo senso ho voluto esprimerlo qui, spero di non aver sbagliato ripescando un esercizio di abbastanza tempo fa.

    Un abbraccio ad ognuno,

    Marco

  11. Volevo rispondere a Claudio per la bella riflessione sull’ascolto e sul credo delle parole. È proprio qui che sta la differenza: spesso noi non ascoltiamo, perche non silenziamo abbastanza il nostro cuore o pensiamo di avere già tutte le certezze.
    Io penso che vi sia una relazone tra le sacre scritture e ciò che abita nel nostro intimo nel momento stesso in cui ci abbandoniamo al loro ascolto. Lasciarsi pervadere da parole che nutrono, che illuminano ci trasforma a tal punto che le facciamo nostre e, cosa ancora più bella, le trasmettiamo.
    Quindi Claudio non credo che sei in errore a pensarla così. Un caro saluto Gabriella

  12. Carissimo Marco, il nostro lavoro segue sicuramente un percorso organico con le dovute tappe ma è anche dinamico e a volte può diventare molto utile riattraversare alcuni momenti che siano di approfondimento culturale o di autoconoscimento.
    Noi diciamo spesso che il nostro obiettivo è raggiungere l’integrità e l’esercizio base da cui siamo partiti ci aiuta proprio a comprendere quanto siamo scissi interiormente.
    Ma aver compreso questo (che è già un ottimo passo avanti) non significa che automaticamente non lo siamo più, magari!
    Per cui non deve sorprenderti se in alcune situazioni sembra che riprecipiti al fondo….ok te ne sei accorto, ti rialzi e piano piano noterai la prossima volta che qualche lieve, minuscolo progresso è stato raggiunto! L’importante è non avere troppe aspettative del “tutto e subito”.
    A volte celare la sofferenza o un disappunto può essere inevitabile purché venga fatto con la giusta consapevolezza, senza eccessive forzature, a volte mi dico….si per ora è meglio cosi sorrido tra me e me e lascio andare. Mantenere quell’equilibrio tra la maschera opprimente e l’ombra che vorrebbe esplodere non è affatto facile.
    Accogli con serenità Marco anche i momenti un pò bui pur …..”essendo in completo contrasto con quanto di bello mi pare stia ricevendo in questi giorni”…..so cosa significa… ma parliamo di quella strana, contorta, improbabile creatura che è l’uomo,… nonostante tutto meravigliosa.
    Ti abbraccio Gabriella

    • Carissima Gabriella…

      … grazie! E’ un grande conforto passare attraverso la tua risposta. Sai, sto comprendendo sempre di più quale grande opportunità sia questa del gruppo telematico, anche per chi ha l’indubbia fortuna di poter seguire fisicamente gli incontri. Anche e soprattutto nel periodo estivo, c’è la piacevole sensazione di essere “gentilmente accompagnati” anche se si è lontani fisicamente. Ed è un accompagnamento non generico, come spesso si può trovare su Internet, ma mirato, preciso, “affilato”, perché riferito ad uno specifico stadio di uno specifico percorso. E’ una cosa notevole, e credo assolutamente unica.

      Un abbraccio,

      Marco

  13. La bellezza di questo luogo così originale si concretizza con i vostri interventi e la speranza è che siano sempre in aumento e se anche non riguardano l’incontro o l’esercizio in esame va benissimo perchè riguardano un dubbio, una sensazione, una esperienza che sarà utile a tutti.

    Caro Marco vorrei aggiungere un pensiero sulla bella scoperta che ci hai comunicato.
    Posso essere davvero amato così ?
    Quale padre di fronte al figlioletto arruffato e ingrato non lo abbraccerebbe comunque nella consapevolezza che è un momento passeggero e che lui è così piccolo da non poter fare diversamente ?
    Ricordati dei tuoi bambini………..
    Noi siamo hai primi passi di un cambiamento che proprio l’insofferenza, la delusione, la tristezza ci stanno indicando.
    E se noi che siamo così possiamo amare i nostri figli ……….
    Un abbraccio sorridente Ale

  14. Caro Emanuele, la mia impressione è che finora abbiamo affrontato queste problematiche in modo molto astratto, e cioè egoico-rappresentativo, illudendoci che le proibizioni potessero sostituire le realizzazioni spirituali autentiche.
    Ciò ha provocato immenso dolore, distorsioni, perversioni etc: son convinto che De Sade sia figlio legittimo di secoli di sessuofobia, così come sono convinto che l’attuale cultura pornografica sia ancora figlia di bigottismi e ipocrisie secolari.
    Ciò non significa che io pensi che si possa fare tutto in ogni momento e a qualsiasi età. Tutt’altro. Io credo che la sessualità sia solo un aspetto della crescita umana, e che quindi discenda dalle fasi di integrazione/guarigione della persona.
    Il nostro compito dunque è aiutare le persone ad integrarsi, a superare le proprie scissioni, perché solo così potranno vivere una sessualità ogni giorno un po’ più vera.
    Questa prospettiva gradualistica e concreta, legata ai processi evolutivi autentici, e non alle leggi astratte, è d’altronde sposata anche da Papa Francesco nella Esortazione postsinodale Amoris laetitia.
    Pretendere la castità perfetta da un giovane di venti o venticinque anni ADESSO credo che il più delle volte ottenga solo di rafforzare le sue difese e rigidità difensive. Il discernimento d’altronde è delicato e personale, perciò dobbiamo creare educatori consapevoli, iniziati che sappiano accompagnare, liberatori dell’anima.
    Un abbraccio. Marco

  15. Visto che anch’io oggi son particolarmente presa dal pensiero del “sapersi amati comunque”, aggiungo un piccolo pensiero alla condivisione di Marco. E prima di tutto, ti ringrazio Marco, per aver consegnato a questa pagina la tua esperienza interiore così FORTE. Mi ero affacciata, in questa domenica, per trovare voci e esperienze con cui confrontarmi e ho trovato la tua. Bene. Ieri una mia consorella ricordava un piccolo passaggio dei “Consigli e ricordi” di S. Teresa di Gesù Bambino, santa famosa per il suo spirito di FIDUCIA e per l’infanzia spirituale… che non ha niente a che vedere con infantilismi ma è la scoperta profonda, esistenziale del legame di AMORE Vitale che c’è tra Dio e la creatura. Quella tua espressione che riporto ora con grande rispetto – “Se sono così, se all’interno sono davvero così, così arruffato e così ‘ingrato’, nessuno mi vorrà bene davvero”. – me l’ha fatta ricordare e gustare anche per ciò che sto vivendo io, sempre pronta a giudicarmi indegna di tutto il bene che invece arriva totalmente GRATIS, nonostante me. Il brano è questo: “Mi diceva [è una consorella di S. Teresina che racconta] : «Che forse un padre sgrida il suo bambino quando egli si accusa da se stesso , o gli infligge un castigo? No davvero, ma se lo stringe al cuore». A rinforzare questo concetto, mi rammentò una storia che avevamo letto nella nostra infanzia: Un re in una partita di caccia inseguiva un coniglio bianco, che i suoi cani erano sul punto di raggiungere, quando la bestiola, sentendosi perduta, ritornò indietro rapidamente e saltò tra le braccia del cacciatore. Costui, commosso da tanta fiducia, non volle più separarsi dal coniglio bianco, e non permetteva a nessuno di toccarlo, riservandosi di nutrirlo”. Forse non tutti i padri si “sciolgono” come il re- cacciatore del racconto… ma questa storiella è un messaggio su come siamo amati da Dio e come anche noi potremo guardare noi stessi con tenerezza – quella sana e terapeutica per le nostre ferite. E credo che questo possa essere in tema con l’ultimo esercizio sull’ombra… Quell’ascesa sulla montagna verso un’aria più pulita, davanti a un panorama mozzafiato, bello ma non certo per merito mio (nostro), eppure lì tutto per i miei occhi, per la mia mente, per il mio cuore… per trasmettermi, bellezza, pace, libertà, è stato un bel viaggio per allentare la paura e la tensione della bambina arrabbiata che ritrovo in me nelle situazioni di conflitto. Arrabbiata perché la mia maschera la fa tacere, accusandola e riempiendola di terrore e di sensi di colpa, …così “impara a star zitta” e non “pretendere” amore. Ma verso quella Vetta, dove tutto è Dono, ho trovato un altro “spazio-tempo” per ascoltare “le ragioni” dell’ombra, di quella bambina che è troppo piccola per darsi ciò di cui ha bisogno, e per stringerla al cuore, come il re quel coniglio bianco, stanco di scappare. E adesso mi sento proprio così, stanca di scappare, di nascondermi, e per questo un po’ più convinta che la via migliore è quella della fiducia nella Bontà della Vita… diffusa un po’ dappertutto, nonostante tutto.
    un abbraccio a te Marco e a tutti gli amici del nostro gruppo.
    Un caro saluto anche a te, Gabriella, e a te, Alessandro… grazie per quanto ci trasmettete delle vostre esperienze e scoperte.
    Elisabetta

  16. Grazie Elisabetta,

    grazie ad ognuno, veramente.

    E’ così dolce e profondamente rasserenante, trovare e ritrovare questo ambiente accogliente e “protetto”, dove la durezza dei miei stessi giudizi su me steso non viene… giudicata, viene invece presa in molte amorevoli mani e accuratamente accarezzata, pazientemente e docilmente ragionata, fino a che lei stessa non si placa e mostra delle aperture, dove fluisce una nuova insperata luce…

    Alessandro, Gabriella, Elisabetta… le vostre parole sono terapeutiche, ed insieme ragionevoli (o ragionevoli perché terapeutiche, non c’è infatti niente ormai che mi interessi davvero oltre la Cura). Devo dire, c’è una parte di me che esigerebbe bilanci, sempre in maniera impietosa (della serie, che conoscerete anche voi, “ok ora hai finito il secondo anno DP, vediamo un po’ a che punto stai… devi essere molto consapevole, certo con qualche cosa ancora da sistemare – sennò che prosegui a fare, giusto per questo, poi qui non sta bene aver risolto tutto – ma comunque non scherziamo, ormai molto consapevole… “), ma è una parte che non ha pazienza e sussurra menzogne, è una parte che – ora capisco – ha bisogno di ancora molta cura e attenzione. Una parte impaurita che dimentica quanto Marco stesso dice nel manuale, che il progresso non è lineare e nemmeno predeterminabile a priori.

    Invece vi garantisco che il cuore si distende immediatamente, quando leggendo i vari commenti, non solo vengo preso sul serio, nel mio bisogno, ma comprendo che in realtà non vi è alcuna fretta – la fretta è appena un parametro del vecchio io, che stiamo demolendo.

    E capisco che stiamo lavorando. Ed è veramente “strano”, ma il cuore non ha bisogno che di questo: capire che sta lavorando. E allora tutto, anche i momenti più “bassi”, tutto trova non appena una spiegazione, ma una riconciliazione profonda. Tutto è illuminato da questa pacata consapevolezza, “siamo molto ben protetti”, diceva Marco Guzzi a Santa Marinella.

    Tutta la mia ribellione è ultimamente un “rimpovero” a Lui, che non mi toglie questa spina “abbastanza in fretta”. Ma Lui sa che nella spina c’è un tesoro, e dunque non me la “leva dalla vista”, ma mi consegna in ambienti (spirituali, terapeutici, creativi) dove ci posso lavorare. Certo, non è la mia logica, ma la mia logica è impetosa, matematica, squadrata, granitica. La Sua è morbida, creativa, imprevedibile, ultimamente è Misericordia.

    Grazie,

    Marco

  17. Ciao,
    di ritorno dalla importante settimana vissuta a Trevi che segna un nuovo inizio, come noi stiamo imparando a fare da operosi principianti, mi sono sentito spinto a mettervi al corrente che il prossimo anno io non sarò più con voi come tutor.
    Una sana politica di rotazione ci ha convinti dopo 3 anni di staticità a modificare le posizioni dei tutor così io andrò al nuovo secondo anno, con voi resterà Gabri e si aggiungeranno Giovanna e Vanna.
    Ovviamente questo mi spiace ma capisco che la rotazione è necessaria e credo utile per tutti noi.
    Per il momento quindi vi saluto così ma lo farò meglio al primo incontro della nuova annualità.
    Un grosso abbraccio Ale

  18. Esagerata…….
    Cara MariaGrazia non ci sono presidenti regionali bensì responsabili che si occupano di tenere le fila e cercare di tessere sempre meglio la rete di relazioni che si stanno sviluppando tra praticanti.
    Si, sono ancora in questo ruolo anche se per la verità quest’anno abbiamo potuto fare niente come regionale, purtroppo !
    Il prossimo anno andrà sicuramente meglio.
    Buone vacanze a te e a tutti voi amici cari. Ale

  19. Uh mi dispiace, le “sane politiche di rotazione” potrebbero prevedere anche una sorta di re-incontro ogni tanto?
    Un abbraccio
    Maria

  20. Cara Maria,
    intanto ho intenzione di salutare tutti voi in video al primo incontro del prossimo anno e poi sarà un piacere incontrarci tutte le volte che ne capiterà l’occasione.
    Ci siamo incontrati e affiancati per un pezzetto di cammino ma anche se non ci vediamo più con gli occhi continuiamo ad essere fianco a fianco e più persone si aggiungono meno sarà facile vederci …….. ma è importante esserci e aiutare il più possibile.
    Un abbraccio sorridente Ale

  21. Caro Alessandro,
    mi sa che allora ci ‘rivedremo’ perchè sento il bisogno di rifare il secondo anno.
    Mi spiace tanto ‘perdere’ Gabriella e anche i compagni di viaggio che hanno condiviso tanta vita in questo blog, ma sicuramente ci saranno occasioni per rimanete in contatto. Buon agosto a tutti

  22. Carissima Laura non preoccuparti avremo modo di dialogare e vederci comunque. Ritornerai a Roma?Considero invece una saggia idea quella di ripetere un anno se non si è riusciti a seguirlo in modo profondo, sopratutto il secondo. È importante procedere piano piano nel lavoro e capire a fondo ogni passaggio.
    Ti abbraccio con affetto Gabriella

  23. Ciao Gabriella!
    Per ora nessun viaggio a Roma in programma, ma chissà magari più avanti
    E’ stato un anno molto pieno e anche in questa primavera estate un po’ di corsa perchè mia mamma non sta bene, quindi sento proprio il bisogno di riprendere il materiale del secondo anno, dato che è così profondo
    Sento che sono ancora tanto nella ‘reppresentazione’ e ho bisogno di darmi tempo
    Ti mando un forte abbraccio Laura

  24. Carissimi praticanti della terza annualità spero che abbiate già adempiuto ai termini di iscrizione al nuovo anno. Sicuramente chi mi legge lo ha fatto correttamente.
    Volevo ricordarvi quanto segue:
    Il 2 ottobre ha luogo il primo incontro del nostro anno all’ateneo dei Salesiani
    Il 9 ottobre si avrà invece la conferenza iniziale di Marco rivolta a tutti, incontro che coincide con il primo del 1° anno di Darsi Pace.
    Sarebbe bello incontrare qualcuno di voi telematici fisicamente in una delle due giornate.
    Vi ricordo inoltre che i vostri tutor per quest’anno saranno, oltre alla sottoscritta, anche Giovanna Di Vita e Vanna Villa come già riportato nelle Info del sito.
    Avrete modo di conoscerle  (per chi non le conisce già) il 2 ottobre perché saranno entrambi presenti.
    Siamo già tutte a vostra disposizione qualora vogliate accedere a questa pagina.
    Detto ciò vi saluto augurandovi un buon inizio di questa annualità ed un buon proseguimento  del lavoro spirituale intrapreso insieme.
    Che lo Spirito sia sempre luce per le nostre menti.
    Vi abbraccio caramente Gabriella

  25. Grazie Gabriella e tanti saluti a tutti voi amici trans-figuranti, spero stiate tutti bene!

    Io sentirei il bisogno di dire come mi sento: Il mio respiro è sempre più “carico”e consapevole nel senso che gli presto molta più attenzione come anche il mio cuore ma tutto me stesso è sempre più “carico” e in attesa..
    Le relazioni e i molteplici problemi sono come frullati, dentro un vortice in cui la parola soluzione non esiste più anzi è un lontano ricordo. È come se una volta avviata una rivoluzione permanente dello Spirito per il trans-figurante non ci sono più abitazioni fisse e quindi soluzioni ai problemi ma visioni ampie molto ampie in cui mettere i propri problemi e collaborare nello Spirito alla vita che cresce nell’assoluta precarietà della vita!
    Vorrei dire insomma tante cose ma non mi vengono le parole.

    Ecco, un anelito formidabile cresce o preme dentro di me giorno dopo giorno,lo sento nel respiro, nel cuore che batte e sovrasta qualsiasi altra cosa e vedo che immancabilmente ma potentemente indirizza la mia vita, magari sbagliando anche ma è straordinario poter esplorare la propria vita e le relazioni, i problemi nello Spirito (a volte anche sbagliando spiriro, c’è di tutto) ma sempre con questo anelito nel respiro che ti accompagna sempre.
    Avevo bisogno di dirlo!
    Ciao a tutti
    Claudio.

  26. Carissimo Claudio ben trovato! È davvero importante ciò che dici, mi riferisco in particolare alle espressioni “non esistono più abitazioni fisse” e “assoluta precarietà della vita” è questo infatti che ci riesce difficile da accettare. Nel buddismo si chiama Impermanenza la sofferenza causata dal cambiamento (sto vivendo un momento simile proprio in tale periodo).
    E la pratica, la preghiera e si, anche l’anelito di respirare vita nuova, sono l’unico nutrimento per rimanere a galla anzi per emergere con il capo eretto e fiero; quindi concentriamoci su questo e buona ripresa.
    A presto Gabriella

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