E’ con un senso di sollievo che penso alla prima parte del decimo incontro (non avendo potuto partecipare, ho avuto occasione di vedere il video ieri sera). Il sollievo di vedere espressi – e con ammirevole rigore logico e insieme, direi, lucida tenerezza – il magma oscuro che ribolle dentro la mia anima, è un balsamo che conforta.
“Dare per scontato qualcosa è ormai una violenza”. E’ proprio così. Caricare in memoria, ogni mattina, le proprie convinzioni, in maniera automatica (“io sono cristiano, io faccio questo, faccio quello, amo questo, odio quello…”) come ho fatto per anni, mi riesce sempre più difficile. Addirittura, irritante.
Uno sguardo onesto su me stesso, invece, mi direbbe che tutte le convinzioni “statiche” in cui mi cerco di riparare sono, almeno per me, essenzialmente “dinamiche”. Sono cristiano? Certo, me lo dico e me lo ripeto, mi “rimetto nella parte”, senza pensare. E mi ritrovo paradossalmente, in tante giornate, con meno speranza di uno perfettamente ateo. Altre volte entro in chiesa e ottengo subito sollievo, mi sento a casa. E allora? Chi sono? Cosa credo?
Forse devo smettere di raccontarmi storielle più o meno rassicuranti. Far finta di sentire ciò che a volte non sento. Guardarmi dentro mi costa, ma alla fine è benefico.
Io a volte ho solo un enorme bisogno di senso, dentro di me, che se devo essere sincero, spesso non sa a che santo votarsi! A volte c’è soltanto una grande confusione. Varcato il mezzo secolo, scopro che perfino i punti fermi – o che credevo tali – devono essere urgentemente riscoperti nella loro validità, in modo “nuovo”, rinnovato. Altrimenti verranno spazzati via dalle ondate di questo misterioso mare che agita nel mio profondo.
Così una intima gioia attraversa la confusione, ed è il senso di sollievo che hai quanto senti esprimere quello che senti dentro e quasi sempre censuri a te stesso. Ti senti compreso, capisci che non è così irrazionale e “maledetto” quello con cui devi fare i conti.
Sopratutto, capisci che se in questo momento sei capitato in questo percorso, proprio adesso, vuol dire proprio che c’è un piano per te, non sei in balia della meccanica triste di incontri e scontri casuali, come una particella impazzita in un universo indifferente (e per ciò stesso, dunque, ultimamente ostile).
Allora ti torna la voglia di lavorare su te stesso, ed anche, in momenti dorati, l’intima gioia di farlo. E’ vero che il motivo profondo per cui sono vivo è fare questo lavoro, non sono balle. E’ vero che è un atto intimo e politico al tempo stesso. L’universo chiede di aiutarmi, per aiutare il tutto.
Impressionante.
Caro Marco anche per me è importante ripetere spesso, magari durante la meditazione, “posso abbandonare l’illusione di sapere tutto”.
Ben venga l’oscillazione degli stati e delle convinzioni purché mi senta viva perché riesca ad esserne sempre e comunque consapevole!
Un caro saluto a Emanuele e alla sua bella famiglia. Oltre al suggerimento di Maria posso indicarti il Cd di ANZAN “Zen and the art of relaxation”.
Un abbraccio infine a Maria a cui dico grazie per il commento……anche solo per un saluto per dire che leggi e partecipi…. è comunque importante sentire le vostre voci.
Gabriella
Sai Gabriella è proprio confortante sapere che niente vi passa inosservato.
Buona giornata
Maria
Cari Alessandro e Gabriella,una piccola curiosità. Vorrei sapere se i video rimangono disponibili durante il periodo estivo per poterli rivedere e riascoltare con maggiore tranquillità e distensione.
Un abbraccio
Patrizia
Si Patrizia, i video e tutto il materiale resteranno disponibili e non solo per l’estate ma per tutti e tre gli anni del corso di base,
Un abbraccio Ale
Che bel regalo, sono proprio contenta! Grazie dell’ informazione e buona serata.
Patrizia
Carissimi telematici
( e percepisco con amarezza già un segno di “separazione” dagli altri, i fisici ).
Siamo verso la fine della 1a annualità di questo percorso e sento di dover esprimere una mia prima valutazione, se mi è concesso….. e mi è concesso perchè già lo sto facendo, ma intendo dire che qualcuno, dopo avermi letto si astenga dal rispondere ” le porte sono aperte in entrata ed uscita, ciascuno è libero, ecc……” perchè questo lo so già,
Anche perchè non è una risposta al problema che sto per esporre.
Innanzi tutto, ci tengo a dire che quando Marco tiene gli incontri colpisce, e anche tanto, questo è fuori dubbio. è interessante.
La mia vuole essere soprattutto una valutazione sullo strumento telematico:
Dal primo momento l’ho detto e lo ribadisco: mi pare. riveli. secondo me, tanta poca efficacia per l’obiettivo che DP si propone, perchè per rispondere soprattutto al bisogno di aiuto, è necessario possedere una spiccata sensibilità e profondità di linguaggio da parte di coloro che intendono entrare nella sfera umana tanto complessa, che è quella psicologico-spirituale.
Se non si capisce, sto parlando di quello che dovrebbe essere ” l’accompagnamento ” dei formatori : ritengo che le risposte finora siano piuttosto riduttive, a volte anche assenti, oppure si esprimono con formule generiche di cortesia e di convenienza, nonostante che proprio da parte loro si parli di dolore, dolore e dolore……
Alla persona, che è combattuta non le resta che la sua solitudine, ….nella valle di lacrime…….
Tuttavia questa situazione è portata avanti lo stesso, anzi le risposte dei partecipanti a questa inadeguatezza si manifestano con contenuti di uguale stile che esprimono spesso ” gioia” e ” pace “, E’ vero questo?
Ammesso che sia vero, che alcuni percepiscono questi stati, e ammesso che non sono maschere, tutti gli altri sono tutti in questo stato? Oppure sono veramente immersi in grandi stati di vero dolore, e lottano da soli con le loro ferite?
La condivisione che lenisce e un pò placa, non si avrebbe in una prossimità più vera, nel contagio, nell’ energia circolante nei corpi che quasi si toccano e di occhi che si guardano e si fissano?
( Una verifica di quanto dico l’ho trovata proprio ascoltando l’ultimo incontro, in cui uno dei due tutor invitando i fisici all’incontro supplementare, ha abbozzato un ironico sorriso dicendo” chiedo scusa ai telematici……”.
Vi pareva il caso???? a me no!
Voglio terminare con un ultimo accenno in questa mia linea critica, ma spero non distruttiva… del tutto, ed è questo:
In questa situazione, che ho appena esposta, carente e limitata, si è aggiunta in questo ultimo tempo, post-pasquale – ( e il riferimento alla pasqua dovrebbe già indurci a un ri-posizionamento ancora più vero, in quello che facciamo ) – l’invito e un’ attenzione particolare alla pubblicità di DP;
mi riferisco all’ultima mail di Marco rivolta soprattutto ad una fascia di età: 20-35 anni.
Questa proposta contiene 2 vizi, secondo me:
1) questo requisito – fascia di età – non riflette uno schema obsoleto che propone la partecipazione di alcuni e ne esclude altri? Siamo noi di DP come nei concorsi pubblici, e soprattutto come nelle parrocchie, da cui tanto rifuggiamo, perchè tanto organizzano e poco uniscono ???? Voi mi direte : sì.
2) in questa ORA pensiamo di + alle persone iniziate in questo percorso, persone che stanno vivendo anche stati difficili, e pensare modalità
” altre ” e + consone per cercare di andare loro incontro, oppure ci interessa di più farci pubblicità, e con essa il numero ?.
Chiedo scusa a quanti si scandalizzano di tanta schiettezza….
Mi consola che Marco nel corso della nuova evangelizzazione abbia detto che per evangelizzare la rabbia e l’aggressività sono qualità buone e non negative.
Buon proseguimento
Giovanna
Dall’ultimo insegnamento di Marco si evince, con forza, la sostanziale ambiguità del processo di trasformazione che stiamo vivendo, di cui non mi stanco di sottolinearne la fondamentale importanza, ossia l’aspetto creativo e distruttivo che esso comporta e le conseguenze decisive, per le vite di tutti noi, (mia in particolare), in funzione delle scelte operate, in un senso o nell’altro. Chiaramente però, ribadisco, è il dono del discernimento la chiave per poter comprendere consapevolmente, di volta in volta, la cosa più giusta da mettere in atto la quale coincide sicuramente con quella che definiamo “volontà di Dio”. Ma questa Volontà posso intenderla sempre più e meglio se vado avanti in questo cammino di cosciente risveglio, altrimenti sono solo un cieco che brancola nelle tenebre di questo mondo. Ettore.
A questo punto del percorso ho a disposizione molti strumenti, conoscenze, pratiche per osservare il mio ego e lasciarlo senza respiro…ma lui è ancora straordinariamente vigoroso, a volte più di prima.
Sono contenta di far parte di questo gruppo e di lavorare insieme verso la vetta, ma è pur vero che c’è qualcosa che non va: emano un cattivo odore, c’è puzza di lavandino turato, i tubi sono intasati. Lo ha notato il padrone di una trattoria che ha modo di vedermi qualche volta a tavola, con la mia famiglia e i nostri amici. Qualche giorno fa mi ha domandato a bruciapelo “Perché lei è sempre triste?” “Perché sono sola!” è stata la mia risposta immediata, automatica, -non corrispondente al vero- ho pensato tra me, -perchè ho risposto così? e così via…intanto mi rendevo conto che c’era sincerità nella risposta e verità nella domanda. Un terremoto. Mi si sono sgretolati addosso due anni di ricerca spirituale sei mesi di darsi pace la convinzione di essere a buon punto e più serena perché faccio parte di un gruppo. Lo sguardo triste e stanco svela che non è così. Era anche lo sguardo di mio padre, i suoi occhi si illuminavano così raramente.
La mia situazione mi sembra simile a quella della ragazza bruna con gli occhiali, che ha condiviso per ultima la sua esperienza. Come lei non sono in contatto con la mia bambina interiore ferita, mi faccio delle rappresentazioni di lei in base a ricordi o cose raccontate e la sostanza emotiva so che c’è, ne percepisco l’ingombro, ma è chiusa in una cassaforte che non si apre e se la chiave si può trovare nella meditazione come posso migliorare? I respiri sono stretti e corti, se li forzo mi irrigidisco, avverto dei dolori e vorrei cambiare posizione, quando invece assecondo il mio ritmo a un respiro vostro ne corrispondono tre o quattro dei miei. Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere queste righe.
Un caro saluto, lidia
Cara Giovanna accolgo con misericordia la tua rabbia, non posso far altro, ma quanto sarebbe bello e utile per te che tu stessa potessi accoglierla, lavorando per poter sciogliere l’ insoddisfazione che hai dentro. Prova a togliere il velo dagli occhi e a guardare la bella opportunità che ti offre questo percorso, senza soffermarti a valutare il mio grado di cultura, di basso profilo forse ma, fortunatamente, non mi è richiesta questa dote.
Già Marco ti ha ricordato precedentemente che questo non è un salotto spirituale, la cultura non fa per noi, è una componente interessante ma ciò che serve è il cuore, è il mettersi in gioco, è sentirsi uniti nella difficoltà della vita di tutti i giorni, ma soprattutto è imparare ad utilizzare i metodi che Marco ci consiglia quali la meditazione e gli esercizi di autoconoscimento.
Io e Alessandro facciamo quello che possiamo, sicuramente con gran fatica per poter conciliare questo impegno con la nostra vita ordinaria già molto caotica, ma anche con tutto il cuore perché l’aiuto ci è stato chiesto da Marco a cui dobbiamo molto e perché sentiamo nel profondo che solo così la vita ha un senso, alleviando qualche animo sofferente e trasmettendo il bene che abbiamo ricevuto.
Mi rendo conto della difficoltà dei telematici ma l’alternativa era non offrire la possibilità alle persone lontane di conoscere i gruppi Darsi Pace.
D’altra parte anche i fisici, a parte i due incontri supplementari, non hanno molte opportunità di colloquiare con noi né tanto meno con Marco, alcuni poi non amano essere ripresi dalla telecamera, da qui la mia frase che spero non sia stata fraintesa da altri.
Questo lavoro può comunque essere svolto meditando sui testi ed ascoltando e riascoltando gli incontri e le condivisioni.
Mi dispiace se non ti trovi bene naturalmente sei libera di decidere se continuare, io e Alessandro siamo comunque qui a braccia aperte….con tutti i nostri limiti.
Un saluto caro Gabriella
Grazie Ettore perché hai citato la metafora della cecità a me molto cara, sarà perché io ho vissuto in modo appannato per troppi anni.
Dici bene nell’incoraggiare a perseverare il lavoro è lungo e richiede tempo ma illumina man mano che si procede. Oggi ho partecipato all’ultimo incontro del settimo anno (secondo biennio di approfondimento) si concluderà domani, abbiamo ascoltato Marco sul nostro rapporto con la sofferenza. Sono tornata arricchita se pure piuttosto provata dal tema affrontato. Buonanotte Gabriella
Cara Lidia accolgo il tuo sfogo in esso colgo l’autentico scoraggiamento nel vedere le proprie speranze frantumate in un attimo.
Ma credimi ricadendo ci si può rialzare sei mesi di Darsi Pace sono solo l’inizio anzi il primo anno è proprio caratterizzato dall’oscillazione di questi stati, quello di euforia per la novità del percorso e quello di impazienza e delusione per non vedere subito una rinascita. Ma come ben dici ” l’ego e straordinariamente vigoroso” e resiste alle intemperie che, se pur inconsciamente, iniziamo a scatenare su di esso. Non dargliela vinta, prova a sorridere e sparirà il tuo viso triste! Ti sono vicina Gabriella
Carissima Lidia,
buon giorno e buona domenica!
Ho letto con attenzione le tue righe e anche quelle del 21 marzo in cui sveli la tua passione per la Parola del Signore, Dio che è tutta la Sacra Scrittura, e che non è …. una passione da poco….. E’ anche la mia, i Salmi poi, alcuni in particolare riflettono i nostri stessi stati d’animo anche quelli più cupi, ma noterai che leggendoli e rileggendoli , ti avvolgono anche nella consolazione e nella quiete, perchè terminano, dopo il lamento sempre con la LODE… Vedi ad esempio il salmo 4 di oggi finisce con ” tu solo Signore, al sicuro mi fai riposare ” . Non è bello?
Ora passo a quanto hai scritto ieri 18 alle ore 19: bè… già l’orario lo ritengo in genere un po’ critico,,,, Siamo con l’ora legale pertanto….. non ti viene in mente forse ” è già l’ora che volge al DESIO ? e ai naviganti intenerisce il core? ”
Bello percepire in te il desiderio …. non si sa di cosa …. è un anelito di ricerca della Bellezza …. e questo può recare un senso di vaga tristezza.
Penso cara Lidia che se questo è vero, in te vi sia un sentimento profondo e nobile da custodire e assaporare e non da giudicare come negativo o addirittura dannoso.
Io quando avverto la tristezza, dopo averla meditata, anche ora con la pratica DP che abbiamo imparato, ripeto, leggo un salmo, oppure ascolto un brano rilassante di musica, es. Mozart.
Tu inoltre hai collegato quella tristezza alla solitudine: mi pare una conseguenza legittima, ed elaborata come frutto della tua componente razionale non disgiunta dall’ INCONSCIO . Non puoi non sentirti sola se quello stato, di tristezza, o altro, fa parte di te, e del profondo di te solamente.
A proposito di inconscio, mettici inoltre anche la componente genetica: sei una persona particolarmente “così,” perchè tu stessa dici anche ” mio padre era triste “.
Coraggio, Lidia, non è crollato nulla, è tutto “normale”, come si dice, in gergo,
sei invece nel pieno dell’attività della vita interiore, che non è mai stasi, ma sempre movimento….!
Grazie per avermi dato questa opportunità, e buona meditazione….
Un abbraccio
Giovanna
Carissima Giovanna,
grazie per le tue parole di sostegno e cura. Una volta Marco aveva proprio descritto questo laboratorio di darsi pace come un ospedale da campo, dove ci sono feriti, infermieri, medici. Questo tuo intervento è la dimostrazione che anche per via telematica si possono prestare e ricevere cure e che darsi pace funziona anche per noi.
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace…”
Un abbraccio
Lidia
Ringrazio te, carissima Gabriella, ed aggiungo un brevissimo appunto a quanto detto: il discernimento è una “lama” dello Spirito per intendere il pensiero di Dio che non è il nostro. Ma per potervi accedere è necessario ABBANDONARE, RI-LASCIARE l’uomo vecchio, fondato sul principio dell’autodeterminazione e del possesso-volontà di potenza e transitare sempre più e meglio verso l’uomo in conversione e poi in relazione, come ottimamente ci insegna Marco. Un abbraccio, Ettore.
Lidia oggi mentre ero al ritiro del l’approfondimento ripensavo alla tua preoccupazione del respiro corto e ascoltavo il mio. All’inizio il respiro con una frequenza ravvicinata è normale noi siamo abituati a non respirare a fondo. …..ma se ti abbandoni e poni attenzione all’espiro svuotando completamente senza forzare nulla pian piano vedrai che il ritmo diventa più lento. E se nello spegnersi dell’espiro ti lasci andare nella pausa con una breve e spontanea apnea l’abbandono sarà maggiore e la sensazione di lasciarsi assorbire dal presente ti darà sollievo! Tutto verrà da sé l’importante è una certa costanza.
Ti abbraccio
Ho avuto modo di seguire anche quest’ultimo incontro e sono molto felice per il tempo che ho potuto ritagliare a tale scopo. Sì, il cammino con Darsi Pace offre una grande opportunità di crescita, di trasformazione dell’uomo. Ringrazio Marco per la pratica meditativa che ci ha fatto esperire nello scorso appuntamento. Mi ha colpito tantissimo la forza e l’ordine interiore che il “canto” delle vocali ha provocato in me. Siamo “fuoco” puro, potente…! Solo che mi sono vergognata di metterci tutta me stessa -come veniva suggerito- temevo di far troppo rumore e anche di far “crollare le mura del mio monastero” con l’impeto della mia voce, espressione di tutto ciò che mi porto dentro…
Il 10° incontro mi ha dato tante risposte. Mi chiedevo (sconsolata e molto sofferente), come individuare meglio le mie strategie difensive e come procedere per cambiare quell’aspetto di me che mi fa più male. Il consiglio della disciplina paziente e umile, del considerarci come degli alpinisti con lo sguardo alla meta e al passo concreto del momento presente, il riconoscere il giudizio, biasimo, critica…la separazione… come, sempre e comunque, “forme aggressive e distruttive” , la dolcezza da far scoprire e sperimentare, nella meditazione, alla bambina non ascoltata e impaurita che mi porto dentro… sono state indicazioni preziose, importanti. Le stavo attendendo… I 7 punti che sono stati presentati mi riguardano tutti: gli stati, le emozioni in essi descritti li vivo e provo. Lotto, fuggo, cado, mi rialzo…E’ tutto legato all’ingiunzione fondamentale che io sento forte: “non esistere”. Spesso percepisco un’aggressione di richiesta, ne sento tutta la violenza e mi sento annientata dentro e di contro divento aggressiva in tutti i modi anche con la condiscendenza esasperata, o con la drammatizzazione del mio stato di sofferenza…
Per ora mi fermo…Ho tanto su cui lavorare e riflettere…Il fatto che posso scegliere e decidere di far emergere ciò che io veramente sono mi attrae e mi spaventa. Lo desidero da sempre, se così si può dire…, eppure c’è ancora della resistenza in me.
Grazie a tutti per le condivisioni che sempre mi arricchiscono!
Un grazie speciale alla dedizione di Marco, Gabriella, Alessandro e alla nostra responsabile di zona, Vanna…; vi porto nel mio cuore e nella mia vita.
A presto!
Agata
Cara Gabriella,
grazie che mi hai risposto ancora ieri sera e di aver accolto la mia preoccupazione sul respiro oggi nella tua meditazione. Questo accogliersi vicendevole è la dimensione di darsi pace che mi apre il cuore! Hai ragione, devo impegnarmi a praticare con maggiore costanza la pratica meditativa. Quando faccio bene una meditazione me ne accorgo, perché raggiungo una zona dove sento che l’anima riceve cure e guarigione. Poi chissà perché me ne dimentico e ammetto che le mie pratiche sono mediamente un po’ frettolose e superficiali. Grazie ancora.
Un abbraccio
Lidia
Cara Giovanna,
spero che sarai con noi a S.Marinella, dove finalmente potremo incontrarci fisicamente e condividere guardandoci negli occhi.
Come, a questo punto, sicuramente hai capito stiamo seguendo un metodo, con un senso ben preciso ed una pedagogia collaudata che può non essere accolto o vissuto male, io e Gabriella siamo a disposizione per dare il nostro contributo con tutti i nostri limiti ma con tutto il cuore.
Ci sono anche i limiti del mezzo telematico ma sicuramente e molto meglio di niente!
Credo sia il caso che tu debba riflettere, profondamente come ti è proprio, sul fatto che noi stiamo lavorando sulla genesi delle ingiunzioni familiari e sugli effetti che queste hanno sulle nostre modalità difensive.
Questo è il tema al centro dell’attenzione e mi sembra che tu stia guardando altrove.
Ciò che appare è la tua acuta capacità critica rivolta all’esterno che tutto osserva e pesa, dispensa consigli e schiaffi ma …… non condivide.
Seguire il senso e la pedagogia del metodo è fondamentale ma tu lo stai facendo? A me non sembra !
Sarebbe molto più opportuno che tu condivida semmai il ” tuo ” lavoro più che commentare quello degli altri, questo è il programma che seguiamo in questo luogo in libertà ma con la fermezza di una esperienza vissuta che ci ha insegnato ad evitare altro perchè solo così si procede spediti verso la vetta.
Le tue indubbie capacità sono una ricchezza che va tutelata evitando di cedere alla tentazione di affrettare i tempi, seguiamo il ritmo della marcia di liberazione, camminiamo assieme ed evitiamo le inutili asperità.
Nella speranza di vederti presto ti abbraccio. Ale
Ciao Lidia
Ti voglio dire soltanto che sono contenta perchè ti sento già risollevata, eppoi scusa sai….. non so in che rapporti sei con quello della trattoria, ma…. un’altra volta perchè non gli suggerisci di farsi i fatti suoi?
Se tu volessi poi leggere e pregare con i salmi ti suggerisco quelli in forma poetica col commento di : Turoldo e Ravasi – Lungo i fiumi.. ed. s. Paolo.
Mi raccomando fai la pratica meditativa e se sei nervosa ….. stai lì, ferma e insisti a respirare, io faccio così quando sono irrequieta, fino anche per 1 ora.
Ciao , buona notte e sogni belli.
Giovanna
Cara Giovanna,
vorrei leggere qualcosa per quanto riguarda la dottrina del Buddha. Possibilmente fonti dirette. Il problema è che Buddha non ha scritto niente, che io sappia. Quali sono le fonti più dirette? Cosa conviene leggere?
A presto risentirci. Emanuele
Caro Alessandro,
( e mi è tanto caro questo nome…….)
avverto che il tuo intervento a me non è generato da un meccanismo di difesa ma da un sentimento di carità , il tuo sì che lo sento un vero gesto di misericordia.
Hai ragione, l’esercizio di autoconoscimento, fatto bene come vuole Marco, l’ho fatto solo durante l’ascolto della sua esposizione, l’ho anche scritto ma non l’ho ripetuto e approfondito; tuttavia credimi, sono anni che vivo ripiegata su me stessa, nell’ascolto….
Ho domandato una guida al mio percorso interiore ma non mi è stata concessa, non è stato possibile.
Ammetto di avere spirito critico, che mi è difficile spesso ma non sempre, trattenere…..ti ricordo che l’ingiunzione primaria che ha guidato da subito la mia esistenza è stata ” non esistere “.
Sì nel contesto di DP guardo anche altrove… ma non è altrove che guardo quando mi colpisce la sofferenza di una persona e mi ci soffermo., il mio PATHOS è troppo forte….in questi casi non posso usare “un” metodo e una tecnica, anche se pur collaudata…. C’è una persona che grida !…..
Scusami, Alessandro, ma per una serie di fattori non mi sento quest’anno di essere con voi a S. Marinella, fra l’altro non sento mai le persone qui del posto, della mia città….. figurati……
Ti abbraccio
Giovanna
Caro Emanuele
mi dispiace ma io conosco poco o niente su Buddha. Forse troverai qualcun altro che risponderà positivamente al tuo messaggio. Penso che Marco che ha una cultura immensa ti può aiutare, scrivigli una e-mail.
Ciao
Giovanna
Caro Emanuele, per leggere i testi più antichi della tradizione buddhista puoi cercare le varie edizioni del Canone buddhista (Dhammapada) su Google.
Una buona introduzione generale, con testi originali selezionati e ordinati molto bene è quella di Edward Conze, Scritture buddhiste, tradotta da Ubaldini nel 1973 dall’edizione inglese Buddhist scriptures (Penguin Books).
Sui contenuti spirituali e la pratica ti consiglio invece i libri di Corrado Pensa, pubblicati in Italia da Ubaldini e da Mondadori.
Ciao. Marco
In meditazione ho scoperto che quella che io pensavo fosse cattiveria mia reale;espressa cioè su persone concrete voglio dire,in realtà sono distorsioni.
Cioè si vorrebbe mandare un messaggio positivo ma lo si esprime appunto male,con cattiveria.
Si potrebbe dire che la maggior parte della cattiveria si esprime così?
Poi ho capito che non esistono scrigni pieni di diavoletti dentro la mia anima che io devo andare a prendere uno per uno e cacciarli via. È solo una rappresentazione.
In realtà c è solo un corpo che si contrae e si irrigidisce in tutte le sue parti fisiche e (spirituali immagino) e diventa per così dire esso stesso cattivo e inospitale verso il mondo e il prossimo.
Ciò vuol dire che dobbiamo lavorare nei corpi?
Ma un piede o mani che si contraggono, muscoli del collo e viso che diventa cattivo e inospitale, mani che si contraggono a forma di pugno o sberla, o occhi che diventano cattivi che cosa hanno di spirituale?
Insomma scusate,per me da una parte è una grande novità ma dall altra è un grande enigma e anche una grande sofferenza!
Help me!
Ciao.
Claudio!
Caro Claudio io penso che quella che chiamiamo cattiveria non è altro che uno stato dell’io in cui si è scissi, separati, si vede tutto in modo oscuro e non si ha fede in niente. In quello stato è facile colpire il nostro vicino, e noi siamo tanto bravi da colpire anche noi stessi e così ci neghiamo la vita.
E’ presente in ognuno di noi, nessuno escluso, e lì è il nodo, se non lavoriamo su noi stessi se non ci curiamo non c’è scampo.
Il corpo poi è il tempio dell’anima, è quella parte che sulla terra permette un contatto fisico, un abbraccio, un bacio, uno sguardo, parti essenziali della relazione senza la quale non c’è vita appunto.
Concediamoci dunque questa cura, iniziando da quella del corpo che aiuta la concentrazione e ci predispone quindi alla cura della mente; con dolcezza fiduciosi ce la faremo!
Il nuovo può spaventare certo ma è la premessa per una rinascita.
Buonanotte Gabriella
Un breve affettuoso pensiero per Agata, Maria, Myriam.
Vanna mi ha portato i vostri saluti e ringraziamenti.
Grazie a voi tutte questo gruppo del primo anno è davvero ricco e mi dà la forza necessaria per questo mio intento. Un abbraccio Gabriella
La tua felicità Agata si espande in tutti noi.
Per fortuna delle tue compagne ti sei vergognata altrimenti la tua carica avrebbe davvero danneggiato l’edificio.
Vanna ci ha portato il vostro abbraccio e noi gli abbiamo chiesto di portarvi il nostro quindi sta per giungere a voi tutte.
Siamo veramente onorati di avervi nella cordata che lentamente sale verso la vetta.
A presto Ale
Ciao Giovanna,
sai anche il tuo nome e caro a me, tutte le Giovanne che conosco sono persone splendide, ricche decise e curiose.
Mi dispiace non vederti, resti uno spirito senza volto per il momento ma solo per il momento!
Voglio darti una bella notizia: la tua richiesta per una guida al percorso interiore è stata accolta e ti è stata concessa anche una numerosa compagnia della quale faccio parte anche io, siamo qui e siamo tutti come te in cammino.
Per noi ESISTI ECCOME ( a volte parti in quarta ma ci sta ) una come te è preziosa nel gruppo; abbiamo scelto di essere in cordata solo per non perdere nessuno e utilizzare al meglio la fatica di tutti nelle condivisioni personali.
La tua sensibilità è una ricchezza per tutti ma ti prego: ” lavora con noi ” il cammino è appena iniziato e abbiamo tanto da condividere, il bello deve ancora arrivare…..
Essere in relazione comportera’ anche delle scocciature e sacrifici ma non esserlo è sicuramente peggio.
Ti saluto con un abbraccio, a presto Ale
Volevo comunque informare Giovanna e tutti coloro che con rammarico non potranno partecipare a Santa Marinella che le conduzioni di Marco dell’intensivo verranno pubblicate sul sito, compreso l’esercizio di autoconoscimento che verrà svolto. In tal modo potrete poi condividere anche voi, se pur da lontano,questo momento di unione profonda dei gruppi. Un abbraccio Gabriella
…. può sempre essere utile riflettere sul fatto che l’anagramma di
CATTIVERIA è nientepopodimenoche
CREATIVITA’
ciao. Marco
Gabriella, Alessandro, grazie!!
Anche per me, per la mia comunità è un DONO poter vivere e condividere lo stesso cammino con voi. E già iniziamo a godere, comunitariamente, di qualche frutto… Sono grata a voi e alle mie sorelle. E’ proprio vero: in tutti noi c’è il desiderio di condividere La meravigliosa avventura…
Ciao!
Agata
Carissimi tutti in attesa di ascoltare l’undicesimo incontro condotto da Marco in cui sarete invitati a svolgere l’ultimo forte esercizio di auconoscimento di questa prima annualità, vorrei condividere una semplice riflessione in questo giorno in cui si celebra la “festa della liberazione”, anche per reiterare il senso del nostro percorso.
Scavare in noi stessi osservando le nostre distorsioni non è incolpare noi stessi. E’ bene credere profondamente che nella nostra natura non siamo solo quell’ io egocentrato che stiamo imparando a conoscere, anzi la nostra parte vera e permanente è quella integra, divina (per dirla in modo cristiano).
Le contaminazioni dovute all’egocentrismo offuscano questa parte vera, così come io immagino un cielo azzurro pieno di sole, ogni tanto offuscato da qualche nuvola o da “tante nuvole più o meno grige”.
Ecco noi lavoriamo per allontanare dolcemente e consapevolmente queste nuvole e per far emergere la nostra vera identità che è solo fonte di libertà per noi e per gli altri!
A presto Gabriella
Infatti, carissima Gabriella, la cosa fondamentale per aiutare veramente chi si avvicina a questo ‘cammino’, è far ben comprendere che il nostro stato di vita ordinario (egocentrato), NON E’ il solo possibile, come comunemente si crede, semplicemente perchè vissuto, anzi subìto, acriticamente di generazione in generazione ma occorre prender coscienza, con forza, che la VERA IDENTITA’ si nasconde nelle nostre più profonde ‘terre interiori’ divenendo, per così dire, gli ‘agricoltori’ ma pure gli ‘ostetrici’ di noi stessi. Amen. Baci e abbracci, Ettore.
Che bella l’idea di essere ostetrici di noi stessi!
Grazie Ettore, penso che anche solo questa consapevolezza, questo “risveglio” sia un buon inizio per la nostra salvezza. Mi viene in mente il termine “risveglio” per ciò che letto qualche giorno fa e che vi riporto:
“Se ami la pratica del risveglio, non ti importerà se qualcosa chiamato risveglio accadrà mai perché, nel momento in cui ami il processo di por fine alla sofferenza, non importa se la sofferenza cesserà del tutto o no. Questo amore per la pratica del mettere fine alla sofferenza può darsi che sia tutto il risveglio che tu desideri, tutto il risveglio di cui hai bisogno, che questo tipo di risveglio rappresentato dall’amore per la pratica vada al di là di tutti i tuoi sogni sul risveglio stesso”.
Citazione di Shunryu Suzuki Roshi
Carissimi Gabriella ed Ettore grazie per i vostri SEMI di verità.
Vorrei che il terreno che sto preparando con darsi pace fosse già abbastanza morbido e umido per accoglierli, ma è pur vero che il lavoro dell’agricoltore richiede molto impegno e pazienza e prevede anche insuccessi.
Far parte di questo gruppo ed essere in relazione è un’esperienza molto importante per me.
Ciao, Lidia
Ti abbraccio Lidia andiamo avanti insieme siamo solo all’inizio!
Grazie ancora, Gabriella, per la tua risposta perchè è vero, in questo cammino dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, la sofferenza è, almeno nel mio caso, veramente grande ma, almeno in questa fase della mia vita, non la sento tanto direttamente correlata alla mia trasformazione interiore quanto al dover vivere in un mondo (micro e macro ambienti e contesti) che sta dando un TALE SPETTACOLO di sè stesso semplicemente perchè la Luce è venuta (nel mondo) ma le tenebre non l’hanno accolta. Evidentemente però, E’ TUTTO SCRITTO e, perciò, accade!
E, infine, cara Lidia, a te posso augurare di essere veramente quel TERRENO BUONO dove il seme della Parola fruttifica al massimo! Ettore.
Buonasera a tutti, vorrei condividere una riflessione generica sulla mia esperienza meditativa.
Ho meditato stamattina dopo mesi che non lo facevo.
Quando non pratico mi allontano emotivamente dal percorso e va a finire che tutta la pratica meditativa mi appare inutile, portatrice di un piccolo evanescente cambiamento destinato ad essere quasi subito rifagocitato dalla vita. Quindi desisto, la disciplina crolla, non medito per un pò.
Il punto è che in effetti tutto ciò E’ VERO.
Cioè l’ego è coerente con la sua logica, per come ragiona la parte egoica di me non c’è un vero e proprio obiettivo definito nella meditazione, non si va da A a B con un percorso più o meno chiaro, come accade invece per moltissime altre attività della vita operativa. Quindi (dice l’ego) meditare per arrivare a cosa? Perchè meditare se poi in definitiva è tutto vano o quasi? Come si può pensare di concepire una prospettiva infinita e radicale come quella che ci propone Marco se l’avanzamento del percorso è così poco efficace?
Poi trovo la volontà e medito, e il punto di vista cambia radicalmente. Arrivano la gioia, la serenità, la lucidità. Se solo potessi vivere tutta la mia vità così, essere sempre così, pensare sempre così, con questa potenza in ogni momento.
Certo che svanirà, ma mi fa stare bene ORA e mi lascia dentro la bellezza necessaria per rifarlo. Resta una traccia che mi riprometto di alimentare con più disciplina.
Certo è che con la meditazione non si va da A a B secondo una logica causa-effetto.
Piuttosto si parte da A e si ritorna ad A con una forza nuova, che posso a quel punto utilizzare per percorrere meglio il cammino da A verso B, o magari verso C o verso D ai quali prima non avevo nemmeno pensato.
Grazie dell’ascolto
Un saluto a tutti
Grazie Marco per le indicazioni di letteratura.
Ciao. Emanuele
Caro Flavio grazie per aver descritto così bene le tue difficoltà.
L’alternanza del nostro stato interiore è chiara nelle tue parole ma almeno ora la vediamo chiaramente.
Possiamo riconoscerla bene, non ci sorprende, magari cediamo al momento ma….. quella traccia che resta non è poco!
Sai bene cosa devi fare, quello che è necessario è una decisione profonda.
Noi lavoriamo sui pensieri per cambiare il modo di agire e così trasformare le abitudini quindi il carattere e di conseguenza il destino.
Cammino lungo ma ne vale la pena.
Un abbraccio Ale
“Se solo potessi vivere tutta la mia vità così, essere sempre così, pensare sempre così, con questa potenza in ogni momento”….caro Flavio questo tuo desiderio e il tuo aver realizzato anche solo per un attimo un puro momento di gioia e di libertà mi fanno credere che sei davvero a metà strada.
Credici anche tu, per il momento è già abbastanza! Un caro saluto e a presto Gabriella
Cari tutti-e, sto per chiedervi qualcosa che magari può far nascere delle perplessità ma dopo averci pensato su ho deciso di comunicare a tutti una richiesta che mi è giunta da uno di noi.
Nel nostro gruppo c’è Massimo, un cinquantenne non vedente che si muove con difficoltà e che manca dal sesto incontro, che sta vivendo un momento difficile per un serio problema di salute.
Ieri parlandoci ho capito che lui non lo avrebbe mai fatto ma in realtà sente la necessità di un vero supporto Spirituale ed allora lo chiedo io per lui.
Chiedo preghiere e pensieri positivi di ripresa per lui che già normalmente convive con una condizione difficile ma lo fa con grande coraggio, dignità
e leggerezza.
GRAZIE a tutti, uniamoci a Max e sosteniamolo.
Un abbraccio Ale
Dopo tanto tempo rientro in questa pagina che ritrovo sempre ricca di condivisione e spunti. In questo momento però scrivo sopratutto per la richiesta fatta da Alessandro a nome di Massimo. Sperando ogni bene per lui, gli sono vicina con la preghiera, e con me la mia comunità con cui vivo il cammino di darsi pace… ma son sicura che siamo già in tanti a sostenere in nostro amico.
un abbraccio, Massimo
elisabetta
Condivido con Elisabetta il sostegno per mezzo della preghiera e della speranza per il superamento delle difficoltà di Massimo, che con stima saluto!
Pregare vicendevolmente è un’esortazione apostolica -se non sbaglio!- Mi piacerebbe comprendere meglio il potere della preghiera a favore delle persone, per non oscillare sempre tra fatalismo e fede nell’intercessione divina.
Sto ascoltando la seconda parte del decimo incontro e la bellezza delle verità che ascolto e di cui riprendo consapevolezza, mi tiene sveglia e mi rasserena.
Si, non c’è cosa più bella che riappropriarsi della Vita Nuova che abita già in noi.
Per questo si cerca e si lotta ogni momento, ci si dimena nello stato di dolore che ci abita. Ogni tentativo anche fallito sembra un passo da gigante …
Grazie a tutti quelli che rendono possibile questo !
P.S. Non sono molto costante nella pratica meditativa … ma a volte anche solo qualche respiro profondo mi dà sollievo.
Cmq seguo il consiglio di perseverare che ha dato Gabriella nel nono incontro e che mi ha rimesso in carreggiata !!
Come potrebbe un PADRE che ama le proprie creature non ascoltare le benedizioni che gli giungono per Massimo?
I nostri spiriti in comunione con lo Spirito di vita agiscono sempre, certo per il bene che a volte noi non vediamo (subito) ma la via passa per il nostro cuore e scendere li richiede il nostro impegno.
La meditazione con i suoi passaggi ci insegna, ci prepara, ci predispone, ci guida sempre più in profondità; più gli diamo spazio e più ne scopriremo i benefici.
A Elisabetta, alla sua comunità, a Roberta e a chi sta pregando per Max non dirò grazie, lo farà direttamente il PADRE.
Un abbraccio Ale
Raccolgo anch’io l’invito di Alessandro per Massimo perchè mi rendo conto di quanto grande possa essere la sofferenza in questo momento della sua vita, sopratutto nelle sue condizioni. Ma, al tempo stesso, comprendo anche le perplessità di Roberta sulla preghiera fatta per gli altri perchè anch’io avverto, in prima battuta, una qualche incredulità in proposito. Ma se poi LASCIO ANDARE, VADO OLTRE e faccio una riflessione biblica, non solo mi rendo conto che si tratta di dubbi legati all’ego ma sento pure che occorre intercedere per il popolo di Dio come fece Mosè NEL DESERTO che forse, anche per lui, non era soltanto esteriore. Possa l’Eterno farci dono dello stesso potente Spirito di intercessione! Con fraterno affetto, Ettore.
Carissimi le vostre perplessità e dubbi (normalissimi… e chi non è mai assalito dal dubbio?!) svaniscono nel momento in cui vi lasciate andare nella preghiera, nel chiedere per sè e per l’altro.
Sperimentate questo abbandono, se pur fugacemente, ma è già qualcosa.
Intanto lo Spirito agisce comunque e cura e dà sollievo (che bella parola questa, la ascolterete da Marco nell’undicesimo incontro).
Noi siamo un mistero in un grande mistero…possiamo concederci di non avere tutte le risposte, ma di confidare!
Abbraccio Massimo anch’io, la tua forza è un grande esempio per tutti noi.
A presto
A PROPOSITO DELLA PREGHIERA:
Esigiamo che ad ogni inizio di s. messa venga detto non semplicemente ” Il Signore sia con voi ” ma ” il Signore che guida i vs. cuori, nell’amore e nella PAZIENZA di Cristo…..”. Mi colpisce tutte le volte questa introduzione nella parola PAZIENZA di Cristo.
E capisco bene, se rifletto, che non è un’aggiunta, a piacere e a discrezione del presbitero. Gesù ha usato pazienza fin dal sua esistenza terrena con coloro che lo hanno conosciuto in carne ed ossa, figuriamoci se non l’avrà con noi…….
Il fatto che commuove poi, è che Lui nell’esercitare la sua pazienza non lo fa con tono severo – col tono che usa con i farisei quando lo provocano – ma usa linguaggio razionale ma dolce e amorevole, con chi – nonostante lo segua – NON ARRIVI A CAPIRE , perchè la sua mente è ancora chiusa…..
E’ così infatti che Lui si mostra a Filippo in Gv. 14, 8 e seg. : ” Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: da tanto tempo sono con voi e TU NON MI HAI CONOSCIUTO, Filippo? …. Come puoi dire mostraci il Padre? “.
In quel TU non ci ritroviamo forse anche noi? ……
Penso che anche questa sia preghiera…. lo sguardo fisso…e…. il pensiero di/in Lui.
Un abbraccio
Giovanna
Carissimi tutti,
anche se con un mese e oltre di ritardo, abbiamo seguito oggi in Comunità questo decimo incontro, e non posso andare a nanna senza condividere con voi la risposta stupefacente che mi è… fiorita dentro, quando Marco c’invitava a a domandarci “Che dono siamo? Cosa sono venuto a donare?”… A dispetto della mia condizione di sofferenza -e conseguente aggressività difensiva!- che si protrae ormai da un po’ (a scapito delle mie povere sorelline di C.tà!), ho percepito con grande chiarezza due precise parole: LA GIOIA, IL SORRISO. Sono due cose che mi hanno sempre accompagnato nella vita, fino a qualche anno fa, quando sono… quasi tramontate! Oggi mi sono state come riconsegnate. Che possa a mia volta farne davvero dono… A tutti. E’ ciò che più desidero.
Ho scorso in fretta i vari interventi di questo incontro, (è tardissimo!) e pur trovandoli tanto ricchi, e utili per il cammino personale e in cordata (appena posso li gusterò con più calma) confesso che ci son rimasta un po’ male per non aver trovato nemmeno una risonanza in merito alla domanda di Marco che ho citato quassù… Forse ho risposto io troppo di getto, mentre c’è bisogno di tempo per dare la risposta vera, quella giusta? Eppure l’ho sentita con tanta chiarezza… Sì, il tempo ci vorrà senz’altro: sarà lui a confermarla. O a correggerla! Grazie a quanti son più fedeli di me negli interventi & condivisioni in questa pagina: sappiate che mi sento perfettamente in cordata quanto i fortunati che hanno la possibilità di essere presenti fisicamente agli incontri. Io, cara Giovanna Tarì, non mi scandalizzo della tua schiettezza, semplicemente non condivido le tue valutazioni e riserve sullo strumento telematico. Anzi, posso dirti con altrettanta schiettezza che una monaca di clausura come e me e le mie sorelle, non può che ringraziare “Marco & co.” per questa opportunità! Grazie anche a voi, carissimi Gabriella e Alessandro, per la vostra presenza e la cura con cui ci accompagnate. E’ impossibile non sentirsi “un cuore solo e un’anima sola”. Dio vi benedica uno per uno, ciao!
Per chi ha fatto un cammino di fede, come te Giovanna, è sicuramente così “avere lo sguardo fisso…..e…..il pensiero di / in Gesù” è la preghiera che continua nel tempo di permanenza in questo stato.
Al momento come gruppo ci stiamo lentamente avvicinando alle vette, cominciamo a vederle ma manca ancora un po’ di strada.
Cara Myriam, sapere che tutte voi avete deciso di fare assieme questa esperienza ci da un grande conforto e compagnia.
Spesso vi pensiamo e attraverso Vanna vi siamo vicini.
La domanda tornerà e tornerà ancora per avere risposte sempre più profonde.
Un abbraccio Ale
Cara Myriam,
grazie per la tua condivisione………………..! Sì, ho proprio piacere di ringraziarti, oggi, anche con questo mezzo -benché le nostre celle siano distanti un paio di metri e ci siamo incontrate un’ora fa alle lodi! Mi hai stimolato: mi sono soffermata nuovamente sul quesito: “Che dono siamo?”. Ieri dopo il nostro incontro comunitario non avevo risposte, anche se un mesetto la risposta c’è stata. Ma senza più ricordarla e ripensarci ho lasciato scorrere i giorni… La risposta è riemersa in questo momento (la stessa…) e la scrivo timidamente e gioiosamente per te: Libertà.
Un abbraccio grosso ( poi te lo darò anche di persona…).
Cara Myriam, se pur non ci siamo mai viste mi sento davvero “un cuore solo e un’anima sola” con te, ma devo dirlo anche con tutto il gruppo del primo anno. Bene o male viviamo tutti insieme qualcosa di molto intenso. Ti ringrazio comunque delle belle parole ci aiutano nella mente e nello spirito, ma a volte anche qualche critica può far bene, per me è sempre un’occasione di crescita e di lavoro su me stessa.
Cara Agata sentir pronunciare te e Myriam parole come “sorriso, gioia, libertà” con l’emozione di chi si sente vicino ad un traguardo insperato mi rende lieta e mi fa pensare. …”anche solo per questo ne vale davvero la pena”!
Il lavoro continua insieme.
A presto Gabriella
Cara Myriam
è vero, lo strumento telematico è davvero utile.
Giovanna
Caro Alessandro,
il mio non l’ho mai chiamato percorso di fede, che comunque non è al passato ma sempre presente , e tuttavia….. accolgo la specificazione che tu gli hai dato……
Buona pratica a tutti
Giovanna
ciao a tutti. Da molto non scrivo, anche perchè in questi due mesi non ho seguito con assiduità il cammino degli incontri. La cosa invece che di giorno in giorno non ho mollato, a volte con più … a volte con meno fatica, è la pratica meditativa, la mattina in cappellina, in uno spazio di tempo in cui sola.
Finalmente ho vissuto il decimo incontro, molto molto bello e così vi condivido qualcosa.
Tre settimane fa ero ad un corso di aggiornamento e molte cose emerse nel cammino DP di qs anno le ho rifocalizzate, riviste e messe a fuoco anche grazie a qs tre giorni intensivi di corso.
E’ emersa chiara una richiesta forte da parte dei miei genitori e, in particolare, penso che io l’abbia percepita/ereditata da mia mamma: non essere intima.
Questa ingiunzione me la sono portata dentro per molto e l’ho vista mettere in atto dalla mia mamma che, con tutto il bene che mi ha voluto e mi vuole, non ha saputo lasciar sgorgare i sentimenti e farmi percepire la fisicità del voler bene. Chissà, mi sono chiesta se ma mia mamma non avesse per caso – anche lei! – un “non essere intima”.
Comunque qs ingiunzione ha condizionato e tutt’ora condiziona le mie relazioni. Ho un alfabeto emotivo semplice e “giovane”, nel senso che sono approdata al mondo emotivo e dei sentimenti riconosciuti e accolti da una dozzina d’anni, non prima, e quindi sono ancora inesperta, timida nel dare spazio a loro e sperimentarmi. Emozioni e sentimenti sono tanti e saltellano dentro di me, ma dare loro un nome, accoglierli, gestirli è un’arte che ancora sto imparando.
In più l’ingiunzione non essere intima credo che non aiuti granchè …
Quante volte in questi anni ho desiderato condividere in profondità, aprire il cuore, magari poter piangere o rendere parte l’altro di una gioia profonda, di una scoperta, … Ma mi rendo conto che arrivo fino ad un certo punto, poi scatta la censura, mi boicotto da sola andando in confusione (la mia testa non pensa più, è confusa, non capisce più nulla) o andandomene, prendendo le distanze.
E così l’intimità di una amicizia me la “invento” in una fantasia, dove faccio il monologo con me stessa, immaginando anche il “copione” dell’altro.
“Non essere intima e ti vorrò bene”: ma è una aberrazione! Come si può parlare di amore senza intimità? E’ un falso amore.
A qs si collega un’altra ingiunzione: non crescere, che mi porta, quando agisco in automatico, ad aspettare che sia l’altro a decidere, a scegliere, a parlare, a prendere in mano la situazione … perchè io … non mi sento capace.
Sono arrivata ad una conclusione tristissima, sapete? Sì, il mascheramento difensivo mi porta ad essere sola e incapace. Depressione e incapacitazione, isolamento e svalutazione fanno da padroni… E io do loro anche il permesso di abitarmi, è come se pagassi loro l’affitto per restare dentro di me come pensiero unico e automatico.
E così scatta la competizione e la lettura aberrante della realtà: l’altra è più brava di me, l’altra sa fare, sa parlare … io invece … a me nessuno guarda! (e in realtà sono io stessa che mi isolo e non mi faccio guardare, apprezzare, stimare)…
Come siamo belli e complessi. Quanto è liberante pensare che il risorto è proprio venuto a tirarci fuori dai sepolcri, dalle nostre condizioni di morte per donarci la vita in pienezza e la libertà!
I sette punti del decimo incontro mi hanno fatto percorrere questi sentieri: ve li consegno come scrigno che contiene qualcosa di prezioso: anche qs è crescere nel cammino di liberazione dall’ingiunzione “non essere intima”. Almeno ci provo.
buona notte a ciascuno.
dam
Buon giorno
voglio svelarvi una cosa:
questa mattina, dopo aver letto le pagine di DP, quelle sulla maschera dove Marco dice di sè, e dopo aver letto l’ultima testimonianza sincera di Damiana…… mi si è aperto un nuovo canale…… un orizzonte diverso…..perchè pensavo…….. di aver già capito tutto…. invece no! Sono ancora in alto mare…… e come la sento questa burrasca…….
Signore!….. dove sei?
Ciao, nessuno ci insegna ad aprirci, a guardare nella nostra interiorità, a conoscere accettare e descrivere i nostri sentimenti ed emozioni.
Solamente qualche fortunato-a, che incontra genitori o compagni di vita capaci di tale relazione.
Grazie Dam, la sincerità del tuo scrigno ci aiuta a trovare il coraggio di fare altrettanto, di compiere quindi passi concreti di liberazione dalle antiche ingiunzioni.
Non pensavo ad una azione al passato cara Giovanna, sopratutto per quella realtà che descrivo così perchè se cerchiamo la Verità nella libertà e nella obbiettività finiamo, e lo sperimenteremo presto, nel confrontarci con la nostra fede, qualunque essa sia.
La burrasca ci porta sulla barca con gli apostoli nella notte, insicuri, timorosi nell’abbandono del Maestro……ma se facciamo attenzione Lui sta arrivando camminando sulle acque ( cioè nel modo che mai avremmo immaginato ).
Attendiamo fiduciosi !!!
Un abbraccio Ale
E’ con un senso di sollievo che penso alla prima parte del decimo incontro (non avendo potuto partecipare, ho avuto occasione di vedere il video ieri sera). Il sollievo di vedere espressi – e con ammirevole rigore logico e insieme, direi, lucida tenerezza – il magma oscuro che ribolle dentro la mia anima, è un balsamo che conforta.
“Dare per scontato qualcosa è ormai una violenza”. E’ proprio così. Caricare in memoria, ogni mattina, le proprie convinzioni, in maniera automatica (“io sono cristiano, io faccio questo, faccio quello, amo questo, odio quello…”) come ho fatto per anni, mi riesce sempre più difficile. Addirittura, irritante.
Uno sguardo onesto su me stesso, invece, mi direbbe che tutte le convinzioni “statiche” in cui mi cerco di riparare sono, almeno per me, essenzialmente “dinamiche”. Sono cristiano? Certo, me lo dico e me lo ripeto, mi “rimetto nella parte”, senza pensare. E mi ritrovo paradossalmente, in tante giornate, con meno speranza di uno perfettamente ateo. Altre volte entro in chiesa e ottengo subito sollievo, mi sento a casa. E allora? Chi sono? Cosa credo?
Forse devo smettere di raccontarmi storielle più o meno rassicuranti. Far finta di sentire ciò che a volte non sento. Guardarmi dentro mi costa, ma alla fine è benefico.
Io a volte ho solo un enorme bisogno di senso, dentro di me, che se devo essere sincero, spesso non sa a che santo votarsi! A volte c’è soltanto una grande confusione. Varcato il mezzo secolo, scopro che perfino i punti fermi – o che credevo tali – devono essere urgentemente riscoperti nella loro validità, in modo “nuovo”, rinnovato. Altrimenti verranno spazzati via dalle ondate di questo misterioso mare che agita nel mio profondo.
Così una intima gioia attraversa la confusione, ed è il senso di sollievo che hai quanto senti esprimere quello che senti dentro e quasi sempre censuri a te stesso. Ti senti compreso, capisci che non è così irrazionale e “maledetto” quello con cui devi fare i conti.
Sopratutto, capisci che se in questo momento sei capitato in questo percorso, proprio adesso, vuol dire proprio che c’è un piano per te, non sei in balia della meccanica triste di incontri e scontri casuali, come una particella impazzita in un universo indifferente (e per ciò stesso, dunque, ultimamente ostile).
Allora ti torna la voglia di lavorare su te stesso, ed anche, in momenti dorati, l’intima gioia di farlo. E’ vero che il motivo profondo per cui sono vivo è fare questo lavoro, non sono balle. E’ vero che è un atto intimo e politico al tempo stesso. L’universo chiede di aiutarmi, per aiutare il tutto.
Impressionante.
Caro Marco anche per me è importante ripetere spesso, magari durante la meditazione, “posso abbandonare l’illusione di sapere tutto”.
Ben venga l’oscillazione degli stati e delle convinzioni purché mi senta viva perché riesca ad esserne sempre e comunque consapevole!
Un caro saluto a Emanuele e alla sua bella famiglia. Oltre al suggerimento di Maria posso indicarti il Cd di ANZAN “Zen and the art of relaxation”.
Un abbraccio infine a Maria a cui dico grazie per il commento……anche solo per un saluto per dire che leggi e partecipi…. è comunque importante sentire le vostre voci.
Gabriella
Sai Gabriella è proprio confortante sapere che niente vi passa inosservato.
Buona giornata
Maria
Cari Alessandro e Gabriella,una piccola curiosità. Vorrei sapere se i video rimangono disponibili durante il periodo estivo per poterli rivedere e riascoltare con maggiore tranquillità e distensione.
Un abbraccio
Patrizia
Si Patrizia, i video e tutto il materiale resteranno disponibili e non solo per l’estate ma per tutti e tre gli anni del corso di base,
Un abbraccio Ale
Che bel regalo, sono proprio contenta! Grazie dell’ informazione e buona serata.
Patrizia
Carissimi telematici
( e percepisco con amarezza già un segno di “separazione” dagli altri, i fisici ).
Siamo verso la fine della 1a annualità di questo percorso e sento di dover esprimere una mia prima valutazione, se mi è concesso….. e mi è concesso perchè già lo sto facendo, ma intendo dire che qualcuno, dopo avermi letto si astenga dal rispondere ” le porte sono aperte in entrata ed uscita, ciascuno è libero, ecc……” perchè questo lo so già,
Anche perchè non è una risposta al problema che sto per esporre.
Innanzi tutto, ci tengo a dire che quando Marco tiene gli incontri colpisce, e anche tanto, questo è fuori dubbio. è interessante.
La mia vuole essere soprattutto una valutazione sullo strumento telematico:
Dal primo momento l’ho detto e lo ribadisco: mi pare. riveli. secondo me, tanta poca efficacia per l’obiettivo che DP si propone, perchè per rispondere soprattutto al bisogno di aiuto, è necessario possedere una spiccata sensibilità e profondità di linguaggio da parte di coloro che intendono entrare nella sfera umana tanto complessa, che è quella psicologico-spirituale.
Se non si capisce, sto parlando di quello che dovrebbe essere ” l’accompagnamento ” dei formatori : ritengo che le risposte finora siano piuttosto riduttive, a volte anche assenti, oppure si esprimono con formule generiche di cortesia e di convenienza, nonostante che proprio da parte loro si parli di dolore, dolore e dolore……
Alla persona, che è combattuta non le resta che la sua solitudine, ….nella valle di lacrime…….
Tuttavia questa situazione è portata avanti lo stesso, anzi le risposte dei partecipanti a questa inadeguatezza si manifestano con contenuti di uguale stile che esprimono spesso ” gioia” e ” pace “, E’ vero questo?
Ammesso che sia vero, che alcuni percepiscono questi stati, e ammesso che non sono maschere, tutti gli altri sono tutti in questo stato? Oppure sono veramente immersi in grandi stati di vero dolore, e lottano da soli con le loro ferite?
La condivisione che lenisce e un pò placa, non si avrebbe in una prossimità più vera, nel contagio, nell’ energia circolante nei corpi che quasi si toccano e di occhi che si guardano e si fissano?
( Una verifica di quanto dico l’ho trovata proprio ascoltando l’ultimo incontro, in cui uno dei due tutor invitando i fisici all’incontro supplementare, ha abbozzato un ironico sorriso dicendo” chiedo scusa ai telematici……”.
Vi pareva il caso???? a me no!
Voglio terminare con un ultimo accenno in questa mia linea critica, ma spero non distruttiva… del tutto, ed è questo:
In questa situazione, che ho appena esposta, carente e limitata, si è aggiunta in questo ultimo tempo, post-pasquale – ( e il riferimento alla pasqua dovrebbe già indurci a un ri-posizionamento ancora più vero, in quello che facciamo ) – l’invito e un’ attenzione particolare alla pubblicità di DP;
mi riferisco all’ultima mail di Marco rivolta soprattutto ad una fascia di età: 20-35 anni.
Questa proposta contiene 2 vizi, secondo me:
1) questo requisito – fascia di età – non riflette uno schema obsoleto che propone la partecipazione di alcuni e ne esclude altri? Siamo noi di DP come nei concorsi pubblici, e soprattutto come nelle parrocchie, da cui tanto rifuggiamo, perchè tanto organizzano e poco uniscono ???? Voi mi direte : sì.
2) in questa ORA pensiamo di + alle persone iniziate in questo percorso, persone che stanno vivendo anche stati difficili, e pensare modalità
” altre ” e + consone per cercare di andare loro incontro, oppure ci interessa di più farci pubblicità, e con essa il numero ?.
Chiedo scusa a quanti si scandalizzano di tanta schiettezza….
Mi consola che Marco nel corso della nuova evangelizzazione abbia detto che per evangelizzare la rabbia e l’aggressività sono qualità buone e non negative.
Buon proseguimento
Giovanna
Dall’ultimo insegnamento di Marco si evince, con forza, la sostanziale ambiguità del processo di trasformazione che stiamo vivendo, di cui non mi stanco di sottolinearne la fondamentale importanza, ossia l’aspetto creativo e distruttivo che esso comporta e le conseguenze decisive, per le vite di tutti noi, (mia in particolare), in funzione delle scelte operate, in un senso o nell’altro. Chiaramente però, ribadisco, è il dono del discernimento la chiave per poter comprendere consapevolmente, di volta in volta, la cosa più giusta da mettere in atto la quale coincide sicuramente con quella che definiamo “volontà di Dio”. Ma questa Volontà posso intenderla sempre più e meglio se vado avanti in questo cammino di cosciente risveglio, altrimenti sono solo un cieco che brancola nelle tenebre di questo mondo. Ettore.
A questo punto del percorso ho a disposizione molti strumenti, conoscenze, pratiche per osservare il mio ego e lasciarlo senza respiro…ma lui è ancora straordinariamente vigoroso, a volte più di prima.
Sono contenta di far parte di questo gruppo e di lavorare insieme verso la vetta, ma è pur vero che c’è qualcosa che non va: emano un cattivo odore, c’è puzza di lavandino turato, i tubi sono intasati. Lo ha notato il padrone di una trattoria che ha modo di vedermi qualche volta a tavola, con la mia famiglia e i nostri amici. Qualche giorno fa mi ha domandato a bruciapelo “Perché lei è sempre triste?” “Perché sono sola!” è stata la mia risposta immediata, automatica, -non corrispondente al vero- ho pensato tra me, -perchè ho risposto così? e così via…intanto mi rendevo conto che c’era sincerità nella risposta e verità nella domanda. Un terremoto. Mi si sono sgretolati addosso due anni di ricerca spirituale sei mesi di darsi pace la convinzione di essere a buon punto e più serena perché faccio parte di un gruppo. Lo sguardo triste e stanco svela che non è così. Era anche lo sguardo di mio padre, i suoi occhi si illuminavano così raramente.
La mia situazione mi sembra simile a quella della ragazza bruna con gli occhiali, che ha condiviso per ultima la sua esperienza. Come lei non sono in contatto con la mia bambina interiore ferita, mi faccio delle rappresentazioni di lei in base a ricordi o cose raccontate e la sostanza emotiva so che c’è, ne percepisco l’ingombro, ma è chiusa in una cassaforte che non si apre e se la chiave si può trovare nella meditazione come posso migliorare? I respiri sono stretti e corti, se li forzo mi irrigidisco, avverto dei dolori e vorrei cambiare posizione, quando invece assecondo il mio ritmo a un respiro vostro ne corrispondono tre o quattro dei miei. Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere queste righe.
Un caro saluto, lidia
Cara Giovanna accolgo con misericordia la tua rabbia, non posso far altro, ma quanto sarebbe bello e utile per te che tu stessa potessi accoglierla, lavorando per poter sciogliere l’ insoddisfazione che hai dentro. Prova a togliere il velo dagli occhi e a guardare la bella opportunità che ti offre questo percorso, senza soffermarti a valutare il mio grado di cultura, di basso profilo forse ma, fortunatamente, non mi è richiesta questa dote.
Già Marco ti ha ricordato precedentemente che questo non è un salotto spirituale, la cultura non fa per noi, è una componente interessante ma ciò che serve è il cuore, è il mettersi in gioco, è sentirsi uniti nella difficoltà della vita di tutti i giorni, ma soprattutto è imparare ad utilizzare i metodi che Marco ci consiglia quali la meditazione e gli esercizi di autoconoscimento.
Io e Alessandro facciamo quello che possiamo, sicuramente con gran fatica per poter conciliare questo impegno con la nostra vita ordinaria già molto caotica, ma anche con tutto il cuore perché l’aiuto ci è stato chiesto da Marco a cui dobbiamo molto e perché sentiamo nel profondo che solo così la vita ha un senso, alleviando qualche animo sofferente e trasmettendo il bene che abbiamo ricevuto.
Mi rendo conto della difficoltà dei telematici ma l’alternativa era non offrire la possibilità alle persone lontane di conoscere i gruppi Darsi Pace.
D’altra parte anche i fisici, a parte i due incontri supplementari, non hanno molte opportunità di colloquiare con noi né tanto meno con Marco, alcuni poi non amano essere ripresi dalla telecamera, da qui la mia frase che spero non sia stata fraintesa da altri.
Questo lavoro può comunque essere svolto meditando sui testi ed ascoltando e riascoltando gli incontri e le condivisioni.
Mi dispiace se non ti trovi bene naturalmente sei libera di decidere se continuare, io e Alessandro siamo comunque qui a braccia aperte….con tutti i nostri limiti.
Un saluto caro Gabriella
Grazie Ettore perché hai citato la metafora della cecità a me molto cara, sarà perché io ho vissuto in modo appannato per troppi anni.
Dici bene nell’incoraggiare a perseverare il lavoro è lungo e richiede tempo ma illumina man mano che si procede. Oggi ho partecipato all’ultimo incontro del settimo anno (secondo biennio di approfondimento) si concluderà domani, abbiamo ascoltato Marco sul nostro rapporto con la sofferenza. Sono tornata arricchita se pure piuttosto provata dal tema affrontato. Buonanotte Gabriella
Cara Lidia accolgo il tuo sfogo in esso colgo l’autentico scoraggiamento nel vedere le proprie speranze frantumate in un attimo.
Ma credimi ricadendo ci si può rialzare sei mesi di Darsi Pace sono solo l’inizio anzi il primo anno è proprio caratterizzato dall’oscillazione di questi stati, quello di euforia per la novità del percorso e quello di impazienza e delusione per non vedere subito una rinascita. Ma come ben dici ” l’ego e straordinariamente vigoroso” e resiste alle intemperie che, se pur inconsciamente, iniziamo a scatenare su di esso. Non dargliela vinta, prova a sorridere e sparirà il tuo viso triste! Ti sono vicina Gabriella
Carissima Lidia,
buon giorno e buona domenica!
Ho letto con attenzione le tue righe e anche quelle del 21 marzo in cui sveli la tua passione per la Parola del Signore, Dio che è tutta la Sacra Scrittura, e che non è …. una passione da poco….. E’ anche la mia, i Salmi poi, alcuni in particolare riflettono i nostri stessi stati d’animo anche quelli più cupi, ma noterai che leggendoli e rileggendoli , ti avvolgono anche nella consolazione e nella quiete, perchè terminano, dopo il lamento sempre con la LODE… Vedi ad esempio il salmo 4 di oggi finisce con ” tu solo Signore, al sicuro mi fai riposare ” . Non è bello?
Ora passo a quanto hai scritto ieri 18 alle ore 19: bè… già l’orario lo ritengo in genere un po’ critico,,,, Siamo con l’ora legale pertanto….. non ti viene in mente forse ” è già l’ora che volge al DESIO ? e ai naviganti intenerisce il core? ”
Bello percepire in te il desiderio …. non si sa di cosa …. è un anelito di ricerca della Bellezza …. e questo può recare un senso di vaga tristezza.
Penso cara Lidia che se questo è vero, in te vi sia un sentimento profondo e nobile da custodire e assaporare e non da giudicare come negativo o addirittura dannoso.
Io quando avverto la tristezza, dopo averla meditata, anche ora con la pratica DP che abbiamo imparato, ripeto, leggo un salmo, oppure ascolto un brano rilassante di musica, es. Mozart.
Tu inoltre hai collegato quella tristezza alla solitudine: mi pare una conseguenza legittima, ed elaborata come frutto della tua componente razionale non disgiunta dall’ INCONSCIO . Non puoi non sentirti sola se quello stato, di tristezza, o altro, fa parte di te, e del profondo di te solamente.
A proposito di inconscio, mettici inoltre anche la componente genetica: sei una persona particolarmente “così,” perchè tu stessa dici anche ” mio padre era triste “.
Coraggio, Lidia, non è crollato nulla, è tutto “normale”, come si dice, in gergo,
sei invece nel pieno dell’attività della vita interiore, che non è mai stasi, ma sempre movimento….!
Grazie per avermi dato questa opportunità, e buona meditazione….
Un abbraccio
Giovanna
Carissima Giovanna,
grazie per le tue parole di sostegno e cura. Una volta Marco aveva proprio descritto questo laboratorio di darsi pace come un ospedale da campo, dove ci sono feriti, infermieri, medici. Questo tuo intervento è la dimostrazione che anche per via telematica si possono prestare e ricevere cure e che darsi pace funziona anche per noi.
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace…”
Un abbraccio
Lidia
Ringrazio te, carissima Gabriella, ed aggiungo un brevissimo appunto a quanto detto: il discernimento è una “lama” dello Spirito per intendere il pensiero di Dio che non è il nostro. Ma per potervi accedere è necessario ABBANDONARE, RI-LASCIARE l’uomo vecchio, fondato sul principio dell’autodeterminazione e del possesso-volontà di potenza e transitare sempre più e meglio verso l’uomo in conversione e poi in relazione, come ottimamente ci insegna Marco. Un abbraccio, Ettore.
Lidia oggi mentre ero al ritiro del l’approfondimento ripensavo alla tua preoccupazione del respiro corto e ascoltavo il mio. All’inizio il respiro con una frequenza ravvicinata è normale noi siamo abituati a non respirare a fondo. …..ma se ti abbandoni e poni attenzione all’espiro svuotando completamente senza forzare nulla pian piano vedrai che il ritmo diventa più lento. E se nello spegnersi dell’espiro ti lasci andare nella pausa con una breve e spontanea apnea l’abbandono sarà maggiore e la sensazione di lasciarsi assorbire dal presente ti darà sollievo! Tutto verrà da sé l’importante è una certa costanza.
Ti abbraccio
Ho avuto modo di seguire anche quest’ultimo incontro e sono molto felice per il tempo che ho potuto ritagliare a tale scopo. Sì, il cammino con Darsi Pace offre una grande opportunità di crescita, di trasformazione dell’uomo. Ringrazio Marco per la pratica meditativa che ci ha fatto esperire nello scorso appuntamento. Mi ha colpito tantissimo la forza e l’ordine interiore che il “canto” delle vocali ha provocato in me. Siamo “fuoco” puro, potente…! Solo che mi sono vergognata di metterci tutta me stessa -come veniva suggerito- temevo di far troppo rumore e anche di far “crollare le mura del mio monastero” con l’impeto della mia voce, espressione di tutto ciò che mi porto dentro…
Il 10° incontro mi ha dato tante risposte. Mi chiedevo (sconsolata e molto sofferente), come individuare meglio le mie strategie difensive e come procedere per cambiare quell’aspetto di me che mi fa più male. Il consiglio della disciplina paziente e umile, del considerarci come degli alpinisti con lo sguardo alla meta e al passo concreto del momento presente, il riconoscere il giudizio, biasimo, critica…la separazione… come, sempre e comunque, “forme aggressive e distruttive” , la dolcezza da far scoprire e sperimentare, nella meditazione, alla bambina non ascoltata e impaurita che mi porto dentro… sono state indicazioni preziose, importanti. Le stavo attendendo… I 7 punti che sono stati presentati mi riguardano tutti: gli stati, le emozioni in essi descritti li vivo e provo. Lotto, fuggo, cado, mi rialzo…E’ tutto legato all’ingiunzione fondamentale che io sento forte: “non esistere”. Spesso percepisco un’aggressione di richiesta, ne sento tutta la violenza e mi sento annientata dentro e di contro divento aggressiva in tutti i modi anche con la condiscendenza esasperata, o con la drammatizzazione del mio stato di sofferenza…
Per ora mi fermo…Ho tanto su cui lavorare e riflettere…Il fatto che posso scegliere e decidere di far emergere ciò che io veramente sono mi attrae e mi spaventa. Lo desidero da sempre, se così si può dire…, eppure c’è ancora della resistenza in me.
Grazie a tutti per le condivisioni che sempre mi arricchiscono!
Un grazie speciale alla dedizione di Marco, Gabriella, Alessandro e alla nostra responsabile di zona, Vanna…; vi porto nel mio cuore e nella mia vita.
A presto!
Agata
Cara Gabriella,
grazie che mi hai risposto ancora ieri sera e di aver accolto la mia preoccupazione sul respiro oggi nella tua meditazione. Questo accogliersi vicendevole è la dimensione di darsi pace che mi apre il cuore! Hai ragione, devo impegnarmi a praticare con maggiore costanza la pratica meditativa. Quando faccio bene una meditazione me ne accorgo, perché raggiungo una zona dove sento che l’anima riceve cure e guarigione. Poi chissà perché me ne dimentico e ammetto che le mie pratiche sono mediamente un po’ frettolose e superficiali. Grazie ancora.
Un abbraccio
Lidia
Cara Giovanna,
spero che sarai con noi a S.Marinella, dove finalmente potremo incontrarci fisicamente e condividere guardandoci negli occhi.
Come, a questo punto, sicuramente hai capito stiamo seguendo un metodo, con un senso ben preciso ed una pedagogia collaudata che può non essere accolto o vissuto male, io e Gabriella siamo a disposizione per dare il nostro contributo con tutti i nostri limiti ma con tutto il cuore.
Ci sono anche i limiti del mezzo telematico ma sicuramente e molto meglio di niente!
Credo sia il caso che tu debba riflettere, profondamente come ti è proprio, sul fatto che noi stiamo lavorando sulla genesi delle ingiunzioni familiari e sugli effetti che queste hanno sulle nostre modalità difensive.
Questo è il tema al centro dell’attenzione e mi sembra che tu stia guardando altrove.
Ciò che appare è la tua acuta capacità critica rivolta all’esterno che tutto osserva e pesa, dispensa consigli e schiaffi ma …… non condivide.
Seguire il senso e la pedagogia del metodo è fondamentale ma tu lo stai facendo? A me non sembra !
Sarebbe molto più opportuno che tu condivida semmai il ” tuo ” lavoro più che commentare quello degli altri, questo è il programma che seguiamo in questo luogo in libertà ma con la fermezza di una esperienza vissuta che ci ha insegnato ad evitare altro perchè solo così si procede spediti verso la vetta.
Le tue indubbie capacità sono una ricchezza che va tutelata evitando di cedere alla tentazione di affrettare i tempi, seguiamo il ritmo della marcia di liberazione, camminiamo assieme ed evitiamo le inutili asperità.
Nella speranza di vederti presto ti abbraccio. Ale
Ciao Lidia
Ti voglio dire soltanto che sono contenta perchè ti sento già risollevata, eppoi scusa sai….. non so in che rapporti sei con quello della trattoria, ma…. un’altra volta perchè non gli suggerisci di farsi i fatti suoi?
Se tu volessi poi leggere e pregare con i salmi ti suggerisco quelli in forma poetica col commento di : Turoldo e Ravasi – Lungo i fiumi.. ed. s. Paolo.
Mi raccomando fai la pratica meditativa e se sei nervosa ….. stai lì, ferma e insisti a respirare, io faccio così quando sono irrequieta, fino anche per 1 ora.
Ciao , buona notte e sogni belli.
Giovanna
Cara Giovanna,
vorrei leggere qualcosa per quanto riguarda la dottrina del Buddha. Possibilmente fonti dirette. Il problema è che Buddha non ha scritto niente, che io sappia. Quali sono le fonti più dirette? Cosa conviene leggere?
A presto risentirci. Emanuele
Caro Alessandro,
( e mi è tanto caro questo nome…….)
avverto che il tuo intervento a me non è generato da un meccanismo di difesa ma da un sentimento di carità , il tuo sì che lo sento un vero gesto di misericordia.
Hai ragione, l’esercizio di autoconoscimento, fatto bene come vuole Marco, l’ho fatto solo durante l’ascolto della sua esposizione, l’ho anche scritto ma non l’ho ripetuto e approfondito; tuttavia credimi, sono anni che vivo ripiegata su me stessa, nell’ascolto….
Ho domandato una guida al mio percorso interiore ma non mi è stata concessa, non è stato possibile.
Ammetto di avere spirito critico, che mi è difficile spesso ma non sempre, trattenere…..ti ricordo che l’ingiunzione primaria che ha guidato da subito la mia esistenza è stata ” non esistere “.
Sì nel contesto di DP guardo anche altrove… ma non è altrove che guardo quando mi colpisce la sofferenza di una persona e mi ci soffermo., il mio PATHOS è troppo forte….in questi casi non posso usare “un” metodo e una tecnica, anche se pur collaudata…. C’è una persona che grida !…..
Scusami, Alessandro, ma per una serie di fattori non mi sento quest’anno di essere con voi a S. Marinella, fra l’altro non sento mai le persone qui del posto, della mia città….. figurati……
Ti abbraccio
Giovanna
Caro Emanuele
mi dispiace ma io conosco poco o niente su Buddha. Forse troverai qualcun altro che risponderà positivamente al tuo messaggio. Penso che Marco che ha una cultura immensa ti può aiutare, scrivigli una e-mail.
Ciao
Giovanna
Caro Emanuele, per leggere i testi più antichi della tradizione buddhista puoi cercare le varie edizioni del Canone buddhista (Dhammapada) su Google.
Una buona introduzione generale, con testi originali selezionati e ordinati molto bene è quella di Edward Conze, Scritture buddhiste, tradotta da Ubaldini nel 1973 dall’edizione inglese Buddhist scriptures (Penguin Books).
Sui contenuti spirituali e la pratica ti consiglio invece i libri di Corrado Pensa, pubblicati in Italia da Ubaldini e da Mondadori.
Ciao. Marco
In meditazione ho scoperto che quella che io pensavo fosse cattiveria mia reale;espressa cioè su persone concrete voglio dire,in realtà sono distorsioni.
Cioè si vorrebbe mandare un messaggio positivo ma lo si esprime appunto male,con cattiveria.
Si potrebbe dire che la maggior parte della cattiveria si esprime così?
Poi ho capito che non esistono scrigni pieni di diavoletti dentro la mia anima che io devo andare a prendere uno per uno e cacciarli via. È solo una rappresentazione.
In realtà c è solo un corpo che si contrae e si irrigidisce in tutte le sue parti fisiche e (spirituali immagino) e diventa per così dire esso stesso cattivo e inospitale verso il mondo e il prossimo.
Ciò vuol dire che dobbiamo lavorare nei corpi?
Ma un piede o mani che si contraggono, muscoli del collo e viso che diventa cattivo e inospitale, mani che si contraggono a forma di pugno o sberla, o occhi che diventano cattivi che cosa hanno di spirituale?
Insomma scusate,per me da una parte è una grande novità ma dall altra è un grande enigma e anche una grande sofferenza!
Help me!
Ciao.
Claudio!
Caro Claudio io penso che quella che chiamiamo cattiveria non è altro che uno stato dell’io in cui si è scissi, separati, si vede tutto in modo oscuro e non si ha fede in niente. In quello stato è facile colpire il nostro vicino, e noi siamo tanto bravi da colpire anche noi stessi e così ci neghiamo la vita.
E’ presente in ognuno di noi, nessuno escluso, e lì è il nodo, se non lavoriamo su noi stessi se non ci curiamo non c’è scampo.
Il corpo poi è il tempio dell’anima, è quella parte che sulla terra permette un contatto fisico, un abbraccio, un bacio, uno sguardo, parti essenziali della relazione senza la quale non c’è vita appunto.
Concediamoci dunque questa cura, iniziando da quella del corpo che aiuta la concentrazione e ci predispone quindi alla cura della mente; con dolcezza fiduciosi ce la faremo!
Il nuovo può spaventare certo ma è la premessa per una rinascita.
Buonanotte Gabriella
Un breve affettuoso pensiero per Agata, Maria, Myriam.
Vanna mi ha portato i vostri saluti e ringraziamenti.
Grazie a voi tutte questo gruppo del primo anno è davvero ricco e mi dà la forza necessaria per questo mio intento. Un abbraccio Gabriella
La tua felicità Agata si espande in tutti noi.
Per fortuna delle tue compagne ti sei vergognata altrimenti la tua carica avrebbe davvero danneggiato l’edificio.
Vanna ci ha portato il vostro abbraccio e noi gli abbiamo chiesto di portarvi il nostro quindi sta per giungere a voi tutte.
Siamo veramente onorati di avervi nella cordata che lentamente sale verso la vetta.
A presto Ale
Ciao Giovanna,
sai anche il tuo nome e caro a me, tutte le Giovanne che conosco sono persone splendide, ricche decise e curiose.
Mi dispiace non vederti, resti uno spirito senza volto per il momento ma solo per il momento!
Voglio darti una bella notizia: la tua richiesta per una guida al percorso interiore è stata accolta e ti è stata concessa anche una numerosa compagnia della quale faccio parte anche io, siamo qui e siamo tutti come te in cammino.
Per noi ESISTI ECCOME ( a volte parti in quarta ma ci sta ) una come te è preziosa nel gruppo; abbiamo scelto di essere in cordata solo per non perdere nessuno e utilizzare al meglio la fatica di tutti nelle condivisioni personali.
La tua sensibilità è una ricchezza per tutti ma ti prego: ” lavora con noi ” il cammino è appena iniziato e abbiamo tanto da condividere, il bello deve ancora arrivare…..
Essere in relazione comportera’ anche delle scocciature e sacrifici ma non esserlo è sicuramente peggio.
Ti saluto con un abbraccio, a presto Ale
Volevo comunque informare Giovanna e tutti coloro che con rammarico non potranno partecipare a Santa Marinella che le conduzioni di Marco dell’intensivo verranno pubblicate sul sito, compreso l’esercizio di autoconoscimento che verrà svolto. In tal modo potrete poi condividere anche voi, se pur da lontano,questo momento di unione profonda dei gruppi. Un abbraccio Gabriella
…. può sempre essere utile riflettere sul fatto che l’anagramma di
CATTIVERIA è nientepopodimenoche
CREATIVITA’
ciao. Marco
Gabriella, Alessandro, grazie!!
Anche per me, per la mia comunità è un DONO poter vivere e condividere lo stesso cammino con voi. E già iniziamo a godere, comunitariamente, di qualche frutto… Sono grata a voi e alle mie sorelle. E’ proprio vero: in tutti noi c’è il desiderio di condividere La meravigliosa avventura…
Ciao!
Agata
Carissimi tutti in attesa di ascoltare l’undicesimo incontro condotto da Marco in cui sarete invitati a svolgere l’ultimo forte esercizio di auconoscimento di questa prima annualità, vorrei condividere una semplice riflessione in questo giorno in cui si celebra la “festa della liberazione”, anche per reiterare il senso del nostro percorso.
Scavare in noi stessi osservando le nostre distorsioni non è incolpare noi stessi. E’ bene credere profondamente che nella nostra natura non siamo solo quell’ io egocentrato che stiamo imparando a conoscere, anzi la nostra parte vera e permanente è quella integra, divina (per dirla in modo cristiano).
Le contaminazioni dovute all’egocentrismo offuscano questa parte vera, così come io immagino un cielo azzurro pieno di sole, ogni tanto offuscato da qualche nuvola o da “tante nuvole più o meno grige”.
Ecco noi lavoriamo per allontanare dolcemente e consapevolmente queste nuvole e per far emergere la nostra vera identità che è solo fonte di libertà per noi e per gli altri!
A presto Gabriella
Infatti, carissima Gabriella, la cosa fondamentale per aiutare veramente chi si avvicina a questo ‘cammino’, è far ben comprendere che il nostro stato di vita ordinario (egocentrato), NON E’ il solo possibile, come comunemente si crede, semplicemente perchè vissuto, anzi subìto, acriticamente di generazione in generazione ma occorre prender coscienza, con forza, che la VERA IDENTITA’ si nasconde nelle nostre più profonde ‘terre interiori’ divenendo, per così dire, gli ‘agricoltori’ ma pure gli ‘ostetrici’ di noi stessi. Amen. Baci e abbracci, Ettore.
Che bella l’idea di essere ostetrici di noi stessi!
Grazie Ettore, penso che anche solo questa consapevolezza, questo “risveglio” sia un buon inizio per la nostra salvezza. Mi viene in mente il termine “risveglio” per ciò che letto qualche giorno fa e che vi riporto:
“Se ami la pratica del risveglio, non ti importerà se qualcosa chiamato risveglio accadrà mai perché, nel momento in cui ami il processo di por fine alla sofferenza, non importa se la sofferenza cesserà del tutto o no. Questo amore per la pratica del mettere fine alla sofferenza può darsi che sia tutto il risveglio che tu desideri, tutto il risveglio di cui hai bisogno, che questo tipo di risveglio rappresentato dall’amore per la pratica vada al di là di tutti i tuoi sogni sul risveglio stesso”.
Citazione di Shunryu Suzuki Roshi
Carissimi Gabriella ed Ettore grazie per i vostri SEMI di verità.
Vorrei che il terreno che sto preparando con darsi pace fosse già abbastanza morbido e umido per accoglierli, ma è pur vero che il lavoro dell’agricoltore richiede molto impegno e pazienza e prevede anche insuccessi.
Far parte di questo gruppo ed essere in relazione è un’esperienza molto importante per me.
Ciao, Lidia
Ti abbraccio Lidia andiamo avanti insieme siamo solo all’inizio!
Grazie ancora, Gabriella, per la tua risposta perchè è vero, in questo cammino dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, la sofferenza è, almeno nel mio caso, veramente grande ma, almeno in questa fase della mia vita, non la sento tanto direttamente correlata alla mia trasformazione interiore quanto al dover vivere in un mondo (micro e macro ambienti e contesti) che sta dando un TALE SPETTACOLO di sè stesso semplicemente perchè la Luce è venuta (nel mondo) ma le tenebre non l’hanno accolta. Evidentemente però, E’ TUTTO SCRITTO e, perciò, accade!
E, infine, cara Lidia, a te posso augurare di essere veramente quel TERRENO BUONO dove il seme della Parola fruttifica al massimo! Ettore.
Buonasera a tutti, vorrei condividere una riflessione generica sulla mia esperienza meditativa.
Ho meditato stamattina dopo mesi che non lo facevo.
Quando non pratico mi allontano emotivamente dal percorso e va a finire che tutta la pratica meditativa mi appare inutile, portatrice di un piccolo evanescente cambiamento destinato ad essere quasi subito rifagocitato dalla vita. Quindi desisto, la disciplina crolla, non medito per un pò.
Il punto è che in effetti tutto ciò E’ VERO.
Cioè l’ego è coerente con la sua logica, per come ragiona la parte egoica di me non c’è un vero e proprio obiettivo definito nella meditazione, non si va da A a B con un percorso più o meno chiaro, come accade invece per moltissime altre attività della vita operativa. Quindi (dice l’ego) meditare per arrivare a cosa? Perchè meditare se poi in definitiva è tutto vano o quasi? Come si può pensare di concepire una prospettiva infinita e radicale come quella che ci propone Marco se l’avanzamento del percorso è così poco efficace?
Poi trovo la volontà e medito, e il punto di vista cambia radicalmente. Arrivano la gioia, la serenità, la lucidità. Se solo potessi vivere tutta la mia vità così, essere sempre così, pensare sempre così, con questa potenza in ogni momento.
Certo che svanirà, ma mi fa stare bene ORA e mi lascia dentro la bellezza necessaria per rifarlo. Resta una traccia che mi riprometto di alimentare con più disciplina.
Certo è che con la meditazione non si va da A a B secondo una logica causa-effetto.
Piuttosto si parte da A e si ritorna ad A con una forza nuova, che posso a quel punto utilizzare per percorrere meglio il cammino da A verso B, o magari verso C o verso D ai quali prima non avevo nemmeno pensato.
Grazie dell’ascolto
Un saluto a tutti
Grazie Marco per le indicazioni di letteratura.
Ciao. Emanuele
Caro Flavio grazie per aver descritto così bene le tue difficoltà.
L’alternanza del nostro stato interiore è chiara nelle tue parole ma almeno ora la vediamo chiaramente.
Possiamo riconoscerla bene, non ci sorprende, magari cediamo al momento ma….. quella traccia che resta non è poco!
Sai bene cosa devi fare, quello che è necessario è una decisione profonda.
Noi lavoriamo sui pensieri per cambiare il modo di agire e così trasformare le abitudini quindi il carattere e di conseguenza il destino.
Cammino lungo ma ne vale la pena.
Un abbraccio Ale
“Se solo potessi vivere tutta la mia vità così, essere sempre così, pensare sempre così, con questa potenza in ogni momento”….caro Flavio questo tuo desiderio e il tuo aver realizzato anche solo per un attimo un puro momento di gioia e di libertà mi fanno credere che sei davvero a metà strada.
Credici anche tu, per il momento è già abbastanza! Un caro saluto e a presto Gabriella
Cari tutti-e, sto per chiedervi qualcosa che magari può far nascere delle perplessità ma dopo averci pensato su ho deciso di comunicare a tutti una richiesta che mi è giunta da uno di noi.
Nel nostro gruppo c’è Massimo, un cinquantenne non vedente che si muove con difficoltà e che manca dal sesto incontro, che sta vivendo un momento difficile per un serio problema di salute.
Ieri parlandoci ho capito che lui non lo avrebbe mai fatto ma in realtà sente la necessità di un vero supporto Spirituale ed allora lo chiedo io per lui.
Chiedo preghiere e pensieri positivi di ripresa per lui che già normalmente convive con una condizione difficile ma lo fa con grande coraggio, dignità
e leggerezza.
GRAZIE a tutti, uniamoci a Max e sosteniamolo.
Un abbraccio Ale
Dopo tanto tempo rientro in questa pagina che ritrovo sempre ricca di condivisione e spunti. In questo momento però scrivo sopratutto per la richiesta fatta da Alessandro a nome di Massimo. Sperando ogni bene per lui, gli sono vicina con la preghiera, e con me la mia comunità con cui vivo il cammino di darsi pace… ma son sicura che siamo già in tanti a sostenere in nostro amico.
un abbraccio, Massimo
elisabetta
Condivido con Elisabetta il sostegno per mezzo della preghiera e della speranza per il superamento delle difficoltà di Massimo, che con stima saluto!
Pregare vicendevolmente è un’esortazione apostolica -se non sbaglio!- Mi piacerebbe comprendere meglio il potere della preghiera a favore delle persone, per non oscillare sempre tra fatalismo e fede nell’intercessione divina.
Sto ascoltando la seconda parte del decimo incontro e la bellezza delle verità che ascolto e di cui riprendo consapevolezza, mi tiene sveglia e mi rasserena.
Si, non c’è cosa più bella che riappropriarsi della Vita Nuova che abita già in noi.
Per questo si cerca e si lotta ogni momento, ci si dimena nello stato di dolore che ci abita. Ogni tentativo anche fallito sembra un passo da gigante …
Grazie a tutti quelli che rendono possibile questo !
P.S. Non sono molto costante nella pratica meditativa … ma a volte anche solo qualche respiro profondo mi dà sollievo.
Cmq seguo il consiglio di perseverare che ha dato Gabriella nel nono incontro e che mi ha rimesso in carreggiata !!
Come potrebbe un PADRE che ama le proprie creature non ascoltare le benedizioni che gli giungono per Massimo?
I nostri spiriti in comunione con lo Spirito di vita agiscono sempre, certo per il bene che a volte noi non vediamo (subito) ma la via passa per il nostro cuore e scendere li richiede il nostro impegno.
La meditazione con i suoi passaggi ci insegna, ci prepara, ci predispone, ci guida sempre più in profondità; più gli diamo spazio e più ne scopriremo i benefici.
A Elisabetta, alla sua comunità, a Roberta e a chi sta pregando per Max non dirò grazie, lo farà direttamente il PADRE.
Un abbraccio Ale
Raccolgo anch’io l’invito di Alessandro per Massimo perchè mi rendo conto di quanto grande possa essere la sofferenza in questo momento della sua vita, sopratutto nelle sue condizioni. Ma, al tempo stesso, comprendo anche le perplessità di Roberta sulla preghiera fatta per gli altri perchè anch’io avverto, in prima battuta, una qualche incredulità in proposito. Ma se poi LASCIO ANDARE, VADO OLTRE e faccio una riflessione biblica, non solo mi rendo conto che si tratta di dubbi legati all’ego ma sento pure che occorre intercedere per il popolo di Dio come fece Mosè NEL DESERTO che forse, anche per lui, non era soltanto esteriore. Possa l’Eterno farci dono dello stesso potente Spirito di intercessione! Con fraterno affetto, Ettore.
Carissimi le vostre perplessità e dubbi (normalissimi… e chi non è mai assalito dal dubbio?!) svaniscono nel momento in cui vi lasciate andare nella preghiera, nel chiedere per sè e per l’altro.
Sperimentate questo abbandono, se pur fugacemente, ma è già qualcosa.
Intanto lo Spirito agisce comunque e cura e dà sollievo (che bella parola questa, la ascolterete da Marco nell’undicesimo incontro).
Noi siamo un mistero in un grande mistero…possiamo concederci di non avere tutte le risposte, ma di confidare!
Abbraccio Massimo anch’io, la tua forza è un grande esempio per tutti noi.
A presto
A PROPOSITO DELLA PREGHIERA:
Esigiamo che ad ogni inizio di s. messa venga detto non semplicemente ” Il Signore sia con voi ” ma ” il Signore che guida i vs. cuori, nell’amore e nella PAZIENZA di Cristo…..”. Mi colpisce tutte le volte questa introduzione nella parola PAZIENZA di Cristo.
E capisco bene, se rifletto, che non è un’aggiunta, a piacere e a discrezione del presbitero. Gesù ha usato pazienza fin dal sua esistenza terrena con coloro che lo hanno conosciuto in carne ed ossa, figuriamoci se non l’avrà con noi…….
Il fatto che commuove poi, è che Lui nell’esercitare la sua pazienza non lo fa con tono severo – col tono che usa con i farisei quando lo provocano – ma usa linguaggio razionale ma dolce e amorevole, con chi – nonostante lo segua – NON ARRIVI A CAPIRE , perchè la sua mente è ancora chiusa…..
E’ così infatti che Lui si mostra a Filippo in Gv. 14, 8 e seg. : ” Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: da tanto tempo sono con voi e TU NON MI HAI CONOSCIUTO, Filippo? …. Come puoi dire mostraci il Padre? “.
In quel TU non ci ritroviamo forse anche noi? ……
Penso che anche questa sia preghiera…. lo sguardo fisso…e…. il pensiero di/in Lui.
Un abbraccio
Giovanna
Carissimi tutti,
anche se con un mese e oltre di ritardo, abbiamo seguito oggi in Comunità questo decimo incontro, e non posso andare a nanna senza condividere con voi la risposta stupefacente che mi è… fiorita dentro, quando Marco c’invitava a a domandarci “Che dono siamo? Cosa sono venuto a donare?”… A dispetto della mia condizione di sofferenza -e conseguente aggressività difensiva!- che si protrae ormai da un po’ (a scapito delle mie povere sorelline di C.tà!), ho percepito con grande chiarezza due precise parole: LA GIOIA, IL SORRISO. Sono due cose che mi hanno sempre accompagnato nella vita, fino a qualche anno fa, quando sono… quasi tramontate! Oggi mi sono state come riconsegnate. Che possa a mia volta farne davvero dono… A tutti. E’ ciò che più desidero.
Ho scorso in fretta i vari interventi di questo incontro, (è tardissimo!) e pur trovandoli tanto ricchi, e utili per il cammino personale e in cordata (appena posso li gusterò con più calma) confesso che ci son rimasta un po’ male per non aver trovato nemmeno una risonanza in merito alla domanda di Marco che ho citato quassù… Forse ho risposto io troppo di getto, mentre c’è bisogno di tempo per dare la risposta vera, quella giusta? Eppure l’ho sentita con tanta chiarezza… Sì, il tempo ci vorrà senz’altro: sarà lui a confermarla. O a correggerla! Grazie a quanti son più fedeli di me negli interventi & condivisioni in questa pagina: sappiate che mi sento perfettamente in cordata quanto i fortunati che hanno la possibilità di essere presenti fisicamente agli incontri. Io, cara Giovanna Tarì, non mi scandalizzo della tua schiettezza, semplicemente non condivido le tue valutazioni e riserve sullo strumento telematico. Anzi, posso dirti con altrettanta schiettezza che una monaca di clausura come e me e le mie sorelle, non può che ringraziare “Marco & co.” per questa opportunità! Grazie anche a voi, carissimi Gabriella e Alessandro, per la vostra presenza e la cura con cui ci accompagnate. E’ impossibile non sentirsi “un cuore solo e un’anima sola”. Dio vi benedica uno per uno, ciao!
Per chi ha fatto un cammino di fede, come te Giovanna, è sicuramente così “avere lo sguardo fisso…..e…..il pensiero di / in Gesù” è la preghiera che continua nel tempo di permanenza in questo stato.
Al momento come gruppo ci stiamo lentamente avvicinando alle vette, cominciamo a vederle ma manca ancora un po’ di strada.
Cara Myriam, sapere che tutte voi avete deciso di fare assieme questa esperienza ci da un grande conforto e compagnia.
Spesso vi pensiamo e attraverso Vanna vi siamo vicini.
La domanda tornerà e tornerà ancora per avere risposte sempre più profonde.
Un abbraccio Ale
Cara Myriam,
grazie per la tua condivisione………………..! Sì, ho proprio piacere di ringraziarti, oggi, anche con questo mezzo -benché le nostre celle siano distanti un paio di metri e ci siamo incontrate un’ora fa alle lodi! Mi hai stimolato: mi sono soffermata nuovamente sul quesito: “Che dono siamo?”. Ieri dopo il nostro incontro comunitario non avevo risposte, anche se un mesetto la risposta c’è stata. Ma senza più ricordarla e ripensarci ho lasciato scorrere i giorni… La risposta è riemersa in questo momento (la stessa…) e la scrivo timidamente e gioiosamente per te: Libertà.
Un abbraccio grosso ( poi te lo darò anche di persona…).
Cara Myriam, se pur non ci siamo mai viste mi sento davvero “un cuore solo e un’anima sola” con te, ma devo dirlo anche con tutto il gruppo del primo anno. Bene o male viviamo tutti insieme qualcosa di molto intenso. Ti ringrazio comunque delle belle parole ci aiutano nella mente e nello spirito, ma a volte anche qualche critica può far bene, per me è sempre un’occasione di crescita e di lavoro su me stessa.
Cara Agata sentir pronunciare te e Myriam parole come “sorriso, gioia, libertà” con l’emozione di chi si sente vicino ad un traguardo insperato mi rende lieta e mi fa pensare. …”anche solo per questo ne vale davvero la pena”!
Il lavoro continua insieme.
A presto Gabriella
Cara Myriam
è vero, lo strumento telematico è davvero utile.
Giovanna
Caro Alessandro,
il mio non l’ho mai chiamato percorso di fede, che comunque non è al passato ma sempre presente , e tuttavia….. accolgo la specificazione che tu gli hai dato……
Buona pratica a tutti
Giovanna
ciao a tutti. Da molto non scrivo, anche perchè in questi due mesi non ho seguito con assiduità il cammino degli incontri. La cosa invece che di giorno in giorno non ho mollato, a volte con più … a volte con meno fatica, è la pratica meditativa, la mattina in cappellina, in uno spazio di tempo in cui sola.
Finalmente ho vissuto il decimo incontro, molto molto bello e così vi condivido qualcosa.
Tre settimane fa ero ad un corso di aggiornamento e molte cose emerse nel cammino DP di qs anno le ho rifocalizzate, riviste e messe a fuoco anche grazie a qs tre giorni intensivi di corso.
E’ emersa chiara una richiesta forte da parte dei miei genitori e, in particolare, penso che io l’abbia percepita/ereditata da mia mamma: non essere intima.
Questa ingiunzione me la sono portata dentro per molto e l’ho vista mettere in atto dalla mia mamma che, con tutto il bene che mi ha voluto e mi vuole, non ha saputo lasciar sgorgare i sentimenti e farmi percepire la fisicità del voler bene. Chissà, mi sono chiesta se ma mia mamma non avesse per caso – anche lei! – un “non essere intima”.
Comunque qs ingiunzione ha condizionato e tutt’ora condiziona le mie relazioni. Ho un alfabeto emotivo semplice e “giovane”, nel senso che sono approdata al mondo emotivo e dei sentimenti riconosciuti e accolti da una dozzina d’anni, non prima, e quindi sono ancora inesperta, timida nel dare spazio a loro e sperimentarmi. Emozioni e sentimenti sono tanti e saltellano dentro di me, ma dare loro un nome, accoglierli, gestirli è un’arte che ancora sto imparando.
In più l’ingiunzione non essere intima credo che non aiuti granchè …
Quante volte in questi anni ho desiderato condividere in profondità, aprire il cuore, magari poter piangere o rendere parte l’altro di una gioia profonda, di una scoperta, … Ma mi rendo conto che arrivo fino ad un certo punto, poi scatta la censura, mi boicotto da sola andando in confusione (la mia testa non pensa più, è confusa, non capisce più nulla) o andandomene, prendendo le distanze.
E così l’intimità di una amicizia me la “invento” in una fantasia, dove faccio il monologo con me stessa, immaginando anche il “copione” dell’altro.
“Non essere intima e ti vorrò bene”: ma è una aberrazione! Come si può parlare di amore senza intimità? E’ un falso amore.
A qs si collega un’altra ingiunzione: non crescere, che mi porta, quando agisco in automatico, ad aspettare che sia l’altro a decidere, a scegliere, a parlare, a prendere in mano la situazione … perchè io … non mi sento capace.
Sono arrivata ad una conclusione tristissima, sapete? Sì, il mascheramento difensivo mi porta ad essere sola e incapace. Depressione e incapacitazione, isolamento e svalutazione fanno da padroni… E io do loro anche il permesso di abitarmi, è come se pagassi loro l’affitto per restare dentro di me come pensiero unico e automatico.
E così scatta la competizione e la lettura aberrante della realtà: l’altra è più brava di me, l’altra sa fare, sa parlare … io invece … a me nessuno guarda! (e in realtà sono io stessa che mi isolo e non mi faccio guardare, apprezzare, stimare)…
Come siamo belli e complessi. Quanto è liberante pensare che il risorto è proprio venuto a tirarci fuori dai sepolcri, dalle nostre condizioni di morte per donarci la vita in pienezza e la libertà!
I sette punti del decimo incontro mi hanno fatto percorrere questi sentieri: ve li consegno come scrigno che contiene qualcosa di prezioso: anche qs è crescere nel cammino di liberazione dall’ingiunzione “non essere intima”. Almeno ci provo.
buona notte a ciascuno.
dam
Buon giorno
voglio svelarvi una cosa:
questa mattina, dopo aver letto le pagine di DP, quelle sulla maschera dove Marco dice di sè, e dopo aver letto l’ultima testimonianza sincera di Damiana…… mi si è aperto un nuovo canale…… un orizzonte diverso…..perchè pensavo…….. di aver già capito tutto…. invece no! Sono ancora in alto mare…… e come la sento questa burrasca…….
Signore!….. dove sei?
Ciao, nessuno ci insegna ad aprirci, a guardare nella nostra interiorità, a conoscere accettare e descrivere i nostri sentimenti ed emozioni.
Solamente qualche fortunato-a, che incontra genitori o compagni di vita capaci di tale relazione.
Grazie Dam, la sincerità del tuo scrigno ci aiuta a trovare il coraggio di fare altrettanto, di compiere quindi passi concreti di liberazione dalle antiche ingiunzioni.
Non pensavo ad una azione al passato cara Giovanna, sopratutto per quella realtà che descrivo così perchè se cerchiamo la Verità nella libertà e nella obbiettività finiamo, e lo sperimenteremo presto, nel confrontarci con la nostra fede, qualunque essa sia.
La burrasca ci porta sulla barca con gli apostoli nella notte, insicuri, timorosi nell’abbandono del Maestro……ma se facciamo attenzione Lui sta arrivando camminando sulle acque ( cioè nel modo che mai avremmo immaginato ).
Attendiamo fiduciosi !!!
Un abbraccio Ale