34 thoughts on “Terzo incontro (22 Novembre)

  1. Ciao a tutti.
    Ho terminato di ascoltare-partecipare al terzo incontro. grazie Ale e Gabriella per averci accompagnati in questa terza tappa del cammino del secondo anno.

    Sono andata a riprendermi gli esercizi fatti lo scorso anno, perchè ogni tanto nel mio cervello accadono dei “ciak” e faccio dei collegamenti.
    La paura profonda a cui sono arrivata la scorsa volta è il non esistere, che nei giorni scorsi ho collegato al bisogno di lasciare un segno, di dire che la mia vita ha un senso, di venire ricordata per il bene fatto, per essere passata accanto alle vite degli altri senza lasciarle indifferenti (non so spiegarmi meglio).
    Allora mi sono ricordata che tempo fa, durante un’esercitazione all’interno di un percorso di studio, era emerso un racconto che avevo scritto, in cui c’era la protagonista della storia che abitava lontano, al di là di un bosco irraggiungibile, sola, ma voluta bene da tutti gli abitanti del villaggio. Era lei che andava e veniva dal bosco per fare del bene, incontrare il villaggio, far giocare i bambini, poi se ne ritornava alla sua casa sola per la notte. Quando qs protagonista è morta, tutti l’hanno pianta, perchè era molto ben voluta. Ma è morta sola… Il bosco, quando lei si è ammalata, era inoltrepassabile a chiunque (non essere intima!!!).
    Beh! Quella sono io … Nell’ingiunzione a non essere intima e con la paura di morire senza aver lasciato un segno bello, che abbia saputo dare vita ad altri.
    Non avere un’esistenza significativa è “non esistere”. Una paura profonda!
    Rimanere da sola, una emozione importante …
    Dall’altra parte, sono io stessa che mi tiro indietro, che prendo le distanze, che pur nella paura di restare sola, mi tiro fuori e mi metto nelle condizioni di essere sola (non essere intima!!!!).

    Pensieri confusi, forse: scusatemi!

    Sono contenta di poter camminare insieme a voi, perchè leggendo le vostre condivisioni e ascoltando gli interventi e la disponibilità a mettersi in gioco dei “fisici” durante le registrazioni, mi aiutate tanto e scopro che le paure ci accomunano, le ingiunzioni sono le stesse, … e insieme sarà più potente il prenderne le distanze, darsi pace e camminare verso una libertà ed una integrità sempre maggiori.
    Un abbraccio a ciascuno.
    dam

  2. Scusate, aggiungo:
    “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo,
    perche’ la vostra liberazione e’ vicina”. E’ il Vangelo di qs prima domenica di Avvento: davvero possiamo andare a testa alta, non per superbia, non per delirio di onnipotenza, ma perchè in Cristo troviamo la forza per prendere le distanze dalle nostre ingiunzioni, dalle nostre paure, dal nostro stile egoico e a testa alta camminiamo, senza più sentirci schiacciati e appesantiti dai pensieri distruttivi, dai nostri “killer-pensieri”.
    Ciao
    dam

  3. Cara Damiana l’ultimo tuo intervento è il segno che nonostante il lavoro doloroso sulle tue ingiunzioni/paure permane in te una grande speranza e fiducia che qualcosa cambierà nella tua vita e quindi nel mondo, che c’è una possibilità! E ciò è davvero importante per continuare.

    È incredibile perché quella bellissima frase del vangelo (già presente durante la scorsa settimana) ha colpito anche me tanto che l’avevo postata su facebook nascenti: risollevare il capo in ogni situazione non è sempre facile, ma la fede ci aiuta in questo.

    Trovo molto interessante la tua analisi sulla protagonista del racconto che hai scritto, è la prova che le ingiunzioni radicate ormai nella carne condizionano la nostra vita sotto ogni aspetto.

    Puoi lasciare andare la paura di non esistere e di rimanere sola convincendoti, piano piano, e sperimentando che dando un po’ più di confidenza (o intimità) non verrai annientata, anzi potrai esprimere con maggior libertà quella dote di donare e amare che già è in te e traspare chiaramente.

    Ti abbraccio Gabriella

  4. Ciao a tutti,
    mi chiamo Lea e seguo i gruppi telematicamente dalla Germania. Non so se vi ricordate, ma sono venuta al primo incontro del secondo anno. Prima di tutto vorrei ringraziare Gabriella ed Alessando per aver preparato e condotto questo terzo incontro con tanta dedizione! Poi, se posso, avrei una domanda di chiarimento: non sono riuscita a cogliere il significato della paura di se’ (vedi figura)… si tratta della paura delle nostre reazioni? o paura di non sapere chi siamo? o cos’altro?

    Vi ringrazio in anticipo per la risposta e mando un caloroso abbraccio a tutti,

    Lea

  5. La mia vera paura è affrontare veramente me stesso, cioè la mia vigliaccheria interiore. Quell io esterno che si è assuefatto con il mondo, vivendo per decenni secondo i dettami del mondo, seguendo le sue leggi e le sue regole ha soffocato il suo vero io, tenendolo ben chiuso in se stesso però io Claudio ho sempre percepito sin dall infanzia la possibilità di qualche cosa d’altro.
    La mia vera paura è scavare e scavare,tutto qui,e ho paura di questo perché ho paura di affrontare me stesso e la mia vigliacceria interiore di anni.

    Eppure c è una forza continua, un desiderio che mi spinge a farlo sempre più.

    Ciao a tutti.
    Claudio.

  6. Ciao Lea,
    certo che ci ricordiamo di te, non capita spesso di incontrare chi ci segue da tanto lontano ed è con grande piacere che ti salutiamo.
    Tu dici di non aver colto il significato della paura di se ebbene quello che aggiungi dopo è in realtà la sua stratificazione.
    Come tutte le paure anche questa è composta da diverse emozioni che interagiscono negativamente e quindi la paure delle mie reazioni, di non sapere chi siamo, di non essere all’altezza, di essere scoperto, di essere violato, annientato se mi scopro in una relazione profonda.
    Tutte queste sono spesso presenti nella nostra abituale condizione egocentrata e noi vogliamo vederle bene per poterle riconoscere e quindi mollare, lo possiamo fare e ne abbiamo tanto bisogno.
    Ti consiglio di meditare attentamente il manuale Darsi Pace da pag.66 a 70 dove troverai l’approfondimento che chiedi.
    Un abbraccio romano. Ale.

  7. Caro Claudio,
    quella forza del desiderio di liberazione è il nostro carburante !
    Menomale che la senti così chiaramente, dopo un po’ di anni di prigionia il rischio è l’assuefazione a tale condizione ed è per questo che tanto lavoriamo per risvegliare il sano e vitale desiderio di Verità.
    Parli di vigliaccheria ma se sei qui forse in parte la stai già affrontando seriamente e vedrai che mettendo tutti assieme le nostre forze interiori la supereremo.
    La pratica ci insegna a lasciar andare e ne abbiamo tanto bisogno perchè in fondo la paura è un pensiero che automaticamente si ripresenta e se non lo riconosciamo e lasciamo andare finiamo per alimentarlo e farlo crescere.
    Coraggio quindi e perseveranza, siamo con te.
    Un abbraccio Ale

  8. Un caro saluto a Lea, ricordo molto bene te e la tua mamma. Sono lieta che ci segui con costanza e spero che il lavoro di Darsi Pace ti rechi il beneficio che cerchi.

    Un abbraccio anche al carissimo Claudio contiamo di vederti presto. Ieri l’incontro supplementare con alcuni amici del gruppo è stato davvero intenso e gratificante.

    Infine volevo dare il benvenuto a Feliciana Riccoboni mi pare di sentirla per la prima volta, o sbaglio? Da dove scrivi?
    Non so se Marco ha letto il tuo compiacimento sul finale del secondo incontro, lo informerò in merito.
    Un caro abbraccio a tutti Gabriella

  9. ah in realta’ volevo aggiungere anche un’ altra cosa: dopo gli incontri del primo anno mi sentivo sempre bene, carica di energia positiva, serena e ispirata, mentre dopo questi tre primi incontri del secondo anno, mi sento peggio: la tristezza e disperazione aumentano, e mi sale una forta rabbia contro certe persone che non pensavo proprio di avere. E’ come se sentimenti ed emozioni sepolti profondamente venissero all’improvviso tutti a galla… Immagino sia parte del percorso? Non c’e’ il rischio di non riuscire poi a gestirli?

  10. Carissima, non so se hai ascoltato nell’incontro fisico l’intervento di Diego, un giovane che, come te, ha confessato, non senza preoccupazione, le difficoltà di questo periodo nel portare avanti il lavoro.
    Il primo anno prevale sicuramente l’entusiasmo della novità, la speranza di un qualcosa che possa cambiare le cose. E così è te l’assicuro, ma il cambiamento non può avvenire senza aver attraversato prima quello sconvolgimento che prende nel “mettersi a nudo”.
    È inevitabile un senso di smarrimento e di ansia nello scavare in noi stessi affrontando e riconoscendo le nostre paure, le nostre fragilità.
    Bisogna avere tanta pazienza e l’umiltà nell’accettare ogni tanto anche di tornare indietro di avere qualche inciampo.
    Vedrai che andando avanti lo spiraglio arriva e troverai tanta consolazione. Un abbraccio

  11. Alessandro, Gabriella, grazie per l’intenso incontro, per la vostra disponibilità e aiuto nel cammino!
    Mi trovo in un mare di riflessioni e non solo. Le parole bibliche che, come un ritornello, mi vengono in mente sono: “un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso” ; e: ” Maria, meditava nel suo cuore tutte queste cose”. In questo tempo della mia vita non ho molta voglia di scrivere -neanche qui! Sono molto provata per tanti avvenimenti che mi stanno sconvolgendo profondamente. E’ dura sorridere e abbandonarsi quando non si tratta di lasciar andare un turbinio di pensieri ma problemi grandi, realissimi che richiedono soluzioni immediate. Sto sperimentando un annientamento mai provato, grande impotenza e solitudine. Davanti a tutto questo sto cercando di non fuggire, di non nascondermi, di aprirmi. Ma sono tanto stanca. Dall’esercizio di autoconoscimento sulle paure (ora ne sento un’ infinità) è emersa anche quella di essere uccisa e di uccidere, di odiare ( di odiare mio fratello con tutte le forze). Ho paura di me stessa della rabbia e disperazione distruttive che sento in me…
    Un forte abbraccio pieno di sole (che desidero tanto…),
    Agata

  12. Vorrei condividere con voi un piccolo pensiero. Da quando sono tornato alla fede nel 1987 ho sempre pregato così : Mi mettevo seduto in chiesa o a casa o in macchina o camminando e sostanzialmente pregavo un Dio che mi aiutasse nella mia vita piena di problemi, come tutti penso, il tutto generalmente con sguardo triste compatendomi per una vita triste, al massimo pregavo per i miei cari ma allo stesso modo.
    Ma da un po’ mi sonp chiesto: come si fa a pregare così? Prego un dio separato da me, maledicendo in cuor mio una vita che è Dio stesso? Ma è tutto falso, non vero,tutto scisso, tutto separato,Dio,io,vita.

    Ora mi viene una preghiera così : Signore della vita, io sono ora parte integrante di questa vita, come posso ora così come sono incrementare la vita? Perche’ io voglio incrementare la vita. Io posso farlo!.
    Un bel cambiamento direi.

    Adesso arrivano i problemi perché l ego se ne inpossessa, ne fa un bel pacchettino e me lo sbandiera in faccia.

    Bisogna tornare al lavoro,forse non è importante neanche questo pensiero. Ciò che è realmente importante è cogliere la vita istante per istante e lasciare andare per cogliere quella successiva e restare nell onda, cavalcare l onda, restare nel flusso restare li, nel silenzio pur in qualsiasi cosa si stia facendo con dolcezza e tenerezza per cogliere le frequenze di questo respiro che sono trasformanti,energetiche,potenti.

    Ok, grazie per l attenzione.
    Ciao a tutti

    Claudio.

  13. Lo scopo dello spazio condiviso è anche e proprio questo.
    A volte sentiamo la necessità di scaricare le tensioni che viviamo quotidianamente mettendocele davanti in tutta la loro durezza, è giusto farlo e salutare rifletterci sopra con attenzione.
    Spesso siamo talmente presi da non riuscire a vedere altro………ma c’è !
    Serve un lavoro costante di auto osservazione, attenta e precisa, per smontare le paure che ci assediano, loro sono sempre lì pronte ad aggredire sfruttando le nostre debolezze ma queste sono anche le occasioni per sperimentare come e quanto il nostro lavoro può incidere .
    Essere consci dello stato interiore che favorisce la nostra caduta ci stimola a cambiarlo e ora abbiamo gli strumenti, è solo una questione di pratica e fiducia, se permaniamo nell’io egocentrato è tutto nero, appena si apre uno spiraglio di integrità ecco spuntare la luce che ci permetterà di vedere nella verità e allora anche il problema più grande avrà un altro aspetto e potrà essere affrontato con un atteggiamento diverso, nuovo.
    Coraggio dunque, i problemi ci faranno compagnia fino alla fine di questo viaggio ma impariamo a non farci soffocare.
    Un abbraccio Ale

  14. Grazie, Gabriella! Proprio mentre aprivo la pagina pensavo a te: con l’intenzione di farmi aiutare dalla meditazione che hai guidato a conclusione dell’incontro…
    Felice domenica.

  15. Vedi Lidia noi tutti viviamo con questa continua ansia di confrontarci con gli altri per essere più belli, più simpatici, più amati……e questo non fa altro che forzare la nostra vera natura. Se cominciamo piano piano ad accoglierci per ciò che siamo veramente con tutte le nostre fragilità, sprecheremo meno energie e forse potremo esprimere al meglio le nostre potenzialità (ognuno ha le sue) che sicuramente ci sono, quelle che al terzo anno chiameremo “qualità spirituali”.
    Ma senza precorrere i tempi cominciamo a capire bene noi stessi e tu ci stai provando direi con buoni risultati. Il perfezionismo è qualcosa che sento molto anch’io, diventa una difesa quando per dimostrare agli altri la perfezione ci annulliamo, non viviamo in pienezza; è correlato con le altre strategie di difesa perché magari per essere perfetti pensiamo di non dover dare fastidio o essere di peso e quindi siamo accondiscendenti a qualunque richiesta.

    Stai anche ascoltando ed affrontando le tue paure (e ciò non è poco) emozioni che sono dietro tutti i nostri comportamenti distorti: quella di non essere perfetta e quindi di non essere accettata e va da se che ciò ti annienta e arrivi inevitabilmente alla paura di morire o di non esistere.

    Se ci poniamo un momento in silenzio possiamo comprendere che tutto ciò non è la realtà, che ognuno di noi è invece “unico” per sé, per gli altri e per Dio…….e possiamo davvero lasciarci andare!

    Buon preseguimento e un caro abbraccio Gabriella

  16. Grazie Gabriella, ho finito in questo momento di ascoltare vedere gustare il terzo incontro. E mi spuntano lacrime di gratitudine, perché ho avvertito un coinvolgimento profondo nei passaggi del bel percorso che avete preparato, nelle citazioni che avete scelto, nelle condivisioni dei presenti. Mi sento arricchita e meno paurosa di disintegrarmi nel baratro.
    Complimenti, siete veramente bravi!
    Vi ringrazio, anche della vostra attenzione per i telematici senza volto!
    Un abbraccio affettuoso a tutti.
    Lidia

  17. Ma come sarebbe bello conoscere prima o poi i volti di tutti i telematici!
    Pochissimi sono venuti a trovarci. A tale proposito approfitto per informarvi che, per chi non ha parenti o amici, è possibile alloggiare all’Ateneo Salesiano presso la foresteria a 30 euro a notte.
    Ringrazio Lidia per le belle parole! Gabriella

  18. Vorrei unirmi e rinforzare il ringraziamento per il sensibile ascolto ma anche la speranza di incontrarci presto fisicamente.

    Aggiungo al suggerimento di Gabriella che con una sola notte di permanenza è possibile partecipare ad un incontro del primo anno ( sabato 17/20 ) e al secondo anno domenica 10/13.

    Oggi abbiamo vissuto un potente quarto incontro, preparatevi . . . . . è di una tale intensità che segna un punto di svolta del nostro percorso.

    Non siamo riusciti però a farvi gli auguri in video quindi li faremo così:
    TANTI CARI AUGURI PER UN SERENO ED INTENSO NATALE a voi ed a tutti i vostri cari, che lo sono anche a noi.

    Con un forte abbraccio Ale

  19. Auguriiiii di cuore per un Sereno Natale a voi tutti cari amici.
    Buon ascolto del IV incontro e buona meditazione sul suo contenuto.
    Vi abbraccio Gabriella

  20. Ringrazio Agata delle sue parole,
    leggendole mi sono venute le lacrime agli occhi. Vivo anch’io in questo periodo un senso di soffocamento, di desideri e speranze negate e irrealizzabili,
    il fastidio fisico per problemi di salute ritornati, l’incapacità di controllare le mie emozioni, la paura dell’odio e della rabbia che provo e che a volte scarico sugli altri
    Non voglio mollare e continuare Darsi Pace è far vivere quella speranza che ho sempre sentito possibile nonostante tutto, anche se a volte mi piomba addosso il senso di stanchezza per la fatica che ha accompagnato e accompagna la mia vita. Sono passaggi, fasi, dopo tornerà il sole che già sperimento grazie alle relazioni con tante persone che mi vogliono bene. Rendo grazie perchè sento veramente questo calore, questo essere sempre stata accompagnata nelle fasi delicate da tante voci amiche e vicine.
    Che questo calore umano e divino possa abbracciarci tutti in questo Natale e donare tanta speranza
    Grazie!

  21. Ringrazio tutti voi.
    Speravo quest’anno di continuare ad essere presente fisicamente agli incontri dopo il primo, ma sono sorti vari impedimenti e non mi è stato possibile. Spero ancora di riuscirci in futuro. Mi addolora proprio non riuscire a riorganizzare le cose in modo da avere una mezza domenica libera per il corso pur abitando a Roma.
    Ringrazio tutti voi, chi conduce le lezioni, chi è presente e conosco in video, chi scrive. Mi piacerebbe tanto che si scrivesse di più, che ci fosse più interazione, probabilmente è però solo un’esigenza dettata dal fatto che ho solo questo spazio per condividere ciò che “altrove” accade, mentre vorrei che tutta la mia giornata fosse stravolta da un diverso modo di vivere e di pensare.
    Vi auguro un Sereno Natale.
    Maria

  22. Cara Lidia comprendo la stanchezza e la fatica di cui parli, non è altro che quell’insostenibilita’ della vita che ha spinto molti di noi a cercare altro.
    E questo altro se realizzato cambia tutto, credimi. È guardare ogni cosa con altri occhi.
    Sono lieta che non intendi mollare anche perché, vedi, io sono convinta che non abbiamo alternative. Solo curando noi stessi, sciogliendo quella rabbia che ci esaspera e vivendo relazioni più autentiche possiamo sopravvivere!

    A Maria vorrei dire che spero di vederla presto, non mi meraviglia che tanti impedimenti rendano difficile un percorso spirituale, l’ego se le inventa tutte pur di distrarre la mente e portarla altrove! Ciò non vuol dire che
    che dobbiamo sottintendere ai doveri quotidiani naturalmente.
    Mi rendo anche conto di quanto questo luogo telematico non sempre riesca a compensare la richiesta di aiuto.
    Perseverare con umiltà, questo è uno dei presupposti del nostro percorso, arriveranno momenti di luce!
    Un caro abbraccio Gabriella

    • Approfitto dello scambio di nomi per salutare Laura, che ho incontrato questa primavera. Mi dispiace per la difficile situazione che stai vivendo, a volte la ruvidezza della realtà ci mette a dura prova e ci sfinisce. Anche la mia vita è stata spesso complicata al limite dell’insostenibilità, particolarmente quando avevo i bambini piccoli, perciò ti capisco. Ma non lasciamoci cadere le braccia, coltiviamo, come ha detto Elisabetta, i pensieri di speranza che Darsi Pace mese dopo mese deposita nelle nostre menti.
      Un affettuoso abbraccio,
      Lidia

  23. Avevo già condiviso i miei “risultati” sull’esercizio sulle paure. Non ho da aggiungere altro, per ora, su questo. Chissà quanto ci dovrò lavorare ancora. Invece voglio ringraziare Gabriella e Alessandro per come hanno condotto il terzo incontro.
    Vi ho seguito – e con me le mie sorelle – con molto interesse. E ringrazio quanti hanno partecipato in sala per quanto hanno condiviso – e spero che frequentino anche questo spazio nel blog. Da questo incontro ho avuto ulteriore conferma – di quanto sia importante affrontare ogni giorno, in ogni situazione, dalla più minuscola a quella più importante (erano appena accaduti gli eventi di Parigi che ci hanno scosso e fatto riflettere molto sul tempo che stiamo vivendo) con coraggio e consapevolezza,CON SPERANZA. E davvero sento quanto fa bene sapere che siamo in tanti a fare questo lavoro di liberazione attraverso la conoscenza di quanto si muove dentro di noi. Quanto è “terapeutico” condividere, sopratutto quando si fa fatica a farlo perché si sta ancora lottando con ombre di paure remote e non ancora scovate del tutto. E man mano che vado avanti nell’approfondimento di questo cammino, attraverso la meditazione e l’approfondimento di uno stile nuovo di vivere la quotidianità mi accorgo della forza di quella grande intuizione lanciata nell’incontro a Santa Marinella. La doppia insurrezione. La Prima contro le parole maledette, da riconoscere e da lasciar andare senza che esercitino più potere nel nostro cuore e nei nostri pensieri, e la seconda insurrezione ACCOGLIERE la benedizione, quelle parole che ci curano, consolano e guariscono. Sto coltivando questi pensieri con speranza, funzionano come un’antenna che mi aiuta a captare sempre più velocemente l’insorgere di quelle parole, giudizi, pensieri che succhiano energia e quasi dissanguano… nel riconoscerli ora so come trattarli e lasciarli andare senza che mi intrappolino per ore e ore come hanno fatto tante volte.
    Continuo quindi a camminare con il mio piccolo passo e con la forza che viene dal sapere che stiamo lavorando insieme, aiutandoci sopratutto con il raccontarci i risultati delle nostre “escursioni” dentro gli spazi del nostro IO.
    C’è da addentrarsi nel nostro baratro… Forse basta un sorriso più convinto, un espiro più fiducioso e abbandonato per conquistare quel che c’è lì dentro. Ci proverò.
    un abbraccio a tutti
    elisabetta

    da parte di sr Maria Emanuela un grazie a Alessandro e a Gabriella per il terzo incontro molto bello e efficace. Ha raccolto tanti spunti per lavorare e meditare.

  24. Grazie per le vostre condivisioni, sono sempre un aiuto preziosissimo e un incoraggiamento!
    Sto riflettendo tanto sul tema del “senso” , come risposta creativa -come direzione da seguire- in ogni situazione che la vita ci presenta. Un paio d’anni fa lessi con vivo interesse un libro di Victor Frankl (non sono sicura di aver scritto correttamente il nome): “un psicologo nei lager”; mi colpi e interrogò tanto il modo di quest’uomo di affrontare la situazione aberrante che la vita gli presentava nel campo di concentramento. Mi illuminò la sua capacità di contemplazione dell’Amore, di attingere dalle sue profondità questo senso -l’Amore, al punto di pensare, in mezzo al gelo e alla morte che viveva, al Cantico dei cantici: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore poiché forte come la morte è l’amore ” . Anche s. Giovanni della Croce, mistico carmelitano, compose il suo bellissimo cantico (la sua esperienza) negli otto mesi di dura prigionia, in isolamento, in un’angusta cella! Incredibile, struggente e bellissimo! significa che nella morte, in ogni morte, c’è la vita! Loro l’hanno sperimentato e l’hanno comunicato a noi!
    Ecco dove mi trovo: chiamata interiormente a spingermi oltre, fidandomi anche dell’esperienza altrui, ad abbandonarmi verso la costruzione del senso luminoso, in tante situazioni che non capisco, che non sopporto più, che sono anche di morte. Mi raccomando, pregate per me! In questo lavoro so anche che non posso prescindere dalla pratica meditativa; non l’avverto come regalo (almeno non in questo periodo: mi costa tantissimo dedicarmici) ma come una necessità vitale, un’ancora per raccogliermi e riacquistare lucidità, forza per il cammino.
    Un caro abbraccio, anche di auguri; penso che questa umanità abbia bisogno della Luce, del conforto di Gesù, della sua tenerezza piena di misericordia per scoprire la sua bellezza!
    Grazie!
    Vostra, Agata

  25. Elisabetta cara, le tue parole mostrano il cammino fatto ma anche il desiderio di procedere con convinzione quindi confermano per tutti noi la bontà dell’opera che assieme stiamo compiendo, sempre nuova, sperare in un clima di disperazione.

    Ritrovare il senso come ci racconti tu Agata è il nostro impegno quotidiano, faticoso a volte sembra impossibile ma così non è.
    Imparando ad abbandonare per accogliere meglio possiamo farcela e in compagnia viene meglio.

    Un abbraccio benaugurante. Ale

  26. Grazie Lidia delle tue parole e grazie di cuore Gabriella.
    In questi giorni va meglio, devo riuscire a lasciare andare una speranza
    che non si è realizzata e so che non si avvererà più.
    Mi sembra di poterla lasciare andare dal corpo e attingendo alla mia razionalità anche dalla mente, ma dentro nel profondo mollarla
    definitivamente è difficile.
    Ho appena seguito la meditazione del quarto incontro
    che mi ha aiutata molto in questo “lasciar andare”, in questo “morire un po”
    Soprattutto realizzare che nonostante questa “morte” posso trovare la pace
    Buon Natale a tutti

  27. Carissime come è prezioso questo scambio di esperienze e di conforto, questa condivisione dei momenti di sofferenza ma anche di speranza!
    Ringrazio tutti per le belle parole anche nei confronti di me e Alessandro e mando, in particolare, un affettuoso saluto a Suor Maria Emanuela.
    Che questo periodo sia per tutti noi ricco di pace e foriero di ri-nascita di Gesù nei nostri cuori.
    Gabriella

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